Sfruttamento della prostituzione, emesse misure cautelari nei confronti di otto persone

Cronaca
Vecchiano
Martedì, 14 Agosto 2018

Otto misure cautelari per Associazione per delinquere, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione a scopo di prostituzione sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pisa ed operate questa mattina da parte dei Carabinieri di Pisa, Massarosa, Viareggio e Livorno.

Quattro indagati sono finiti in carcere, per gli altri quattro, invece, è scattato l’obbligo di dimora, con il divieto di lasciare l’abitazione nelle ore notturne.

Proprio il Nucleo Investigativo dei Carabinieri , circa due anni fa, ha infatti avviato e condotto una complessa indagine, che ha nel tempo scoperto  un’intricata maglia di rapporti fra transessuali brasiliani e complici italiani, che, per anni, hanno tratto il loro profitto dalla prostituzione di circa trenta altri transessuali brasiliani, indotti a “vendersi” lungo le strade della nostra provincia, in particolare nella zona di Migliarino nel comune di Vecchiano in modo da pagare i debiti contratti con le “madrine”.

La segnalazione pervenuta agli investigatori, nell’estate del 2016, da una transessuale esasperata dalle continue pressioni di chi l’aveva “accomodata” in un appartamento pisano e “autorizzata” a prostituirsi per strada, ha dato luogo a pedinamenti, identificazioni, intercettazioni telefoniche e ambientali che, a partire da una coppia di transessuali, di cui una sottoposta a intervento chirurgico per il cambio di sesso, ha visto il coinvolgimento di altri connazionali e di alcuni italiani.

La coppia di transessuali, C.R.S.D., detta “Denise”, 35 anni, e “Kailane” A.d.S., 33 anni, risiedeva a Pisa e in città organizzava l’arrivo dei connazionali: giovani transessuali pronti a prostituirsi per mantenersi da vivere. I due facevano accomodare le vittime connazionali in alcuni appartamenti cittadini e, di sera, organizzavano il loro trasporto con destinazione, il bordo strada, in particolare sull’Aurelia, in zona Migliarino Pisano oppure nelle prossimità della zona “Navicelli” e nei vicini quartieri.

I trasporti erano effettuati da autisti italiani, membri a tutti gli effetti dell’associazione a delinquere, che si facevano pagare dai transessuali per ogni viaggio, andata e ritorno.

massimo.corsini