Gipi e l’amore per il Pisa sbocciato a 57 anni, grazie a D’Angelo

Sport
PISA e Provincia
Sabato, 10 Dicembre 2022

Il fumettista, illustratore e regista pisano a “Propaganda live” su L7 ha raccontato come e perché è esplosa la passione per il Pisa

di Gabriele Bianchi

Sei Gianni Pacinotti.
In arte Gipi.
Professione vignettista. 
Per una sera oratore.
Sul prestigioso palcoscenico televisivo di "Propaganda Live".
Alle prese con il racconto di un ragno.
Tinteggiato di neroazzurro.
Di nome Luca D'Angelo.
Che alla "tenera" età di 57 anni ti morde e ti fa scoprire l'amore per il calcio.
A te, che nei 56 anni precedenti eri in tutt'altre faccende affaccendato.
Comincia così un racconto fra il serio e il faceto di un uomo che scopre quasi per sbaglio che nella propria città c'è una squadra di calcio che di lì a poco si sarebbe giocata la serie A.
Ed è un racconto che affascina.
Perché sembra il racconto di un bambino.
Ancora capace di provare meraviglia.
Niente affatto incrostato di boria, di presunzione, di saccenza.
Capace di amare un allenatore.
Capace di amare tanti giocatori diversi.
Capace di metabolizzare una dolorosa sconfitta come soltanto chi ha ancora una visione fanciullesca della vita può fare.
Ma incapace di capire un allontanamento che ai suoi occhi è ancora più doloroso della sconfitta sportiva.
Perché ti priva di un riferimento che credevi imperituro nel tempo.
"Per me Luca D'Angelo sarebbe stato l'allenatore del Pisa per sempre".
"Poi hanno preso un altro allenatore che ha perso le prime cinque partite e a me non è mai piaciuto".
"Io dopo ogni partita speravo che tornasse Luca D'Angelo".
"Poi dopo sei partite me lo hanno ridato".
"Nelle dieci partite successive il Pisa è passato da essere ultimo ad essere in zona play off".

Eccola qui la storia più recente del calcio all'ombra della Torre Pendente. Raccontata con invidiabile naturalezza da un uomo che osserva il mondo con gli occhi di un bambino. E che ha trovato nell'uomo di Pescara il proprio contrappunto. Che ha trovato nei valori del gigante abruzzese la propria ispirazione. Che decide di diventare il presidente di una squadra di calcio a 5 formata da ragazzi Rom conosciuti alla periferia di Roma. Che trova un allenatore che nonostante i mille impegni decide di dargli una mano. Che riesce a trovare uno sponsor nonostante la crisi economica che c'è tutto intorno a noi. Il bene che muove il bene. E' la storia più vecchia del mondo. Ma quanto è bello raccontarla ancora. Un quasi sessantenne che quasi si commuove dicendo che lui sarà un presidente di quelli che l'allenatore lo terranno a vita, proprio come avrebbe tenuto a vita Luca D'Angelo sulla panchina del Pisa.

E che conclude la propria narrazione circa il suo novello amore per il calcio a tinte neroazzurre con la frase "Ho finito il mio ruolo da imbecille". Caro Gipi, anche se non ti conosco personalmente - e me ne dolgo assai - mi permetto di rassicurarti. A Pisa, in questi mesi, di imbecilli come te ce ne erano davvero tanti. Io per primo.

Per rivedere l'intervento di Gipi a Propaganda live clicca qui

redazione.cascinanotizie