La Fondazione Sipario Toscana in scena a Livorno con "Problema"
La Fondazione Sipario Toscana in scena il prossimo 24 ottobre (ore 21) al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno per il “Little Bit Festival”, dedicato ai linguaggi contemporanei, con la sua produzione “Il problema”, di Paola Fresa, testo menzione speciale Premio Platea su 504 opere.
Una storia d’amore e un inno alla vita che, racconta l’autrice “ci parla della nudità del dolore, della morte che si affaccia nella vita di una famiglia e di come si possa sopravvivere a quel dolore, al presagio di un’assenza”, nel precipizio della memoria che è la sindrome di Alzheimer. E la scrittura non risparmia ai suoi personaggi continui inciampi tragicomici.
Dopo il debutto al Festival Primavera dei teatri, uno dei principali appuntamenti dedicati alla nuova drammaturgia, lo spettacolo è stato rappresentato in tutta Italia, dalla Calabria all’Alto Adige. In scena, insieme a Paola Fresa, ci sono Nunzia Antonino, Franco Ferrante, Michele Cipriani; la collaborazione artistica è di Christian Di Domenico.
In un interno domestico, padre, madre e figlia si trovano a dover affrontare un problema: la malattia incurabile che colpisce il padre. Il testo è costruito come una sequenza ininterrotta di accadimenti, dove la narrazione è affidata all’esclusiva rappresentazione dei fatti. La casa diventa, scena dopo scena, immagine claustrofobica della malattia e i contatti con il mondo al di fuori, rappresentati dai tre personaggi esterni al nucleo familiare, non fanno altro che stringere il cerchio intorno ai tre protagonisti. Così, in una corsa contro il tempo, tra rifiuto del “Problema” e silenziosa resistenza al dolore, tra vagabondaggi notturni e mancati riconoscimenti, nel sovrapporsi di passato e presente, dove il confine fra realtà e immaginazione diventa labile, madre e figlia si ritroveranno unite nell’impresa di trattenere il ricordo di sé nella mente del padre.
“Siamo partiti dal testo - spiega l’autrice Paola Fresa - e abbiamo individuato nel nucleo familiare (padre, madre, figlia) il centro nevralgico del dramma che ha nella crisi dell’identità il suo tema fondante. Identità che vacilla in chi si ammala per la perdita del ricordo della propria esperienza di vita, ma anche in coloro che si trovano a essere testimoni della malattia. La consapevolezza di quello che siamo è strettamente legata alla percezione che di noi hanno le persone che ci sono accanto. Nel momento in cui non ci vediamo più riconosciuti dall’altro, la nostra stessa identità entra in crisi. È quello che accade ai protagonisti del testo”.