Quale futuro per il Pisa e per la serie C

Sport
Lunedì, 28 Maggio 2018

Il Pisa che verrà, la serie C che sarà, questo il tema che da qui alla fine dell’estate sarà il principale argomento di discussione. Due domande alle quali oggi è impossibile dare una risposta certa.

Si possono fare analisi e previsioni in base e ciò che viene detto dai protagonisti ed è quello che cercheremo di fare in queste righe cominciando dalla situazione in casa nerazzurra.

IL NUOVO PISA Avremo tutti le idee più chiare quando il presidente Corrado parlerà nella conferenza stampa annunciata dalla società nel dopo partita di Pisa-Viterbese e che verrà convocata nel corso di questa settimana. Nei giorni passati ci sono stati diversi incontri fra i soci del Pisa (Ricci al 55%, Corrado e Calissi al 20%, oltre a Palotti al 5%). E’ evidente che l’ultima parola spetti ad Enzo Ricci, socio di maggioranza, così come è evidente che la conferenza stampa verrà programmata quando fra i soci tutto sarà chiarito. Qualche mal di pancia, è inutile negarlo c’è stato e dalle colonne dei quotidiani nei giorni scorsi è emerso. La sensazione è che alla fine si deciderà di andare avanti cercando di conquistare quella serie B sfuggita per i troppi errori commessi in fase progettuale in questa stagione.

NODO DS E ALLENATORE Direttore Sportivo e Allenatore le prime incognite a cui dare un nome. E’ assai probabile che si vada avanti con Raffaele Ferrara ma questa volta accanto a se ci sarà un allenatore che parteciperà alla costruzione della squadra e che avrà un ruolo importante nella scelta degli uomini. Un cambio di rotta rispetto al modus operandi della passata stagione quando a Carmine Gauteri venne consegnato un Pisa “chiavi in mano”. Resta da individuare l’uomo giusto per guidare i nerazzurri, dopo il doppio cambio di allenatore della stagione appena conclusa, non si vuole sbagliare la mossa. I nomi che circolano sono quelli di Giancarlo Favarin, sarebbe un gradito ritorno, la chiusura di un cerchio spezzato dal cambio societario dell’agosto 2015, di Pasquale Padalino, ex numero due nerazzurro ai tempi di Ventura, ma soprattutto quello di Mario Petrone in scadenza di contratto ma che alla fine potrebbe spuntarla. Il nuovo Pisa potrebbe ripartire proprio da colui che meglio di ogni altro conosce l’ambiente e gli uomini a disposizione e che sa cosa manca a questa squadra per poter spiccare il volo.

GIOCATORI Presto dire su chi punterà il nuovo Pisa, l’unica certezza è la situazione contrattuale di ogni calciatore, ben illustrata qualche settimana fa da Andrea Chiavacci sulle colonne de Il Tirreno. L’unico giocatore in scadenza di contratto è Andrea Lisuzzo. Sta a lui decidere se proseguire un altro anno oppure appendere le scarpette al chiodo, probabile che per decidere voglia attendere di parlare con il nuovo allenatore. Da parte sua la società ha sempre dichiarato di volere allungare il contratto al Sindaco, in alternativa per lui in ruolo da dirigente.

Sotto contratto fino al 2019 ci sono Mannini, Birindelli, Ingrosso, Maltese, Sabotic, Giannone, Negro e Di Quinzio. Scadranno invece nel 2020 i contratti di Gucher, De Vitis, Masucci, Lisi, Petkovic e Voltolini. Infine c’è Umberto Eusepi che ha un contratto fino al 2021.

Ci sono poi tutti i prestiti sia in entrata che in uscita: su Filippini il Pisa vanta un diritto di riscatto nei confronti della Lazio, Carillo sarebbe stato riscattabile dai nerazzurri una volta raggiunte le 20 presenze, ma il giocatore è andato sull’Aventino con tanto di certificato medico, per cui rientrerà a Pescara, e sinceramente non ne sentiremo la mancanza. Infine ci sono prestiti secchi come quelli di Sainz Maza, Ferrante, Setola e Cagnano. Difficile immaginare che la società voglia fare uno sforzo per trattenerli, considerando quanto impalpabile è stato il loro contributo alla causa nerazzurra nella seconda parte della stagione.

Torneranno al Pisa Cardelli, autore di una stagione non positiva a Caserta, Polverini, retrocesso con la Racing Fondi, Favale, retrocesso con il Gavorrano ma autore di un buon campionato, Zammarini, che ha trascinato il Pordenone ai playoff, Peralta, di rientro dalla Spagna dove ha messo piede in campo per pochi minuti, Lidin, che nella primavera del Bologna è sempre stato spettatore, e l’intera colonia di Pagani: Meroni, Cuppone, Nacci e Cernigoi. Infine c’è Luca Verna, il Carpi su di lui vanta un opzione per il riscatto, opzione che ad oggi non ha ancora esercitato. In Emilia le quotazioni di Verna nelle ultime giornate di campionato sono andate calando, la situazione del centrocampista sarà probabilmente decisa quando a Carpi si insedieranno sia il nuovo direttore sportivo che il nuovo allenatore.

LA NUOVA SERIE C Come sarà il nuovo campionato? Il format non sembrerebbe in discussione, il condizionale con questa governance imprevedibile è sempre d’obbligo, quindi 3 gironi possibilmente a 20 squadre o giù di lì, l’auspicio è che si evitino almeno i campionati zoppi visti quest’anno. Ancora al lordo di guai finanziari, licenze da attribuire in base ai parametri nella prossima serie C ci saranno le quattro retrocesse dalla serie B: Ternana, Novara, Pro Vercelli (Entella o Ascoli che si affronteranno nel playout); poi le squadre confermate dalla stagione appena conclusa: Pisa, Monza, Alessandria, Carrarese, Piacenza, Giana Erminio, Pistoiese, Pontedera, Lucchese, Olbia, Pro Piacenza, Arzachena, Arezzo, Cuneo, AlbionoLeffe, Renate, Bassano, Pordenone, Mestre, Triestina, Ravenna, Fano, Fermana, Gubbio, Teramo, Vicenza, Trapani, Juve Stabia, Monopoli, Casertana, Rende, Francavilla, Sicula Leonzio, Bisceglie, Matera, Siracusa, Catanzaro, Reggina, Fidel Andria, Paganese; le promosse dalla serie D: Gozzano, Pro Patria, Virtus Verona, Rimini, Albissola, Vis Pesaro, Rieti, Potenza, Vibonese; ed ovviamente chi fra Reggiana, Siena, Viterbese, SudTirol, FeralpiSalò, Catania, Cosenza, Sambenedettese non riuscirà a salire di categoria. Togliendo la vincente dei playoff il conto fa 60. E’ ovviamente presto parlare di conformazione dei gironi anche se si parla con insistenza di un ritorno al taglio orizzontale Nord, centro e sud. Questo porterebbe il Pisa a perdere le squadre Lombarde ed Emiliane, ed a ritrovare quelle marchigiane che si affacciano sull’adriatico, oltre che le Umbre e le Laziali sopra Roma.

Nel caso ci siano defezioni per motivi economici si darà corso al ripescaggio che sarà strutturato con la seguente rotazione: il primo ripescaggio spetta ad una “famigerata” squadra B, il secondo ad una retrocessa dalla serie C (Gavorrano, Santarcangelo, Fondi, Prato, Akragas), il terzo ad una squadra di serie D vincitrice dei playoff, nove formazioni ad oggi così incolonnate: 1. Cavese, 2. Como, 3. Matelica, 4. Albalonga, 5. Arzichiampo, 6. Imolese, 7. Pergolettese, 8. Ponsacco, 9. Igea.

Per beneficiare del ripescaggio occorre fare domanda e versare quanto stabilito dalla FIGC in accordo con la Lega Pro, una cifra non di poco conto che potrebbe scoraggiare molti dall’avventurarsi in una richiesta di ripescaggio.

massimo.corsini