"I CPR non sono la risposta risolutiva" afferma Giangreco del sindacato di Polizia SIULP

Politica
PISA e Provincia
Martedì, 6 Dicembre 2022

Perplessità, soprattutto per quanto riguarda la carenza di personale di polizia e per la reale utilità di un Centro di permanenza e Rimpatrio in Toscana da parte del sindacato di polizia SIULp, attraverso le parole del suo segretario provinciale Vito Giangreco

Nei giorni scorsi si è svolta la conferenza regionale autorità di pubblica sicurezza nel corso della quale sono stati affrontati diversi e importantissimi temi, ma nonostante le parole sapienti del Prefetto Valenti, la proposta di un CPR in Toscana, di piccole dimensioni, con meno di 50 posti, prospettato come un modo per accelerare le espulsioni, ha suscitato in NOI forti perplessità.
Continua ViTO GIANGRECO Segretario del S.I.U.L.P.-PISA “dal nostro modesto osservatorio sindacale non possiamo infatti non ricordare che i CPR, visto che il problema immigrazione non appare aver trovato ad oggi una vera soluzione, rappresentano uno degli aspetti più significativi del fallimento alla lotta all’immigrazione clandestina e soprattutto al contrasto alla illegalità che dalla conferenza regionale sembrerebbe emerso essere in gran parte di matrice extracomunitaria”.
“Proprio partendo da tale considerazione siamo costretti ad osservare l’incongruenza tra un centro che potrebbe accogliere meno di 50 unità e un numero importante di produttori di illegalità, non immigrati integrati, ma sempre secondo il Prefetto Valenti, criminali che delinquono in modo abituale, Ebbene considerato che sembrerebbe che il nascituro CPR dovrebbe accogliere solo soggetti provenienti dalle province della Toscana (mentre ad oggi i 9 CPR sparsi per l’Italia conformemente alla norma hanno accolto soggetti provenienti dalla diverse province italiane) e considerato che le province sono dieci  significherebbe inviare in questo nascituro centro 5 unità per provincia ottenendo un risultato che dopo pochi giorni il CPR Toscana risulterebbe pieno e coloro i quali si trovano in quel centro vi rimarrebbero per chissà quanto tempo come già avviene nei CPR esistenti con sovraffollamenti e con rischi maggiorati di sicurezza per la provincia ospitante. 
Il SIULP-PISA volutamente si astiene da considerazioni di natura politica visto che i CPR negli anni hanno visto confluenze di destra e di sinistra, tralasciando di affrontare anche il fatto come nella finanziaria siano state destinati 40 milioni di euro per nuovi CPR (che a nostro modesto avviso avrebbero potuto trovare altri usi in termini di sicurezza) e tralasceremo di riflettere sui costi giornalieri che comportano dette strutture e proveremo a fare un’analisi sotto l’spetto che più ci riguarda partendo in primis dall’esperienza consolidata che vede rimpatriati quasi il 50% delle persone transitati nei CPR, immaginando cosa potrebbe accadere nel nascituro CPR toscano. 
Aspetto sul quale invece non vogliamo sorvolare è il risparmio di risorse, visto che durante la conferenza regionale si è puntualizzato come un accompagnamento si traduca nell’impiego di 4 uomini (spesso solo due operatori) per tre giorni (il più delle volte due) invitando tutti alla riflessione sul fatto che detto nascituro CPR toscano comporterebbe un aggravio di impiego di personale (esercito, guardia di finanza, polizia e carabinieri) con funzioni di controllo del perimetro esterno, per servizio di riconoscimento, vigilanza, amministrazione, scorte, e per compiti di controllo e antisommossa. 
E allora la domanda nasce spontanea: ma siamo veramente di fronte ad uno strumento per ottenere risultati concreti per la lotta all’illegalità? E se poi i tempi di c.d. permanenza (come accade da anni) si dovessero allungare andando ben oltre quelli previsti quel centro non diventerebbe un ulteriore buco nero come definito da tanti? 

Il SIULP-PISA invita inoltre il Prefetto e il Questore di Pisa, che hanno responsabilità politica e tecnica in tema di sicurezza per l’intera provincia di Pisa a riflettere su cosa accadrebbe se la provincia pisana venisse individuata come luogo ove accogliere detto CPR, magari in uno di quei posti che in un recente passato è stato già oggetto di diverse dispute ed virtù di un organico ridotto ai minimi termini oltre all’impatto sociale con conseguenze di Ordine e Sicurezza pubblica che potrebbe derivare. 
E invita anche il sindaco o quella parte politico-sindacale, che da tempo ha fatto dell’istituendo CPR Toscano un vero e proprio cavallo di battaglia a riflettere su cosa raccontare ai cittadini nel caso in cui il CPR venisse stanziato nel territorio pisano.
Ma forse tutti sperano che la provincia interessata sia un'altra.
Il SIULP-PISA sempre attento alle dinamiche sulla sicurezza lancia un appello: meglio soluzioni vere che tengano conto di accordi bilaterali con i paesi interessati, meglio espulsioni veloci piuttosto che strutture di trattenimento che da provvisori potrebbero diventare permanenti, visto che spesso nella maggior parte dei casi l’immediatezza dell’espulsione sbandierata diviene un miraggio tanto è vero che i diversi politici che si sono succeduti, rendendosi conto della difficoltà hanno allungato la permanenza nei CPR.
Speriamo solo di non essere costretti a dire (come accaduto in passato) lo avevamo detto.

 

redazione.cascinanotizie