Pazienza addio, Petrone verso la panchina del Pisa

Sport
Lunedì, 26 Marzo 2018

Da Alessandria-Pisa a Pisa-Carrarese. L’avventura di Michele Pazienza sulla panchina del Pisa sembra giunta al capolinea. E’ più di una indiscrezione quella che vuole l’allenatore parcheggiato a Pisa con la squadra in viaggio verso il ritiro di Novarello, mentre la parte dirigenziale si trova a Milano in riunione probabilmente con il socio di maggioranza Enzo Ricci.

Ben quarantotto ore dopo la disfatta contro la Carrarese il destino di Pazienza sembra essere segnato. Un esonero che potrebbe arrivare nell’imminenza di una partita importante come quella contro la Giana Erminio che si disputerà di giovedì, troppo poco tempo per un nuovo allenatore per dare una prima impronta alla squadra, troppo tempo perso, se si voleva arrivare al cambio di tecnico, nell’esonerare Pazienza.

Chi adesso al suo posto? Non c’è tempo da perdere, ma non c’è più neanche margine di errore. L’area tecnica nerazzurra ha bruciato due allenatori in 9 mesi, sbagliare è umano, perseverare sarebbe diabolico, a meno che non ci si trovi di fronte ad una palese incapacità di gestire la situazione.

Il nome scelto è quello di Mario Petrone. I rumors parlano del tecnico ex Ascoli e Catania già sulla via del Piemonte dove potrebbe raggiungere la squadra nel pomeriggio e dirigere il suo primo allenamento. si attendo soltanto la conferma da parte del club.

Chi è Mario Petrone il prossimo allenatore del Pisa? Nato a Napoli 44 anni fa, predilige giocare con il 4231 o con il 433. Un palmares non troppo ricco ma impreziosito dalla vittoria del campionato di Lega Pro 2014/2015 quando il tecnico sedeva sulla panchina dell’Ascoli.

Un campionato in realtà vinto a tavolino dopo che i bianconeri terminarono la stagione regolare al secondo posto che si trasformò nel primo dopo che il Teramo venne retrocesso d’ufficio per illecito sportivo. Resta il fatto che finire il campionato a ridosso di quel Teramo, guidato da un grande tecnico come Vivarini, e che in attacco poteva schierare Donnarumma e Lapadula, fu comunque un’impresa non di poco conto al termine di una stagione in cui l’Ascoli collezionò 19 vittorie, 14 pareggi e solo 5 sconfitte per una media punti pari ad una media di 1,86 punti a partita. L’avventura con la formazione marchigiana proseguì anche l’anno seguente, in cadetteria, ma si interruppe dopo più di due mesi di campionato nei quali raccolse 3 vittorie un pareggio e sette sconfitte (media a partita 0,90 punti).

Dopo l’avventura nelle Marche Petrone riparte da Catania, era il 18 febbraio 2017 quando venne chiamato sulla panchina dei siciliani dove resterà per sole 3 partite con uno score di una vittoria, un pareggio e una sconfitta per un totale di 1,33 punti di media a partita. Al termine della gara persa 2-0 contro il Melfi il tecnico campano rassegnò le proprie dimissioni. “Alla base della mia scelta non c’è stato alcun litigio, né con Lo Monaco né con la squadra, spiegò al tempo Petrone. Ero stato incaricato di fare cambiare mentalità alla squadra, dopo la partita col Melfi ho preso consapevolezza di non esserci riuscito e mi sono dimesso. So bene che il direttore si è dispiaciuto della mia decisione. E la sua posizione, che ha riferito alla stampa, è la stessa che mi ha espresso nel momento in cui gli ho comunicato la mia scelta. La sua è una posizione del tutto comprensibile dal punto di vista di un dirigente sportivo. Io faccio l’allenatore e le spiegazioni che ho dato a lui, per me, sono molto importanti. Sono segnali di grande responsabilità rispetto al percorso che era stato messo sul tavolo dall’inizio”.

“La mia non è stata una resa, ma il gesto, che andrebbe apprezzato, proseguì il tecnico nello spiegare il suo gesto, di una persona che vive il calcio con grande professionalità, dedizione e passione. Le mie prime tre partite facevano parte di un percorso fissato. In cui, a parte la prima col Taranto, bisognava puntare a invertire il rendimento in trasferta e quello contro le piccole. Siamo andati a Messina per vincere, e ci siamo riusciti. Per me quella col Melfi era la partita crocevia, la più importante del campionato, si chiedeva una svolta, e la squadra lo sapeva. È inaccettabile perdere 2-0 contro il Melfi, per di più senza giocare, e offrendo una prestazione simile a quella contro l’Akragas, nonostante fosse avvenuto già un cambio d’allenatore. Per me, che ero stato chiamato a dare la svolta, è stato inaccettabile incappare in un’ennesima prestazione mancata. Sono stato intransigente, lo ammetto. La sconfitta mi ha segnato, tanto da non averci dormito. Mi sarebbe stato bene perdere con qualsiasi altra squadra. Perdere col Melfi ultimo in classifica, che arrivava al Massimino dopo undici sconfitte consecutive, no. Non si può buttare via in quel modo un momento di grande entusiasmo, come quello successivo alla vittoria contro il Messina. Non si può buttare via in quel modo il lavoro svolto durante tre settimane”.

Prima di sedersi sulle panchine di Ascoli e Catania, Petrone aveva iniziato la sua carriera di allenatore in Sardegna, a Tempio Pausania ed a Nuoro, inframezzando questi due incarichi con una esperienza a Malta sulla panchina del Msida SJ, poi Lumezzane, Sanluri, San Marino e Bassano, prima del salto all’Ascoli e della promozione in serie B. Per lui adesso la panchina del Pisa, augurandoci che possa bissare il successo che ebbe nelle Marche.

massimo.corsini