Quando Berggreen portò il Pisa in vetta, Auguri Klaus

Sport
Sabato, 3 Febbraio 2018

E’ il 3 ottobre 1982, a Pisa c’è una generazione intera, quella nata dopo al seconda metà degl’anni 60 che la propria squadra di calcio in serie A non l’aveva mai vista. Da qualche anno invece si sogni e si sogna in grande perché Romeo Anconetani, almeno nell’immaginario di noi adolescenti e pre adolescenti, è riuscito nell’impresa di convincerci che il Pisa stia diventando imbattibile: promozione in B, salvezza, metà classifica, promozione in A, e adesso, alla vigilia della quarta giornata due pareggi in trasferta e lo scalpo del Napoli ottenuto all’Arena, perfetta media Inglese e squadra che vola. A 13-14 anni non c’è ragione di pensare che il Pisa non possa vincere tutto, non possa essere imbattibile anche se davanti si trova squadre che fino a poco tempo fa erano considerate inarrivabili.

Quel giorno l’Arena era ancora un cantiere, si stava completando la costruzione della nuova tribuna coperta e sulla pista di atletica erano state approntate le tribunette del gioco del ponte, lo stadio pisano, terribilmente identico ad oggi, al tempo poteva contenere anche 30.000 persone, i numeri esatti non si sapevano mai, perché al di la delle cifre sciorinate da Romeo in sala stampa la sensazione era sempre quella di essere molti di più.

Quel 3 ottobre era un giorno particolare, il Pisa era imbattuto, il Pisa volava, il Pisa se batteva la Sampdoria, storico nemico di sciarpa, neopromossa come i nerazzurri,ma molto più ricca di soldi e di nomi, avrebbe conquistato,  la vetta della classifica agguantando proprio i blucerchiati che la guidavano a punteggio pieno.

La giornata iniziò prestissimo alle 8:30-9 eravamo già fuori dalla curva nord, seduti sui tubi di ferro azzurri che servivano, non sempre ci riuscivano, a tenere le file ordinate, ognuno con il proprio sacchetto per il pranzo sui gradoni, ognuno con il suo carico di speranze ed emozioni a 13-14 anni il Pisa ai vertici ella serie A era qualcosa che ti riempiva il cuore e le giornate .

L’attesa lunga, lunghissima, veniva stemperata da risate e scherzi con gli amici, che fossero compagni di scuola, di squadra o semplicemente “amici di gradone”, l’emozione e la tensione saliva man mano che l’Arena, priva della sua tribuna principale, si riempiva, uno spettacolo inimmaginabile al giorno d’oggi con le assurde regole e restrizioni imposte dai vari comitati e osservatori per la sicurezza. Stipati come non mai vediamo entrare le squadre in campo, il tempo di prendere fiato ed il Pisa con Todesco passa in vantaggio. Il goal, un diagonale maligno finito nell’angolino destro, lo realizza sotto la curva sud, sotto il naso dei tanti doriani arrivati a Pisa con la spocchia della squadra imbattuta. 1-0 il Pisa è primo in classifica, capite? Primo in Serie A, non ci si crede, la partita è lunga, ma a distanza di 36 anni ricordo perfettamente che non ho mai avuto paura di perderla quella partita, di non farcela: già, perché quel Pisa era quello invincibile, non c’erano estati del Pisano, drammi, contestazioni, il Pisa era l’Eden, tutto andava bene, e non sapevamo, noi adolescenti, cosa significasse la parola crisi. Per questo, con l’incoscienza e l’inconsapevolezza del predestinato, la parola paura su quei gradoni non c’era.

Ad allontanarla definitivamente ci pensa al 32’ Klaus Berggreen, danese arrivato a Pisa insieme a Caraballo per formare la coppia di stranieri, al tempo non potevano essere più di due. Berggreen arriva dalla Danimarca, ricordo che le aspettative più grandi erano per l’Uruguaiano Caraballo, che invece si rivelerà un flop tremendo, Klaus invece si ritagliò il suo spazio in punta di piedi, e poco dopo la mezz’ora di quel Pisa-Samp inizia la sua scalata nel cuore di tutti i tifosi: testa di Todesco, palo e il biondo danese e pronto sulla ribattuta del montante a battere Bistazzoni per la seconda volta: delirio Arena, il suo gigante biondo ha aperto il suo conto con il goal: la leggenda di Klaus Berggreen, alimentata poi da quella maglia numero 7 strappata in Pisa-Juve, inizia in quel preciso istante. La Sampdoria accorcia,con un goal palesemente irregolare per fallo su Mannini, ma la paura è sempre lontana, un goal subito è semplicemente un incidente di percorso. Per rendere perfetta la giornata serve la rete sotto la curva nord e Klaus Berggreen esaudisce anche questo nostro desiderio, lo fa a 10’ dal termine sugli sviluppi di una punizione calciata da Sorbi dalla sinsitra, Klaus anticipa tutti e di testa mette in rete: 3-1 e corsa sotto la nord ad esultare: l’amore con il danese è sbocciato, è amore vero, di quelli durano per sempre. Non è un caso che quest’oggi le pagine social legate al Pisa fin dalla prima mattina sono un florilegio di auguri per un giocatore che come nessun’altro è entrato ed è rimasto nel cuore dei pisani al punto di dedicargli una coreografia fra le più belle di sempre, in occasione della semifinale di playoff contro il Pordenone. Tanti auguri Klaus e grazie di tutto!

Ah, per la cronaca la partita finì 3-2, il Pisa era in testa alla classifica: ricordo la corsa a casa perché c’era da vedere e godersi 90° minuto, e la sinstesi della partita di serie A, tutti avrebbero parlato della favola Pisa, Pisa per un giorno scalzò le grandi dai titoli di notiziari e giornali, il Pisa quel giorno ci vede sentire pazzescamente orgogliosi e tutta l’Italia si inchinò a Romeo, alla sua squadra e al suo pubblico.

massimo.corsini