Un pareggio lungo undici metri

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PISA e Provincia
Mercoledì, 1 Dicembre 2021

L'equilibrio fra Pisa e Perugia è certificato dai rigori, il Pisa lo sbaglia, il Perugia, invece il suo, generoso, lo segna

Un altro pareggio interno, un altro 1-1 con rimonta subita, ma certamente una partita e un Pisa assai diverso da quello visto contro Pordenone e Ascoli. Di fronte ad una squadra attendista, che fa delle ripartenze il suo credo calcistico il Pisa stavolta il bandolo della matassa lo trova, eccome se lo trova, tanto da passare in vantaggio e gestire piuttosto agevolmente il risultato fino al calcio di rigore, anzi, ai calci di rigore che hanno cambiato il corso della partita.

D’Angelo ne cambia quattro nello schieramento iniziale, ma ormai il Pisa è una macchina ben oliata che gira a prescindere dagli uomini che scendono in campo, non a caso a mettere la palla alle spalle del portiere è stato Marsura, rimasto ai margini della vittoria di Brescia che però ha segnato un goal fotocopia, nella costruzione, rispetto a quello fatto dal suo “gemelloSibilli.

Dicevamo dei tiri dagli undici metri: cominciamo dai problemi che ha il Pisa con i tiri dal dischetto. Tre errori su quattro in quindici partite certificano che qualche difficoltà c’è. Dopo gli errori di Gucher e De Vitis, stavolta è stato il giocatore che fino ad oggi aveva segnato l’unico penalty della stagione Lorenzo Lucca. Un rigore tirato male, centrale e con poca forza, un rigore ancora una volta calciato dopo una lunga estenuante attesa, con il giocatore sul dischetto ad attendere il check del Var. Considerando quanto lunga sta diventando l’attesa fra l’assegnazione di un rigore e la sua esecuzione, e non ha caso la statistica dice che gli errori dal dischetto stanno aumentando, forse bisognerebbe ripensare anche ad un approccio diverso per il rigorista, stare alcuni interminabili minuti a fissare la porta vuota in attesa di calciare un rigore, pensando e ripensando all’esecuzione non aiuta.

Il Var invece merita un capitolo a parte. Dopo un paio di stagioni che ha fatto la sua comparsa nel panorama calcistico nazionale e tre mesi di utilizzo in serie B, ancora non è dato sapere come viene utilizzato. A volte l’arbitro va a vedere il monitor, altre volte no, spesso il gioco viene fermato per un minuto o più per una revisione senza che nessuno sappia perché a meno di avere a portata di mano un monitor per seguire la partita. Insomma è uno strumento che ad oggi è più misterioso che utile, senza considerare che poi il tempo perso dalle varie revisioni viene recuperato in modo soggettivo e a volte, non recuperato proprio. Se poi chi va a vedere il monitor è anche piuttosto incapace, ecco che ne escono decisioni assurde come il rigore al Perugia, gli altri check nel finale, sono serviti invece solo per spezzare il ritmo al Pisa che stava producendo il suo forcing finale. Chi vi scrive è sempre stato contrario a snaturare il calcio con l’occhio elettronico, oggi lo possiamo dire: così proprio non funziona.

photo Pisa SC

massimo.corsini