Petroni, Gravina, Abodi e quel filo che li lega

Sport
Sabato, 27 Agosto 2016

Fra i tanti, troppi intrighi che si intrecciano nella vicenda Pisa di questa estate infinita e snervante per tutti i tifosi nerazzurri, ieri sera è stato aggiunto un ulteriore nodo rappresentato dalla presenza, ingombrante quanto sgradita ai tifosi e alla città, di Giulio Gravina.

Intervenuto ieri sera nel corso del "Diario Nerazzurro" su 50 Canale, Gravina, ha candidamente ammesso tre aspetti che vale la pena di sottolineare:

DI PADRE IN FIGLIO. Lorenzo Petroni è a tutti gli effetti colui che gestisce l'affare Pisa. Il 19enne, figlio di Fabio, incarcerato agli arresti domiciliari, ha preso il posto del padre e gestisce in tutto e per tutto la società nerazzurra con potere decisionale e mani libere. Quest'ultimo aspetto viene perciò immediatamente smentito dal punto successivo.

IL TUTOR. Giulio Gravina ha ammesso la parentela definendo Lorenzo un "nipote acquisito", ha detto di non avere rapporti con Fabio da molto tempo (ma questo dato diventa insignificante nel momento in cui è il solo Lorenzo ad occuparsi del Pisa), ma ha anche ammesso di dare spesso e volentieri consigli al nipote. Consigli che riguardano anche l'operato all'interno di AC Pisa 1909.

LEGALE DI FIDUCIA. I consigli sulla gestione del Pisa sono talmente specifici da aver consigliato lui stesso (Gravina) il legale per la gestione della vendita del club nerazzurro. Come dire, si gioca in casa si porta noi il pallone e si sceglie pure l'arbitro. Non sorprende che Equitativa, ma anche lo stesso avvocato Nolli, stiano trovando o abbiano trovato ostacoli insormontabili.

A questo punto a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca diceva Giulio Andreotti, uno che ti poltrone romane se ne intendeva parecchio. Ascoltando le parole di Gravina in TV ieri sera, e rileggendo gli ultimi comunicati stampa emessi, senza firma alcuna, da Britaly Post, il sospetto che a scriverli sia lo stesso presidente di Italpol è molto molto forte, ma chissà magari è solo un nostro pensar male.

In tutto questo intreccio qual'è la posizione di Andrea Abodi, presidente della Lega di Serie B ed ex presidente di Astral Spa (ai tifosi del Pisa quest'ultimo nome dice poco, ma vedrete, non è un nome sparato a caso)? Abodi in tutta questa vicenda ha avuto un comportamento certamente ondivago, schierato con Petroni, ai tempi (sembra passato un secolo) pre-Gallarate, poi quasi spazientito dal comportamento di Britaly Post al punto che adesso potrebbe apparire quasi dalla parte dei pisani che vogliono la cacciata dei Romani. Attenzione però, Abodi, in primis pensa al suo campionato ed alla sua ambizione, ed un campionato zoppo sarebbe uno smacco troppo grande anche per lui. Ma sopratutto Abodi, romano, così come Britaly Post ed Italpol, porta sulla schiena un enorme punto interrogativo quando si scopre che con Giulio Gravina è quanto meno legato dalle conoscenze politiche, la destra romana legata a Fini, Polverini ed Alemanno, ma sopratutto a Storace, al punto che i nomi di Abodi e Gravina compaiono, non legati fra loro, ma compaiono, in un inchiesta sulle tangenti nella sanità nel Lazio (leggi qui, l'articolo de L'Espresso). In un documento denominato Torex prima si legge: "Talmente fuori controllo che l'assessore Gargano, ex fedelissimo di Storace, si trova a un certo punto costretto a difendersi dalle accuse di aver intascato mazzette all'insaputa del partito. "Voci su Lotito (il presidente della Lazio Claudio Lotito, proprietario d'imprese di pulizie, vigilanza e costruzioni, ndr) e Ciarrapico (Giuseppe Ciarrapico, imprenditore ed editore romano ndr) da cui avrei avuto finanziamenti: né una lira dal primo né mai avuto contatti di alcun genere con l'altro", scrive sul suo computer il politico regionale in una lettera che vorrebbe inviare a Storace, ma che poi sostiene di non aver mai spedito. Quindi prosegue spiegando di quale materie si è occupato e di quali no. Gargano afferma, per esempio, di essere rimasto fuori dalla "gara per la vigilanza in regione". Dice che "né Lotito", il quale cura la security in via Colombo, "né Gravina (Domenico, titolare dell'Italpol, ndr) né Di Gangi (Pasquale, patron della Sipro, ndr) hanno corrisposto nulla al sottoscritto". E aggiunge, facendo forse riferimento all'ex assessore al Personale e attuale vicepresidente del consiglio Bruno Prestagiovanni (An): "Mi risulta però che sono stati chiamati da Prestagiovanni". Infine scrive: "Metro C gara da parte del Comune Roma".

Successivamente entra in scena la Astral guidata da Abodi: "Accenni espliciti alle tangenti, in questo caso forse già versate, non mancano poi in altri brani del documento. Gargano scrive: "Ho fatto consegnare per te XXX euro dall'ingegnere Crivellone ad Abodi". Il riferimento è tutto per il business delle strade. Andrea Abodi è infatti il presidente dell'Astral, l'azienda pubblica delle strade regionali, e dell'Arcea, una società mista che dovrebbe realizzare due autostrade: la Roma-Formia e la Cisterna-Valmontone. Proprio per questo ad Abodi, stando all'appunto, sarebbero stati "delegati i rapporti aziendali" con le società che lavorano per l'Astral e l'Arcea".

Sinceramente poco importa, per la vicenda Pisa, come è andata a finire quell'inchiesta, l'augurio è che tutti siano sempre stati onesti e che nessuna condanna sia stata comminata, quello che ci interessa è capire i rapporti fra Gravina (nell'articolo si cita il padre di Giulio, Domenico, ma credo sia irrilevante quando si parla di aziende e questioni di famiglia) ed Abodi. Ci rimane piuttosto difficile pensare che due persone che vivono nella stessa città, legati politicamente dalle stesse frequentazioni siano due perfetti sconosciuti.

Insomma alla fine oltre al pallone e all'arbitro stai a vedere che Britaly Post si è portata anche l'organizzatore dell'evento. Vincere così è sinceramente difficile per tutti.

massimo.corsini