"Sulle ali della Musica". Punto Radio con la 46^ Brigata Aerea di Pisa

Cultura
Giovedì, 1 Dicembre 2016

Sulle ali della Musica”, una splendida serata a scopo benefico che Punto Radio e Cascina Notizie seguiranno in diretta a partire dalle ore 19:30 di questa sera sulle frequenze 91.1 – 91.6, in streaming su www.puntoradio.fm e attraverso l'app di Punto Radio.

L’evento di gala si terrà presso la 46^ Brigata Aerea di Pisa, organizzatrice della manifestazione il cui ricavo sarà destinato all’Associazione Cure Palliative Il Mandorlo, impegnata nella cura ed assistenza dei pazienti in fase di malattia avanzata.

Sulle ali della musica” è un connubio perfetto tra la 46^ Brigata Aerea, la sua missione di pace nel mondo, la sua attività nei cieli, come la musica che si libra nell’aria che sarà protagonista con una serata “jazz & blues” in compagnia del Maestro Alessandro Lanini.

Punto Radio è felice di poter condividere con i suoi ascoltatori/trici questo evento, sapendo che i pisani e non solo, da sempre si sentono vicini e grati della loro presenza che qualifica ancor di più la città della Torre Pendente.

 

Chi è e che cosa fa la 46ª Brigata Aerea di Pisa (da www.aeronautica.difesa.it)

Missione

La 46ª Brigata Aerea è operativa 365 giorni l'anno 24 ore il giorno e impiega i suoi uomini e i suoi velivoli in ogni parte del mondo in molteplici attività di istituto. Tali attività comprendono: 

  • Aviosbarco;
  • Aviolancio di personale e materiale;
  • Trasporto materiali, mezzi ed equipaggiamenti;
  • Trasporto sanitario d'urgenza;
  • Trasporto organi per trapianto;
  • Trasporto personale biocontaminato;
  • Aerosgombero sanitario;
  • Supporto equipe mediche;
  • Supporto Gruppo di Chirurgia d'Urgenza dell'Ospedale di Pisa;
  • Supporto alla Protezione Civile;
  • Supporto al Ministero degli Interni;
  • Supporto al Ministero degli Affari Esteri;
  • Operazioni tattiche;
  • Operazioni speciali.

Oltre a questi compiti principali la 46ª Brigata Aerea offre supporto per la realizzazione di missioni umanitarie, soprattutto in occasione di gravi calamità naturali o altri eventi che determinino la necessità di fornire aiuti e sostegni a popolazioni che da questi accadimenti subiscono pesanti disagi. Ricordiamo in particolare l'intervento della Brigata in favore della popolazione indonesiana colpita dallo Tsunami del dicembre 2004, i primi aiuti in seguito al sequestro da parte di terroristi della scolaresca di Beslan (Ossezia). L'intervento in favore della popolazione di New Orleans (USA) colpita dall'uragano Kathrina (2005), il terremoto in Pakistan, l'alluvione in Georgia, l'alluvione in Algeria, il terremoto in Iran, la missione 'Ridare la luce'. Nel corso di questa missione, attraverso più spedizioni in diversi periodi, i C-130J della 46ª hanno trasportato un'equipe di oculisti dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma e dell'Istituto di Medicina Legale Aeronautica che, in Mali, in Benin ed a Gao, ha operato, centinaia di persone affette da cateratta non altrimenti correggibile in quei luoghi mancanti anche dei minimi presidi sanitari. In armonia con questa tradizione di generosità e professionalità la 46ª Brigata Aerea, con i suoi uomini e velivoli, continua ad operare ogni giorno al servizio della comunità nazionale ed internazionale.

Storia

Con il 'Foglio d'Ordini Riservato N. 01 del 25 gennaio 1940 – Anno XVIII' viene costituito, sull'aeroporto di S. Giusto, in data 15 febbraio 1940, il 46° Stormo Bombardamento Terrestre al comando del col. pil. Umberto Nannini. Il nuovo reparto era articolato su due Gruppi di volo: il 104° comandato dal ten. col. Giorgio Porta con le dipendenti Squadriglie 252ª e 253ª, e il 105° Gruppo comandato dal magg. Remo Cadringher con le Squadriglie 254ª e 255ª​. Velivolo in dotazione: l'ottimo trimotore Savoia Marchetti SM.79 'Sparviero'. Transitato nella specialità aerosilurante nei primi anni del conflitto mondiale, dopo l'8 settembre 1943 il personale e i pochi velivoli rimasti vennero riuniti, sull'aeroporto di Lecce, in un'unica Squadriglia, la 253ª. Terminate le ostilità, il 1º novembre 1948 lo Stormo Trasporti assunse la denominazione di '46º Stormo'  schierandosi sull'aeroporto romano di Centocelle. Nel 1953 il Reparto torna a Pisa e l'arrivo dei velivoli C-119 'Vagoni Volanti' segna un salto di qualità nel Trasporto Aereo e il 16 aprile 1954 lo Stormo si trasforma in '46ª Aerobrigata Trasporti Medi', inserendosi a pieno titolo nelle realtà operative nazionali e NATO. A partire dal 1972 il Reparto venne finalmente equipaggiato con un nuovo velivolo da trasporto a lungo raggio, il C-130H e assume la denominazione di '46ª Aerobrigata Trasporti' in data 9 Maggio 1972. Questa data segna l'inizio del rinnovamento completo della linea di volo che proseguirà negli anni 1977-1979, con l'immissione del velivolo G-222 e la radiazione degli ormai vetusti ma gloriosi C-119G e C-119J, dopo che questi ebbero effettuato ben 301.620 ore di volo, nell'arco di 25 anni. Il 1º novembre 1985 l'Aerobrigata assume l'attuale nome di '46ª Brigata Aerea'. Dal 1980 fino al 2000 la 46ª è impegnata anche nella lotta agli incendi boschivi. La fine di questo impegno coincide con l'arrivo a Pisa del nuovo velivolo C-130J, il 18 agosto 2000, con il quale la 46ª intensifica i suoi interventi di supporto ai contingenti italiani rischierati in missioni di pace, le sue missioni umanitarie e ha aggiunto la specializzazione del trasporto sanitario di personale biocontaminato. Con l'arrivo del C-27J le capacità tattiche della 46ª si spingono al massimo livello e guardano al futuro con piena consapevolezza dell'importanza del compito del trasporto aereo per l'Aeronautica Militare, per le altre Forze Armate e per l'Italia, sempre più impegnata a livello internazionale. Attualmente la Brigata è strutturata su tre Gruppi di Volo: il 2° e il 50° su C-130J e C-130J-30 (versione allungata) ed il 98° su C-27J. ​

 

Chi è l'associazione Cure Palliative Il Mandorlo Onlus (da www.ilmandorlopisa.it)

L'Associazione "Il Mandorlo" Onlus si propone di perseguire i seguenti fini:

- Sostegno all'Hospice, Adi Cure Palliative USL 5, destinato alla cura ed assistenza dei pazienti in fase di malattia avanzata
- Contribuire alla evoluzione di una assistenza integrale sia durante la degenza, sia presso il domicilio dei pazienti, anche con la donazione di strumenti finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita degli stessi
- Sensibilizzare gli organismi politici, amministrativi, sanitari e l'opinione pubblica in generale, al fine di adottare provvedimenti tesi a migliorare l'assistenza ai pazienti ed alle loro famiglie.

Perché "Il Mandorlo"

"Pesanti gocce d'acqua sopra i rami, il prato controvento nella brina, l'erba tenta una crescita e, fra un po', si sveglierà alla luce. Fa freddo, eppure senti primavera nell'alba che ti rende pronto alla realtà di ogni attimo. Il profeta Geremia non sa spiegare ai suoi contemporanei la tragedia di distruzione, di deportazione e di sfruttamento che il suo popolo vive. Dio gli chiede: "Cosa vedi?" "Un ramo di mandorlo" risponde. "Hai visto bene perché io vigilo affinché si realizzi tutto quel che dico". C'è un gioco di parole nel nome del mandorlo in ebraico shaker e soked che significa vigilare, essere attenti. E' tempo di carestia e di crisi, ma mi è chiesto di guardare nel giardino, osservare il mandorlo e attendere la sua fioritura precoce che dà il primo annuncio di primavera e sentire il profumo del nespolo che inizia a novembre e termina a febbraio. In questo inverno di aridità, in questo arido furore che impedisce al nostro cuore di reagire a un profumo, il mandorlo e il nespolo sono fragili ali su deserti, piccoli semi di speranza sul disperare umano. Il ramo di mandorlo mi indica che fuori dalle secche della rassegnazione devo farmi umile cercatore di segni di speranza, di tentativi, di ridare tensione di vento alle vele ammainate.

La vigilanza è la presa di coscienza dell'interno e silenzioso cammino, è l'accettazione del proprio personale compito nella nostra avventura. La vigilanza è un lavoro di svuotamento per conservare qualcosa, gli si deve far spazio intorno affinché il nostro io si faccia desiderio e bisogno nella profondità complessa che abbiamo dentro. Invece di maledire il buio, ringrazio di avere accanto in questo inverno il mandorlo e il profumo del nespolo, segni che mi gridano forte che nessun sentiero è chiuso nella propria polvere. A questi due pellegrini di senso, chiedo una quiete e intelligente attenzione. Spesso mi sento come un albero d'inverno, dentro brucio come il fuoco. Una profonda malinconia contenta, fino a sentirmi commosso nello scoprire che il mondo non può esistere senza questi miracoli e che è pur sempre un prodigio sperare."

jacopo.artigiani