Cascina, unioni civili, legge non applicata, interrogazione parlamentare

Politica
Cascina
Venerdì, 27 Gennaio 2017

Non si placano le polemiche cascinesi in merito all'applicazione della Legge Cirinnà sulle Unioni Civili nel Comune di Cascina. La neonata associazione "Il Megafono" fa sapere che ha predisposto, assieme al Partito Democratico, una interrogazione parlamentare, al Senato, firmata dai Senatori Giuseppe Lumia, Monica Cirinnà e Sergio Lo Giudice.

 

Unioni Civili a Cascina (PISA) - Interrogazione al Ministro dell’Interno a firma Giuseppe Lumia, Monica Cirinnà, Sergio Lo Giudice

I diritti civili sono una risorsa della democrazia e non una "pietra d'inciampo".  I fatti accaduti a Cascina e gli ambigui comportamenti dell'amministrazione comunale leghista, fanno emergere una volontà discriminatoria non soltanto presunta, ma apertamente dichiarata. Il Sindaco pro tempore Susanna Ceccardi, fin dall’atto della proclamazione, non soltanto non ha nascosto ma ha palesato a più riprese la sua contrarietà alla Legge dello Stato, manifestando la sua intenzione di opporsi alla celebrazioni delle Unioni Civili facendo appello ad un suo dichiarato diritto all’obiezione di coscienza, diritto tuttavia non previsto dalla legge 76/2016. Queste sono le premesse che hanno indotto il Megafono, congiuntamente al Partito Democratico, a predisporre in tempi celeri un interrogazione in Senato. Al presente comunicato si allega copia dell’atto a firma dei Senatori Giuseppe Lumia, Monica Cirinnà e Sergio Lo Giudice.

 

Cascina, 27 gennaio 2017                                                                                               Il Megafono Cascina

Di seguito il testo dell'interrogazione

"Atto n. 4-06902

Pubblicato il 26 gennaio 2017, nella seduta n. 750

LUMIA , LO GIUDICE , CIRINNA' - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

i diritti civili sono una risorsa della democrazia e non una "pietra d'inciampo". Insieme ai diritti sociali, qualificano lo stare insieme e scandiscono la crescita e la maturità di una comunità. L'approvazione della legge sulle unioni civili (legge n. 76 del 2016) è un chiaro esempio di salto di qualità che si è avviato anche nel nostro Paese. Non è stato un percorso facile, ma oggi le unioni civili sono una realtà anche normativa. Anche l'ultima tappa di questo travagliato cammino è stata raggiunta. I decreti attuativi, di recente, sono stati varati dal Consiglio dei ministri. Ora il risultato è completo, le unioni civili possono adesso applicarsi nel pieno rispetto della legge e nessun sindaco può boicottarle senza violare la legge;

la famiglia italiana si arricchisce, non perderà valore e consistenza, anzi si aprono nuove opportunità di crescita. È semplice prevedere che le famiglie sia del tradizionale matrimonio, sia formate per mezzo delle unioni civili si impegneranno insieme per ottenere le più moderne e adeguate politiche sociali a loro sostegno. L'Italia non è più un Paese fanalino di coda tra le società avanzate e l'esperienza reale farà battere pregiudizi e resistenze che ancora esistono. La XVII Legislatura ha raggiunto un obiettivo che la qualifica e la iscrive nelle più belle pagine della democrazia italiana;

il comma 20, dell'art. 1 della legge 76 del 2016 sancisce che le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole "coniuge", "coniugi" o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso;

ulteriori elementi che rafforzano l'uguaglianza di trattamento tra coniugi e parti dell'unione civile sono contenuti nel primo articolo dello schema di decreto legislativo recante le disposizioni per l'adeguamento delle norme dell'ordinamento dello stato civile, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

a Cascina, (Pisa), da settembre ad oggi starebbero emergendo nei confronti delle unioni civili dei comportamenti ambigui da parte dell'amministrazione comunale, in cui la volontà discriminatoria non sembra soltanto presunta, ma apertamente dichiarata;

il 15 settembre 2016, Michela Maccioni e Debora Musetti si recano presso l'ufficio di stato civile del Comune di Cascina. Fissano la celebrazione dell'unione civile il giorno 21 gennaio 2017, richiedendo e prenotando la sala consiliare (sala normalmente destinata ai matrimoni con rito civile). La sala era libera ed era stata concessa. In data 20 ottobre 2016, il Comune di Cascina ha comunicato alla coppia la revoca della sala consiliare precedentemente concessa, adducendo come motivo la sopraggiunta indisponibilità della sala per esigenze istituzionali. In data 24 ottobre 2016 la coppia quindi ha modificato la data prevista per la propria unione, chiedendo la disponibilità della sala per il giorno successivo, domenica 22 gennaio 2017. Nel frattempo, in data 11 ottobre 2016, con delibera 170 del 2016, la giunta comunale ha proceduto alla modifica del disciplinare della sala consiliare: la sala, si legge all'art. 3, sarà concessa per i matrimoni civili solo se questi saranno officiati da assessori e consiglieri in carica muniti di apposita delega rilasciata dal sindaco pro tempore;

per usufruire della sala, dunque, occorre a questo punto un consigliere o assessore munito di delega concessa dal sindaco. Chi non ottiene la delega può comunque sposarsi o contrarre l'unione civile presso l'ufficio anagrafe. In data 14 novembre 2016, la coppia, dunque, ha richiesto al sindaco di delegare il Lorenzo Ragaglia, consigliere comunale in carica, come ufficiale di stato civile per l'unione civile del 22 gennaio 2017. In data 7 dicembre 2016 il sindaco pro tempore ha rifiutato la delega al consigliere comunale Lorenzo Ragaglia, informando la coppia che alla suddetta celebrazione potrà provvedere l'ufficiale di stato civile. Il sindaco ha invitato, altresì, la coppia a prendere visione del nuovo regolamento sull'utilizzo della sala consiliare, modificato ulteriormente in data 29 novembre. In data 15 dicembre è stato pubblicato all'albo pretorio il nuovo regolamento sull'utilizzo e la concessione della sala consiliare: la Giunta, infatti, ha apportato una nuova modifica. Cancellando ogni riferimento esplicito alla delega, il nuovo regolamento stabilisce che "la sala consiliare sarà concessa per i matrimoni civili officiati dall'ufficiale di stato civile dal lunedì al venerdì in orario di ufficio". Dall'art.6 del regolamento si deduce che l'uso della sala sarà esclusivamente concesso nei giorni di sabato e domenica per i matrimoni civili officiati da sindaco, assessori, consiglieri o cittadini muniti di delega concessa dal sindaco pro tempore;

il regolamento non distingue tra unioni civili e matrimoni ma lascia al sindaco una discrezionalità tale da scegliere, a suo gradimento, le coppie a cui concedere la sala nei giorni festivi, senza motivare il rifiuto;

è chiaro il comportamento scorretto del sindaco in piena contraddizione con la normativa che anche nei decreti attuativi non consente alcuna discriminazione o differenza tra l'uso del rito civile nel tradizionale matrimonio e quello nuovo previsto dalle unioni civili, compreso l'utilizzo delle sale comunali,

si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo intenda intraprendere, per rimuovere subito l'impedimento arbitrario previsto dal nuovo regolamento comunale (disciplinare per la concessione e uso della sala consiliare) approvato dal sindaco di Cascina (Pisa)."

luca.doni