Grande successo del dibattito organizzato da RC sulla Legge regionale sulla sanità

Politica
Vecchiano
Lunedì, 25 Gennaio 2016

Lunedì 18 gennaio all'Arci Vasca Azzurra di Nodica si è svolto un dibattito organizzato dal circolo di Vecchiano di Rifondazione Comunista, sul tema della LR28, che tratta il riordino in materia di sanità a livello regionale.

La serata, che ha visto la presenza di un folto pubblico molto interessato all'argomento, è stata aperta da Paolo Sarti rappresentante del PRC in Consiglio regionale (Sì Toscana a sinistra) con un resoconto su quanto accaduto a Palazzo Panciatichi per arrivare alla rocambolesca approvazione di questa nuova Legge, che risulta perfino viziata nella parte che destituisce le 12 ASL senza legittimarne le tre nuove che di fatto attualmente non ci sono.

Il comitato costituitosi per chiederne l'abrogazione, ha raccontato Sarti, ha sin da subito respirato il clima di arroganza che Rossi e il suo staff ha costruito pur di arrivare all'approvazione più velocemente possibile di una legge che avrebbe avuto necessità di un largo e profondo confronto con i cittadini toscani e le tante categorie di lavoratori che investe. Arroganza manifestata con il rifiuto del dialogo con quanti si stavano opponendo al testo in discussione e perfino ostacolando la consegna e la vidimazione delle firme referendarie, ed infine per evitare il referendum, nello svuotarla degli articoli oggetto di emendamento.

Ma volevamo andare oltre ai meri contenuti di quello che è parso da subito, più che un riordino, una destabilizzazione di un sistema che sta subendo tagli e riduzioni, già da molti anni, mettendo in dubbio e ledendo quello che dalla nostra Costituzione è considerato un diritto Universale: il diritto alla salute di tutti i cittadini.

Dall’attenta analisi fatta sui contenuti e sulla filosofia di questa Legge, grazie all’apporto di Gavino Maciocco direttore della rivista Saluteinternazionale, lo scenario che sta andando avanti e che si prospetta è a dir poco inquietante e figlio di un sistema, che per i versi peggiori, vede l’Italia al primo posto.

La crisi economica globale, alla quale si è soliti dare lo start nel 2008, viene usata per giustificare le politiche di rigore, senza per altro tener conto dei meccanismi che l'hanno generata. Sta di fatto che le conseguenze di essa, sono state proiettate sulla UE ed inglobate da tutti gli stati membri, Italia compresa e come è vero che molte nazioni della UE, dopo i tagli iniziali alla spesa pubblica hanno iniziato, se non a reinvestirvi, a fermare le riduzioni di spesa, in Italia si è continuato dai vari governi succedutisi, a de-finanziare il settore pubblico. Entrando così in un giro vizioso indotto, per cui si de-finanzia - il cittadino non trova risposta alle proprie esigenze di assistenza – e parallelamente si predispone l’offerta del cosiddetto privato sociale, che riesce in tempi brevi e ad un costo poco lontano dal costo pubblico, a fornire lo stesso servizio usufruendo dell'abbattimento dei salari delle lavoratrici e lavoratori.

Volendo poi guardare a livello mondiale, perfino l’America del non-welfare, in materia di sanità sociale, ha operato inversioni di tendenza rispetto agli investimenti, vedendo nella salute del cittadino, il motore della ripresa economica. Il rapporto pro-capite annuo tra spesa sanitaria e spesa sanitaria pubblica in Italia è tale da rendere incomprensibile il livello sempre minore, di assistenza che abbiamo.

La LR 28 è conseguenza diretta di un disegno nazionale che sta de-legittimando tutto ciò che è pubblico, basti pensare alla scuola, ai servizi primari, per creare sfiducia, allontanare i cittadini dalle pubbliche strutture, in modo che poi quest'ultime, una volta svuotate del loro ruolo principale, non avranno più motivo di esistere.

Dunque nell’incertezza più totale, tra il non sapere se effettivamente questa Legge sarà modificata in tempo dalla giunta Rossi per essere valida (tempo che scade il prossimo 31 Gennaio) e se dopo sarà ancora possibile presentare un referendum che dia modo ai cittadini di esprimersi in merito, l’unica certezza è l’atteggiamento prepotente ed arrogante, del governo regionale e il fatto che appare  impossibile mantenere i già scarsi servizi, soprattutto quelli territoriali, con questo disegno.

Sui territori, la mancanza del turn over, bloccato dal 2009, come spiegato da Paola Bigongiari della segreteria provinciale del PRC, sta determinando una sofferenza nei servizi; spesso si ricorre a contratti a termine che, nonostante la professionalità degli operatori, non garantiscono la necessaria "continuità" e inserimento del personale.

Servizi nei quali  c'è una crescente complessità  e dove elemento importante per la "cura" è anche la possibilità di creare una relazione   tra l' èquipe assistenziale (medico - infermiere ecc.) e il paziente /utente.

A fare le spese di questa Legge saranno ovviamente i cittadini più poveri, quelli che non potranno permettersi una prestazione privata e che, dovendosi adattare a tempi sempre più dilazionati e luoghi di assistenza sempre più lontani, rinunceranno ancor di più ad accedere alle cure ed alla prevenzione.

Questo riordino, secondo il presidente Rossi, è essenziale per ridurre gli sprechi e gli errati investimenti, per ridurre la spesa sanitaria pubblica maturata negli anni, gli anni in cui, non dimentichiamolo, lui era assessore alla sanità della regione stessa.

Nella foto, l'ospedale di Cisanello a Pisa

massimo.corsini