“Premio Idria”: consegnato anche a un “operatore di bordo” della 46ª Brigata Aerea

Cronaca
PISA e Provincia
Lunedì, 12 Dicembre 2022

Nei giorni scorsi l’Aeronautica Militare ha preso parte alla 14ª edizione del “Premio Nazionale Idria” che si è svolto all’interno della suggestiva Chiesa di Santa Barbara a Paternò, Catania

L’iniziativa, patrocinata, tra gli altri, dal Ministero della Difesa, come ha riferito la dott.sa Salvina Sambataro, Presidente della Proloco di Paternò: “…è nata per encomiare il sacrificio ed il coraggio dei militari e dei vigili del fuoco che si sono distinti in operazioni umanitarie. Un evento che dà spazio a coloro i quali hanno scelto di essere invisibili, ma sempre pronti a salvaguardare la vita della collettività. Quegli eroi invisibili che hanno messo la loro vita al servizio della società e della pace, operando sempre con umiltà e riservatezza. Abbiamo arricchito il premio con la sezione speciale la cui genesi è legata alla volontà di dare riconoscimenti a dei siciliani che, nelle diverse professioni, hanno portato e portano lustro al Territorio…”.

Tra i premiati dell’Aeronautica Militare anche il Maresciallo di 1ª Classe Emanuele Gatta operatore di bordo (loadmaster) della 46ª Brigata Aerea di Pisa.
Questo reparto dell’Aeronautica Militare garantisce l’operatività 365 giorni ed impiega il suo personale e i suoi velivoli, C-130J e C-27J, in ogni parte del mondo in molteplici attività come: l’aviosbarco, l’aviolancio di personale e materiale, trasporto di materiali, mezzi ed equipaggiamenti, trasporto sanitario d’urgenza (trasporto ambulanza), trasporto organi per trapianto, trasporto personale in biocontenimento, supporto alla Protezione Civile, al Ministero degli Interni e degli Esteri, supporto equipe mediche, operazioni tattiche e “air to air” (rifornimento in volo di altri velivoli) e ricerca e soccorso in ambiente oceanico.

La bandiera di guerra della 46ª Brigata Aerea è la più decorata tra le bandiere dell’Aeronautica Militare.
Oltre ai propri compiti istituzionali, la 46ª Brigata Aerea fornisce anche supporto in occasione di missioni umanitarie, di gravi calamità naturali o altri eventi che determinano la necessità di fornire aiuti e sostegno a popolazioni che da questi accadimenti subiscono notevoli disagi. Sono migliaia gli interventi effettuati a partire dal 1961. Negli ultimi due anni la Brigata ha svolto un ruolo di rilievo nella lotta al virus Covid-19, effettuando numerosi voli in biocontenimento, trasporto sanitario, trasporto vaccini, dispositivi di sicurezza, ossigeno, team medici. 
Nel 2021 la 46ª Brigata Aerea ha effettuato il più grande ponte aereo della storia dell'Aeronautica Militare e dell'Italia. Con l'operazione Aquila Omnia, ad agosto 2021, ha evacuato dall'Afghanistan circa 5000 civili portandoli in salvo, risultando, tra i Paesi europei, quello che ha evacuato il maggior numero di cittadini afghani, di cui 1.301 donne e 1.453 bambini. Circa 650 ore sono state volate da Kabul a Kuwait city con i velivoli C130J, impiegando 11 equipaggi di volo e rischierando circa 80 militari.
Il Maresciallo Gatta si trovava proprio su uno di questi voli quando ha salvato la vita ad una donna a bordo che aveva accusato un forte malore. La situazione che gli equipaggi di volo vivevano in quelle missioni non era affatto semplice. Per la prima volta i militari si trovavano ad affrontare un’evacuazione di massa improvvisa, in uno scenario geopolitico complesso. Le immagini dell’aeroporto di Kabul sono solo una rappresentazione di quanto la situazione afghana fosse turbolenta, ma nonostante le difficoltà, lo stress, la stanchezza, grazie alla preparazione e all’addestramento degli equipaggi, le missioni hanno avuto successo e migliaia di persone sono state tratte in salvo. La donna salvata a bordo, di origine afghane, imbarcatasi col marito, racconta il Maresciallo Gatta, era molto impaurita.
Impaurita non solo dai nefasti avvenimenti che stavano turbando il loro paese, ma anche dalla paura di volare. Per tantissimi passeggeri era probabilmente la prima volta che salivano a bordo di un aereo. Il primo volo e con destinazione ignota, per un futuro sconosciuto, con un bagaglio fatto di un solo piccolo sacchetto di plastica al fine di permettere a più fuggitivi possibile di imbarcarsi e salvarsi.
Durante il decollo il Maresciallo si rende conto che qualcosa non va. I passeggeri sono ammassati nella stiva dell’aereo, ogni minimo spazio è stato occupato. Obiettivo: imbarcare il maggior numero possibile di persone. Il Gatta nota che nel cargo, quasi in coda al velivolo, una donna sta male. I bambini urlano, piangono. Le persone a lei prossime attirano l’attenzione dei militari per segnalare la donna. Il Maresciallo si toglie la cintura e si fa spazio tra le persone per raggiungerla. Nonostante indossi il burqa, lui interviene scoprendole il viso e il marito lo lascia fare. Sa che lui è lì per salvarla e non glielo impedisce come prevede la sua cultura islamica. Repentinamente il militare applica tutte le manovre di primo soccorso a cui è stato addestrato e le salva la vita.
Questo episodio segnerà per sempre la vita del Gatta e dell’equipaggio. La missione di volo di un C-130J è composta dal velivolo e dal suo equipaggio, che formano un amalgama unico. Un team composto, in questo caso, da tre operatori di bordo (che si occupano della gestione del carico e dei passeggeri) e da tre piloti che conducono l’aeroplano. Le emozioni e le sensazioni sono vissute all’unisono da tutti i membri dell’equipaggio che condividono ogni tipo di esperienza, anche le più tristi e le più toccanti.
Il Gatta, come tanti altri che hanno vissuto quelle intense settimane tra l’Afghanistan e il Kuwait, vorrebbe un giorno poter incontrare nuovamente quegli occhi, quei volti che chiedevano aiuto e che spera, come tutti noi, abbiano trovato un destino sicuramente migliore.
Motivazione del Premio Idria al Maresciallo di 1ª Classe Emanuele Gatta:
“Il 25 agosto 2021, nell’ambito dell’Operazione Aquila Omnia dello Stato Maggiore della Difesa Italiana, poco dopo il decollo dall’Aeroporto di Kabul, una passeggera, che era seduta a terra nel compartimento di carico, perdeva conoscenza per un malore. Il M.llo Gatta, membro dell’equipaggio, trovandosi nelle prossimità della donna, allertato dagli altri passeggeri, lasciava solertemente il proprio posto per recarsi verso la donna che presentava convulsioni, occhi sbarrati e mordeva fortemente la lingua lasciando fuorIuscire liquido salivare. Con estremo coraggio e determinazione il Maresciallo Gatta forzava le mandibole della malcapitata e, riuscendo ad aprirle la bocca, tratteneva la lingua con le dita per evitare il soffocamento della stessa. Fatta sdraiare, adagiandole la testa sulle gambe del marito, ne monitorava la frequenza cardiaca dal polso. La passeggera riprendeva conoscenza poco prima dell’atterraggio a Islamabad”. Esemplare dimostrazione di altissima professionalità e sentitissimo senso del dovere e di umanità che, con il proprio immediato intervento, ha salvato una vita umana, contribuendo ad accrescere il valore e la considerazione di cui gode l’Aeronautica Militare nonché ad elevare l’immagine dell’Italia nell’ambito internazionale.”
 
 

redazione.cascinanotizie