Donne e migrazioni: all’Istituto Pesenti di Cascina si conclude il percorso ”Le Dannate del Mare”

Cultura
Cascina
Mercoledì, 6 Marzo 2024

Il laboratorio, condotto dall’Associazione “Il Chicco di Senape” ha visto la partecipazione della scrittrice Talatou Clementine Pacmogda

 

“Si parla sempre di queste persone e delle loro vite difficili in senso generale, però non si va mai a sentire loro cosa ne pensano o non si va nemmeno a chiedere loro di raccontarla”, dice Arianna, quarta liceo

“Ho sempre sentito parlare di immigrazione, ma trovarmi davanti a un gioco di ruolo e poi a una donna che racconta la sua personale esperienza, è stato forte. Mi ha suscitato tanti pensieri, e quello più grande riguarda l’importanza del soggetto delle migrazioni: l’essere umano. Sembra scontato da dire, ma non fermiamoci alle apparenze: non sarà un colore della pelle a parlare di noi, non sarà una provenienza a parlare di noi e non sarà il genere a parlare di noi.
Perché, in fondo, prima di tutto, siamo tutti esseri umani”, aggiunge Samantha, in quarta anche lei.

Si è concluso la scorsa settimana all’Istituto “A. Pesenti” di Cascina “Le Dannate del Mare”, un percorso formativo che ha coinvolto ragazze e ragazzi dell’ultimo biennio e volto ad affrontare, senza stereotipi, il delicatissimo tema di donne e migrazioni.

Guidati dall’Associazione “il Chicco di Senape” di Pisa, gli studenti e le studentesse si sono immedesimati in diverse situazioni di donne che, con diverse motivazioni e diversi mezzi, hanno dovuto affrontare una migrazione. Una di queste donne, la scrittrice Talatou Clementine Pacmogda, originaria del Burkina Faso e vincitrice di diversi premi letterari, ha raccontato loro la sua storia, in un momento particolarmente intenso ed emozionante.

“Sono in Italia dal 2008 per motivi di studio - racconta Clementine -  In Burkina Faso, dove sono cresciuta, avevo già ottenuto una laurea, superando diverse difficoltà. Quando pensavo di non avere più possibilità di continuare a studiare, il mio professore ha condiviso con me l’occasione di una borsa di studio alla Scuola Normale Superiore di Pisa. L’idea di partecipare a una dura selezione mi ha impaurita, ma era un’opportunità che non potevo perdere. Fu così, con tanto studio e impegno, che ho raggiunto l’Italia per un dottorato in linguistica, occupandomi del linguaggio per i bambini. Sono stata la prima a discutere la tesi tra gli immatricolati nel 2008, intimorita di perdere la borsa di studio e non avere i mezzi per restare in Italia.
In questi anni ho partecipato a diverse chiacchierate con i ragazzi nelle scuole, ma ogni volta è un’emozione incredibile. In questo incontro mi trovata davanti un gruppo di giovani disciplinati, concentrati e curiosi. Con le loro domande mi hanno buttato nella mia infanzia fino al mio arrivo in Italia facendomi rivivere dolori e gioie. Si è creato un legame forte alla fine con gli abbracci e i sorrisi. Sono cose che custodisco nel mio cuore. Ringrazio la Scuola, gli Insegnanti e l’Associazione “Il Chicco di Senape”, che hanno reso possibile tutto questo”.

“L’attività del Chicco di Senape nelle scuole -aggiunge Aurora De Angelis, una delle formatrici  - si articola attraverso diversi percorsi. Da qualche anno proponiamo ai ragazzi il laboratorio su donne e migrazioni, perché lo riteniamo un tema chiave in questo momento, di cui si parla poco e che ancora risente di diversi stereotipi. La risposta dei ragazzi e delle ragazze, quando chiediamo loro di immedesimarsi in storie così diverse e lontane da loro, ci lascia sempre senza fiato, per l’entusiasmo, la maturità e il coinvolgimento che dimostrano. I loro commenti al percorso, una volta concluso, ci hanno commossi”.

“Il percorso “Le Dannate del mare” è stato, a detta dei ragazzi e delle ragazze delle classi coinvolte, il progetto più coinvolgente, interattivo, efficace tra quelli fatti a scuola finora -  commenta Monica Bassanese, docente di lettere - la migrazione è stata presentata come fenomeno che riguarda ognuno di noi, e i ragazzi sono stati portati a immedesimarsi nel vissuto di varie donne migranti attraverso le loro storie.
La testimonianza diretta di Clementine ha aperto poi orizzonti e prospettive di senso diversi rispetto ai luoghi comuni e ha stimolato i ragazzi a interrogarsi sul valore delle persone protagoniste del fenomeno.
L’attività, condotta con grande sensibilità, equilibrio, competenza e passione, è stata formativa anche per noi insegnanti, perché abbiamo sperimentato una modalità didattica che funziona davvero”.
 

redazione.cascinanotizie