Il borsino di Arezzo - Pisa

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Giovedì, 24 Gennaio 2019

Cosa ha funzionato, cosa no e cosa è da rivedere nella prestazione del Pisa ad Arezzo

Un’altra partita piena zeppa di rammarico e rimpianti quella disputata dal Pisa in quel di Arezzo. I nerazzurii hanno tenuto testa agli avversari, ma ancora una volta è stato un singolo episodio a decidere la partita ed ancora una volta quel singolo episodio ha giocato contro la squadra di mister D’Angelo.

COSA FUNZIONA Mettiamo subito in chiaro una cosa. Il Pisa contro l’Arezzo ha giocato con la difesa a 3, un 3412 per essere precisi. È passato alla difesa a quattro solo nella parte finale della partita quando ha cercato in ogni modo di trovare la via del pareggio. È lo stesso modulo visto anche contro il Siena, ed è quello che in questo momento offre maggiori garanzie. Verna, fintanto che è rimasto in campo ha dimostrato di essere un valore aggiunto nel centrocampo nerazzurro, peccato poi che abbia pagato le due partite in tre giorni e sia stato costretto ad uscire.

COSA NON FUNZIONA Cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. La matematica applicata al calcio, anzi alla difesa del Pisa. Fuori Meroni che aveva servito su un piatto d’argento il vantaggio al Siena, dentro Buschiazzo, l’errore stavolta arriva dal giocatore che non ti aspetti: Benedetti, neo acquisto, giocatore di categoria superiore, commette una grande ingenuità e provoca il rigore che decide la partita. Rigore, giova ricordarlo, non proprio limpido, un penalty che si può dare o non dare, ma poiché al Pisa (contro) generalmente li danno, bisognava evitare un erroraccio da matita blu. A dire il vero la retroguardia anche nel primo tempo aveva vacillato: Buschiazzo in ritardo sulla chiusura di una diagonale aveva messo Brunori in condizione di battere a rete da distanza ravvicinata, buon per il Pisa che "San Gori" ci aveva messo una pezza.
La partita con l’Arezzo poi certifica il problema Moscardelli per quanto riguarda il fronte offensivo, il giocatore è irriconoscibile rispetto a quello che eravamo abituati a vedere, le prove di appello sono state ben più di quante di solito vengono concesse, c’è quindi da chiedersi se davvero è il caso di insistere sul capitano, o se c’è bisogno di rivedere qualcosa nelle gerarchie degli attaccanti. Anche Masucci, purtroppo, non ha ripetuto la bella prova messa in mostra contro il Siena, ed è palesemente un limite dell’ex Entella quello di non riuscire  a dare continuità alle sue prestazioni.

DA RIVEDERE Bene fa mister D’Angelo ad insistere sulla linea tracciata dalla partita contro il Siena, quello che preoccupa è che, alla luce di errori individuali grossolani, diventa difficile anche pensare a come rimediare in questi ultimi giorni di compravendita di giocatori. Il problema del Pisa oggi sembra più nella testa che nelle gambe, ovvero in quelle componenti che difficilmente si possono allenare. La fortuna bisogna anche essere bravi a guadagnarsela e purtroppo non si può comprare in nessuna delle sessioni di mercato.
Fra 48 ore arriva il Piacenza, costruito in estate con ambizioni di alta classifica e rimodellato a gennaio per vincere il campionato. Paradossalmente è l’avversario ideale in questa fase del campionato: una vittoria potrebbe in un sol colpo, spazzare via i nuvoloni neri, e dare quella fiducia che oggi sembra essere venuta meno. L’occasione è ghiotta, proviamoci.

massimo.corsini