Giovedì 15 dicembre due spettacoli sulla mafia al teatro di Cascina

Cultura
Cascina
Mercoledì, 14 Dicembre 2016

Cerchiamo di dare visibilità ad un appuntamento teatrale molto importante che si terrà giovedì 15 dicembre a La Città del Teatro. Un doppio evento che la direzione del teatro ha volutamente cercato di tenere nascosto, di renderlo invisibile, in quanto poco consono, sembra, alle nuove idee, alla nuova gestione della Fondazione Sipario Toscana Onlus. Per di più scelto, a suo tempo, dalla ormai ex direttrice artistica Donatella Diamanti. L’argomento è di quelli che non si possono eludere, di cui c’è necessità di parlare, soprattutto se si pensa che entrambi gli spettacoli si rivolgono ad un pubblico di ragazzi, di giovani.

Nell’ambito del cartellone “Teatro Off” alle ore 19 va in scena “Qui Gela andata e ritorno”, della Compagnia “Noidallescarpediverse”, testo e regia di Samuele Boncompagni, con William Catania, realizzato con il patrocinio della Scuola di formazione politica Antonino Caponnetto.

E’ uno spettacolo (anche) sulla mafia, su un adolescente, su partite di pallone in campetti polverosi, sui sicari carusi o baby killer della Stidda, sulla fine degli anni ’80, sulla città di Gela: dove nel V secolo a.C. morì tragicamente il tragico Eschilo. E’ anche una riflessione sul senso moderno del tragico e di una “normale anormalità” come quella della memoria di un ragazzino che ha convissuto con episodi mafiosi ogni giorno. In scena un attore, un trolley nero, un taccuino rosso e otto fogli bianchi.

A seguire, alle 21, “Una storia disegnata nell’aria” di “Non solo teatro”, di e con Guido Castiglia con la collaborazione di Piera Aiello (testimone di giustizia). “Una storia disegnata nell’aria” è uno spettacolo nel quale l’arte della narrazione mira diritto al cuore dei ragazzi facendo emergere, con l’intelligenza delle emozioni, la fragilità di una adolescente trovatasi al centro di uno dei momenti più drammatici della nostra Repubblica: le stragi di mafia.

La storia di Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia in Italia, è  emblematica; è una storia nella quale emerge forte il desiderio di affermare una realtà libera da veti e mutismi, da intimidazioni velate e soprusi subiti.

Lo spettacolo racconta di Rita, dei suoi “tatuaggi emotivi”, della sua voglia di vivere e della sua capacità di trasformare, grazie all’aiuto di Paolo Borsellino, il sentimento di vendetta in senso di giustizia.

“Una storia disegnata nell’aria” vive il sentimento contemporaneo nelle pieghe degli stati d’animo e nella vitalità caparbia di una diciassettenne che ha visto sgretolare la sua speranza in quel tragico luglio 1992; una storia degna di essere raccontata, oggi, ai ragazzi.

luca.doni