Monti Pisani, parla Coldiretti: "5 anni senza olio e 15 per il recupero ambientale"

Cronaca
Calci
Mercoledì, 26 Settembre 2018

Sul Monte Serra, descritto da Dante “per che i pisani veder Lucca non ponno”, ci vorranno almeno 15 anni per rivedere i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento al vasto incendio sui Monti Pisani, che spinto dal vento ha già distrutto oltre mille ettari di bosco. 

“Ai costi per gli interventi di emergenza per spegnere le fiamme da terra e con i mezzi aerei e per la necessaria evacuazione si aggiungono quelli per la ricostituzione del patrimonio boschivo ma il fuoco, sottolinea Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscanaha pesanti effetti anche dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità, con animali morti e piante secolari distrutte e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici”.

"Nelle foreste andate a fuoco, precisa la Coldiretti, saranno impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, delle castagne e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi. Le fiamme hanno risparmiato la Certosa di Calci, secondo monumento pisano per visite dopo Piazza dei Miracoli, ma non hanno avuto pieta delle diecimila piante di ulivo anche secolari sono stati distrutte dall’incendio che ha colpito anche vigneti e castagneti e ha minacciato abitazioni rurali e alcuni agriturismi che sono stati costretti ad evacuare con una stima salita ad oltre 6 milioni di euro di danni solo per l’agricoltura con gli ulivi che dovranno essere ripiantati e ci vorranno almeno cinque anni prima che si torni a produrre.

“Superata l’emergenza, sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscanaoccorrerà intervenire rapidamente per far ripartire le attività produttive anche con interventi straordinari per il reimpianto delle coltivazioni andate distrutte dal fuoco. Occorre aver presente – continua – che al costo per  ripristinare la produzione, anche ricorrendo al reimpianto, di un oliveto o di un vigneto va aggiunto il danno per la mancata produzione  per diversi anni Bisognerà quindi tener conto della sopravvivenza delle aziende professionali   di quei territori che vivono della di agricoltura, La nostra Organizzazione – conclude - sarà a fianco delle imprese e collaborerà con le istituzioni, anche attraverso le strutture territoriali, per avviare la fase di rinascita di un territorio così profondamente ferito”.

Secondo Coldiretti i danni provocati dall'incendio sono da quantificare nel costo degli interventi per emergenza; perdita di biodiversità per danni alla fauna e alla flora con boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro ma anche funghi ed erbe aromatiche; impedite nelle aree a fuoco tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre decine di migliaia di appassionati; almeno cinque anni affinchè gli ulivi ripiantati tornino a produrre; difficoltà per turismo e agriturismo per calo delle presenze nelle aree coinvolte.

 

redazione.cascinanotizie