Caos rifiuti, Poli attacca Retiambiente e chiede un nuovo gestore della raccolta

Politica
Cascina
Giovedì, 21 Luglio 2022

Dopo la proposta della consigliera Bibolotti, il capogruppo della lista Lavoro, Sviluppo, Ambiente mette sotto tiro l'incarico a Retiambeinte SpA

Scrive Fabio Poli, consigliere della lista  Lavoro, Sviluppo, Ambiente

Va cambiato paradigma: la differenza la fa il soggetto incaricato e non la tecnica di raccolta!

Retiambiente Spa, holding a totale capitale pubblico, grazie ad un contratto di servizio siglato con l’Autorità Territoriale di Ambito Toscana Costa di oltre 3 miliardi di euro e della durata di 15 anni è, dal Gennaio 2021, gestore unico del ciclo integrato dei rifiuti urbani per le province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara.

I suoi Piani Economico Finanziari (PEF), disciplinati dall’Autorità di regolazione (ARERA) con compiti di controllo delle tariffe e del principio della concorrenza, richiedono anche la necessaria validazione dei 100 comuni proprietari e committenti.

La condizione di favore di cui beneficia, consente a Retiambiente di ovviare a trasparenza tant’è, che ancor oggi, manca di un Piano industriale indicativo dei costi di servizio e d’investimento, da cui ha origine la tariffa, oltre ad un patto di sindacato che esclude di fatto la proprietà dalla governance e la rende “prigioniera” di soli aumenti tariffari, di tagli del servizio ma, soprattutto, nella condizione di non poter programmare alcunchè.  

I Comuni, quindi, non possono più ricorrere a semplici giri di parole per giustificare l’inadeguatezza strutturale di un sistema che non funziona e di un gruppo dirigente che con l’etica del “boiardo”, posto a salvaguardia del potere consolidato nelle aziende pubbliche, pensa ad incrementarsi il compenso invece di proporre un modello di gestione ottimale per calmierare la tariffa.

Ben vengano delle proposte su una diversa “gestione dei rifiuti che mostra segni di evidente inefficienza” ma, modalità e strumenti ricondotti alla sola raccolta mista e anche al ritorno del cassonetto, implica ulteriori costi d’investimento oltre ad un nuovo progetto da affidare, paradossalmente, a chi non ha saputo garantire né una gestione virtuosa del servizio né il contenimento dei costi. E’ singolare che il grado di pulizia di un ambiente possa migliorare chiedendo al medesimo affidatario l’uso della scopa anziché dell’aspirapolvere, o viceversa!

Il problema dell’attuale e strampalato ciclo integrato dei rifiuti sta tutto in un incontrovertibile deficit di sistema e nella gestione privatistica di una holding pubblica che, grazie al monopolio di cui beneficia, ha superato ormai ogni limite di inefficienza e produce soli costi da scaricare “in bolletta”.

Dopo che l’Antitrust e l’Anac si sono già espresse a sostegno del Comune di San Lazzaro di Savena anche la recente sentenza della Corte Europea (2022), a favore del Comune di Lerici, ha ritenuto legittimo che i Comuni singoli e associati, previa gara d’appalto, possono procedere con affidamenti rivolti al mercato per riappropriarsi di una gestione del rifiuto che, per natura vicinale e impatto immediato sul territorio, assume la valenza “problema quotidiano” non più sostenibile da un sistema che, seppur pubblico, manifesta una sostanziale soggettività autoreferenziale.

Soltanto un diverso affidamento del servizio potrebbe garantire una maggior rispondenza tra sensibilità sociale sul tema e una più immediata risposta per la cura del territorio. E’ quindi necessario che i Comuni riassumano quel ruolo di centrale di committenza, delegato in passato, per procedere sul mercato con un appalto da 30 milioni di euro annui circa, tanto è l’importo destinato allo scopo dalle amministrazioni di Pisa, Cascina e San Giuliano Terme, così da sottrarsi all’attuale monopolio di Retiambiente ed ottenere tariffe più congrue e servizi probabilmente migliori.

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redazione.cascinanotizie