Bisognava pensarci prima, altro che "patto di Gallarate"

Sport
Domenica, 31 Luglio 2016

E così la storia d'amore fra il Pisa e Rino Gattuso finisce qua, alla vigilia, o poco più, del primo anniversario. In questi 350 giorni del regno di Ringhio sono successe così tante cose, dentro e fuori dal campo, che per raccontarle tutte non basterebbe un enciclopedia.

Ci eravamo illusi tutti quanti che la "pace di Gallarate" siglata fra lo stupore generale un mese fa, avesse potuto portare un po' di serenità e quella continuità che tutti i tifosi sognavano e speravano. Invece, dopo poco più di trenta giorni, siamo ai titoli di coda, al the end.

Ma come si è arrivati a questa rottura? E sopratutto perchè? Non è facile fare un analisi. Siamo di fronte ad una società solo dopo 5 ore dal divorzio ha diramato un comunicato stampa (qui), in precedenza ha detto poche parole solo l'avvocato Vincenzo Taverniti (qui). 

Gattuso che invece affida ad un comunicato il suo stato d'animo e la sua decisione di rimettere il proprio mandato di allenatore. "In seguito ai nuovi, gravi, costanti e inaccettabili problemi societari,che impediscono una corretta e seria condizione lavorativa, dice Gattusoe per il rispetto che ho sempre portato e porterò alla città di Pisa e alla tifoseria del Pisa, mi vedo obbligato a rassegnare le dimissioni irrevocabili dalla carica di allenatore del Pisa calcio, unitamente al mio staff. Ho appena comunicato la decisione alla squadra, la cui reazione mi ha emozionato, rafforzando nel contempo la mia convinzione di non avere alternative". Gattuso dice un po' le stesse cose che già aveva detto dal 12 giugno alla "pace di Gallarate", il mister non si è mai sentito in sintonia con l'attuale proprietà, e allora ci viene da chiederci perchè si è voluta trascinare fino alla vigilia della Coppa Italia e dopo 10 giorni di ritiro in Trentino, una situazione che era evidente non sarebbe andata avanti. Lo stesso Gattuso, due giorni fa si è presentato ad una premiazione in piazza a Marina di Pisa, il bagno di folla è stato quello di sempre, niente lasciava supporre che dopo neanche 48 ore si sarebbe dimesso e non ci venga a dire che la decisione di lasciare Pisa ed il Pisa è maturata subito dopo, perchè faremmo fatica a crederlo. Forse, se veramente si voleva fare il bene del Pisa, era opportuno certe decisioni prenderle prima, e non "sposarsi" così, a cuor leggero.

Da parte nostra, sia come Punto Radio che come Cascina Notizie ci siamo sempre rifiutati di schierarci fra Petroniani e Gattusiani. A suo tempo ci siamo imposti di non parlare delle vicende societarie fino alla fine del campionato e così abbiamo fatto. Subito dopo non abbiamo lesinato critiche ora da una parte ora dall'altra quando abbiamo ritenuto opportuno farlo. Le persone vanno, i colori sociali e il Pisa restano a dispetto di chi siede sul ponte di comando. Abbiamo criticato Petroni quando entrò a gamba tesa sulla promozione nel post Foggia-Pisa, e sulla festa promozione con un comunicato al vetriolo un paio d'ore prima delle celebrazioni. Ora ci sentiamo di criticare Gattuso perchè le sue dimissioni a questo punto le possiamo definire tardive. Dimissioni che seguono di 24 ore da quelle dell'avvocato Minghetti, si dice punto di riferimento del mister nel Consiglio d'amministrazione. E qui siamo di fronte ad un'altra anomalia, quando mai un allenatore, che è solo un allenatore, deve avere una sua rappresentanza, o quanto meno un punto di riferimento nel Cda? Minghetti si è dimesso senza mai di fatto essere visto. Assente (unico) alla presentazione del Cda a Tirrenia, ha lasciato senza dire una parola sul perchè abbia maturato questa decisione. La città una spiegazione l'avrebbe meritata.

Adesso cosa succederà? L'interrogativo scuote Pisa tutta. Noi non lo sappiamo, non possiamo saperlo. Auspichiamo soltanto che le due anime della società. Petroni-Taverniti da una parte Freggia-Lucchesi dall'altra trovino la quadra e decidano di collaborare sul serio nell'interesse del Pisa. Il duo Romano ha la proprietà del club, ma da soli, senza l'anima pisana, andranno poco lontano e rischierebbero di fare i Lotito della situazione sotto la torre pendente, con la differenza che, mentre a Roma siamo di fronte ad un grande club che comunque riesce a resistere, a Pisa, una situazione del genere significherebbe lo sfascio totale. 

Che almeno una lezione da tutta questa storia i protagonisti la imparino. La gente merita di godersi la B, merita di godersi il calcio per quello che è e che rappresenta. Di teatrini, e di colpi di scena i pisani non ne hanno più bisogno.

massimo.corsini