Il borsino di Lucchese - Pisa

Sport
Lunedì, 12 Novembre 2018

Il momento giusto al posto giusto, il Pisa ritrova i tre punti e lo fa nella partita più attesa di questa stagione. Il derby con la Lucchese, si sa, è un passo indietro a quello contro il Livorno, in questa stagione, mancando la sfida con i labronici, assume quindi il ruolo di match clou, certificato dalla presenza di oltre mille tifosi nerazzurri accorsi al Porta Elisa nonostante la squadra arrivasse da due sconfitte consecutive.

COSA FUNZIONA Partiamo dalla rete di Marconi. Un goal che segna il ritorno al successo in casa della Lucchese dopo 13 anni, ma soprattutto uno dei goal più belli realizzati dal Pisa nei suoi 109 anni di storia, certamente una rete che in questa stagione può competere con grandi possibilità di successo per il titolo di “goal dell’anno”. Una rete da attaccante di razza, di quelli che si gettano sul pallone sempre e comunque e che trovano la porta anche ad occhi chiusi.

Detto della rete, quello che va messo in evidenza nella partita di ieri è il ritrovato carattere della squadra nerazzurra. Dopo due settimane con il bioritmo terribilmente basso, Gucher e compagni hanno ritrovato la rabbia agonistica necessaria per affrontare questo tipo di partite. In sede di presentazione avevamo detto che, indipendentemente dall’impianto di gioco, i derby si giocano già nel corridoio che porta in campo, il Pisa stavolta ha risposto presente ed è arrivata una vittoria pesante, per la classifica, per il morale e per la tifoseria.

Tanto carattere, ma anche le mosse azzeccate: D’Angelo non sbaglia niente. Aveva detto in sede di presentazione della partita che ci avrebbe sorpreso e all’arrivo delle formazioni in molti hanno storto il naso, immaginando un Pisa rinunciatario, invece il 3511 o 3421 visto ieri ha dimostrato di esaltare le caratteristiche di Marconi, di Di Quinzio, oltre a confermare un De Vitis strepitoso, autentico lusso per la categoria, che può giocare in qualsiasi zona del campo. Una valida alternativa al classico 352, una bella freccia in più nella faretra del Pisa che in questo modo può togliere certezze agli avversari in fase di preparazione delle partite.

Infine merita una citazione anche lo straordinario pubblico nerazzurro che ha seguito la squadra con grande passione, colorando il Porta Elisa di nerazzurro, incitando la squadra da ben prima del calcio d’inizio fino alla fine, annichilendo i rivali di curva, ma soprattutto mostrando una correttezza esemplare anche di fronte alle provocazioni rossonere, una correttezza che speriamo possa essere presa d’esempio da chi di dovere quando si tratterà di decidere su eventuali ampliamenti di capienza che ci auguriamo siano presto necessari: significherebbe che il Pisa va, anzi che il Pisa corre.

COSA NON FUNZIONA Spaccando il capello in quattro, al Pisa è mancato soltanto il colpo del KO, arrivare da due sconfitte consecutive ha fatto venire un po’ il braccino ai nerazzurri che nel finale hanno rischiato grosso dando adito anche a sedicenti rimpianti in casa rossonera. La superiorità numerica andava sfruttata meglio, ma soprattutto bisognava concretizzare quelle due, tre palle goal create in contropiede, errori sui quali oggi possiamo passare sopra, ma che avremmo rimpianto amaramente se al 90’ + 2’ l’ex Provenzano, da due passi, avesse messo dentro il pallone dell’1-1

DA RIVEDERE Resta qualche punto interrogativo nella prestazione dei nerazzurri, la corsia di destra ieri ha fatto fatica. Zammarini al rientro, non è ancora quello visto in estate, Birindelli, da subentrato, ha perso il duello con Favale. Sono due giocatori importanti che presto torneranno a dare un contributo importante alla causa nerazzurra. È stato bello invece rivedere in panchina capitan Moscardelli. Non è un caso che la squadra abbia ritrovato cuore e grinta non appena il suo capitano è tornato in gruppo. Quella dell’ex Arezzo è una presenza importante al di là della presenza in campo.

Ora si torna all’Arena Garibaldi, contro l’Olbia sarà un altro esame di maturità. Arriva una squadra ferita dalle quattro sberle prese a domicilio dal sorprendente Gozzano, un risultato che da ulteriore valore alla vittoria nerazzurra in casa della neopromossa, come ha sottolineato D’Angelo nel dopopartita ai microfoni di Punto Radio. Servirà ancora una volta la sciabola al posto del fioretto, perché in serie C, soprattutto in questa serie C, le partite si vincono così.

massimo.corsini