Cremona 1987, quando il Pisa vinse i playoff prima che venissero inventati

Sport
PISA e Provincia
Venerdì, 3 Agosto 2018

Dei diciassette precedenti fra Cremonese e Pisa uno e solo uno è indelebile nella memoria di ogni tifoso nerazzurro. Una partita che può tranquillamente essere considerata fra le cinque più importanti della storia del Pisa, almeno dal dopo guerra ad oggi. Il 21 giugno 1987 si scrisse la storia, la storia di un Pisa partito per fare la serie A e che invece si ritrovò ingiustamente in serie B perché all’Udinese venne comminata una pena fin troppo leggera per le accuse che le vennero mosse, ovvero quelle di illecito sportivo. A dire il vero in primo grado i friulani vennero retrocessi in serie B ed il Pisa riammesso in A. Romeo si mise subito al lavoro, arrivò Schachner dal Torino, ma poi fu costretto a ripartire senza mai vestire la maglia nerazzurra perché, si sa, la giustizia sportiva è sempre stata benefica e in appello all’Udinese la pena venne alleggerita con una semplice penalizzazione di 9 punti.

Il trauma fu di non poco conto, nella squadra, nella società e in tutto l’ambiente. La partita di Coppa Italia contro il Torino si giocò in un clima surreale per la protesta, civile come sempre di società e tifosi, intenti a sottoscrivere “azioni virtuali” per non far mancare al club l’incasso di quella partita. Romeo, come era solito fare, dopo aver lanciato strali contro il palazzo, si rimboccò le maniche e costruì una squadra in grado di giocarsi la promozione, ma fu troppo il tempo perso in estate per pensare di dominare il campionato. La partenza del Pisa è al rallentatore: tre sconfitte nelle prime sette giornate vedono i nerazzurri costretti ad inseguire le squadre che davanti corrono. Come una formichina però la squadra di Gigi Simoni inizia la sua lenta ed inesorabile rimonta.

Una delle perle di quella stagione è la vittoria per 3-2 contro il Lecce, vittoria arrivata a tempo abbondantemente scaduto (allora non c’era la lavagna a segnalare i minuti di recupero), grazie ad un colpo di testa di Cecconi che, dopo aver portato il Pisa avanti due volte, firma la sua personale tripletta. E’ il delirio dell’Arena: sotto la gestione Anconetani il Pisa non era mai riuscito a vincere allo scadere, ricapiterà di nuovo ben 20 anni dopo grazie alla rete di Daniele Buzzegoli contro la SangiovanneseLecce domato e battuto quindi e Pisa in rimonta. Gli ingredienti per l’ennesima favola in salsa nerazzurra ci sono tutti, ma, per essere una favola, occorre il brivido finale.

E’ il 7 giugno, il Pisa va a far visita al Cagliari fanalino di coda del campionato. Mentre a in città va in scena la festa per la vittoria del galeone rosso nelle antiche repubbliche marinare, evento che non si verificava da 15 anni, il Pisa di Simoni affonda negli ultimi 10’ di gioco dilapidando la rete del vantaggio segnata da Cuoghi. Romeo non la prende bene, tuona, ringhia, poi tira, come sempre fuori il Jolly. Scrive un comunicato, sei punti, nei quali spiega come il Pisa andrà in A caposaldo di tutto l’architrave, il pubblico  invitato all’Arena a gli allenamenti e la partitella del giovedì. La gente di Pisa risponde come sempre alla grande. La cura funziona. Restano due giornate da giocare, servono quattro punti (al tempo i punti per vittoria erano due) per andare in A. Contro la Lazio all’Arena il Pisa passa senza troppi problemi guadagnandosi così il diritto a giocarsi una vera e propria finale sul campo della Cremonese fino a quel momento capoclassifica.

A Cremona è il solito esodo di tifosi nerazzurri. La curva dello stadio Zini fatica a contenere tutti i tifosi nerazzurri arrivati in Lombardia con ogni mezzo. Di fronte una città che si prepara a festeggiare la promozione in serie A. Nella testa dei grigiorossi, l’imponderabile, in quanto tale, non era previsto. Il Pisa perde anche uno dei suoi simboli. Alessandro Mannini si infortuna alla vigilia e da forfait, al suo posto Giampaolo Grudina, entrato nella storia con la maglia del Livorno per essere il portiere meno battuto dei campionati professionistici. Grudina farà la storia anche di qua dallo scolmatore. Il Pisa attacca subito sotto il muro nerazzurro, Cecconi cade in area e l’arbitro Lanese, un fischietto top per la partita clou della giornata, indica il dischetto. Il rigorista è Sclosa. Il biondo centrocampista prende la palla, guarda il muro, calcia, segna. 1-0 con un ora ancora da giocare. Le certezze dei padroni di casa vacillano al punto da non riuscire ad imbastire una reazione degna di nota. Il Pisa ne approfitta: crosso di Cuoghi, tuffo di Piovanelli ed il Pisa raddoppia. 2-0 e corsa del bomber nerazzurro verso il muro impazzito. Non sarebbe una storia da Pisa se non ci fosse il brivido: nell’unica sbavatura di quel primo tempo la Cremonese guadagna un rigore e dal dischetto lo specialista Nicoletti non sbaglia. “Con l’incoscienza dentro al basso ventre” come canta Guccini, squadra e muro non hanno paura, resistono per oltre 45’, a Pisa, in Logge di banchi a sentire la diretta radio chi non è potuto andare Cremona soffre, trema, tende l’orecchio, sgrana gli occhi, poi il boato, un urlo lungo 220km unisce il muro alla sua città: il Pisa ha fatto la storia, il Pisa è tornato in serie A. Romeo è sempre stato un precursore, ha anticipato il calcio moderno, facendo il procuratore, ha anticipato il playoff andando a vincere una finale in trasferta, quando i playoff ancora non erano stati inventati.

Per la cronaca, negli altri sedici precedenti, il Pisa ha vinti tre volte, pareggiato quattro e perso in nove circostanze, nessuna delle quali vale minimamente quel solstizio d’estate del 1987.

foto tratta dal sito dell'associazione Cento

massimo.corsini