10, 100, 1000 Anima Jazz
La storica trasmissione di Bruno Pollacci su Punto Radio raggiunge le 1.000 puntate
Nei 45 anni di attività di Punto Radio ci sono stati tanti giorni importanti, da segnare sul calendario. Un altro giorno da aggiungere a questo lungo elenco sarà venerdì 10 dicembre. Alle ore 23,00, come ogni venerdì, andrà infatti in onda la “millesima” puntata di Anima Jazz. Abbiamo chiesto proprio all’ideatore e conduttore di questa trasmissione Bruno Pollacci di scriverci le sue impressioni, i suoi ricordi al riguardo.
Era il 1976, in Italia nascevano le prime cosiddette “Radio Libere” ed io con entusiasmo ed un pizzico di giovanile sfrontatezza, mi proposi subito a quella che al tempo era “Radio Gamma” (successivamente parte del network nazionale di “Radio Luna”), stazione radiofonica appena nata sul territorio. Conducevo allegramente una trasmissione comica, nella quale, con l'esempio di “Alto Gradimento”, programma radiofonico dell'epoca, condotto da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni, facevo varie voci di personaggi improbabili che interrompevano ed invadevano assurdamente il programma musicale che curavo con un mio caro amico, il quale mi faceva da “spalla seriosa”. Fu “amore a prima vista” con l'attività radiofonica e dopo la chiusura di quella prima Radio, fino a metà anni '80 ebbi occasione di lavorare per “Radio MonteSerra”, nella quale curavo una trasmissione d'Arte e Cultura con interviste, per poi iniziare a curare la mia prima trasmissione dedicata alla musica Jazz, utilizzando personali e storiche registrazioni d'epoca. Per nuovi importanti impegni di lavoro interruppi la mia attività e solo agli inizi degli anni 2000 senti forte il grande “richiamo radiofonico” e nel 2002 mi proposi a “PuntoRadio”, che conoscevo da sempre e che stimavo per i suoi palinsesti originali, unici, mai “schiacciati” sulle tante banalità ed ovvietà programmatiche comuni a tante altre Radio. L'intento era di ripartire, ma ideando un nuovo progetto radiofonico, non più improntato sulla concezione “storica” del Jazz, ma decisamente impegnato nella rivelazione del presente jazzistico, e con un'attenzione particolare ai talenti emergenti, tutti con grande preparazione tecnica derivata da studi di Conservatorio, ma destinati spesso a suonare in piccoli club, per pochi intimi e con cachet veramente irrisori. Ecco che il 2 Novembre 2002 nacque la prima puntata di “Animajazz” e ad inaugurarla venne il talentuoso pianista e mio caro amico Stefano Bollani. Iniziai subito a fare ricerche su quali fossero le case discografiche specifiche di Jazz, sia sul territorio nazionale che su quello internazionale e le contattai per presentare il mio programma, evidenziando fin da subito l'intenzione di promuovere il nuovo Jazz del momento, sia attraverso la promozione dei “grandi” che quella degli nuovi emergenti di talento. Con il mio registratore a cassette iniziai a girare tra i più interessanti concerti dell'area toscana, presentandomi sempre a fine concerto ai musicisti, sia quelli già famosi, che quelli, pur bravissimi, ma ancora sconosciuti, intervistandoli ed utilizzando anche registrazioni live che curavo con il mio registratore. Pur trovando nei musicisti immediata disponibilità, accettazione e “complicità culturale”, non fu altrettanto semplice guadagnare la fiducia delle più importanti e prestigiose case discografiche, le quali all'inizio apparvero riluttanti ad inviarmi i loro CD. Ma io, sentendomi determinato e forte delle mie sane, solide ed appassionate intenzioni, fui anche capace di trattare male apertamente uno dei più conosciuti proprietari di case discografiche italiane, che ebbe il coraggio di chiedermi denaro per ogni CD inviato, ricordandogli che io lavoravo tanto e completamente gratis solo per la passione per il Jazz e facendo questo, pubblicizzavo le loro case discografiche ed i loro musicisti, quindi potevo e dovevo solo essere ringraziato per ciò che facevo e per ciò che rappresentavo, specialmente per un settore come quello del Jazz, destinato ad un ristretto pubblico di nicchia. Non mi feci intimidire e la mia forza fu anche quella di dotare immediatamente il mio programma di un sito specifico, sul quale iniziai immediatamente a scrivere articoli settimanali che presentavano e promuovevano i miei programmi, con foto degli artisti, dei dischi e tutti i dettagli delle puntate. Iniziai a crearmi un'immensa mailing list che inondavo settimanalmente di mail informative su ogni puntata del mio programma, rimandando agli articoli sul sito, e nel giro di due/tre anni, sfruttando anche la preziosa opportunità del possibile ascolto online che PuntoRadio garantiva (quindi potenzialmente a livello mondiale e senza limiti), divenni conosciuto e rispettato in tutto l'ambiente Jazzistico, guadagnandomi la fiducia e l'attenzione non solo dei massimi artisti, ma anche delle più prestigiose case discografiche, sia nazionali che internazionali, le quali, da quel momento, instaurarono con me rapporti fissi e continuativi di collaborazione, inviandomi costantemente le loro produzioni discografiche. Grazie alla mia nuova notorietà nell'ambiente jazzistico con “Animajazz”, ebbi occasione anche di curare un programma della durata di una settimana per R.A.I. Radio Tre, attraverso il quale celebrai tutta l'attività musicale del grande trombettista e compositore romano Nunzio Rotondo, anziano Maestro del Jazz che fu un innovatore ed uno scopritore di talenti e con il quale instaurai un rapporto amichevole costante, seppur solo telefonico. Grazie a tutte le ricerche sulla sua carriera, ebbi l'occasione d'intervistare anche personaggi particolari, come Piero Angela (che da giovane fu pianista Jazz selezionato da Nunzio Rotondo), e Romano Mussolini, tastierista Jazz, figlio di Benito, anche lui per anni in tournee con Rotondo, il quale mi raccontò che proprio durante il periodo di “autarchia” instaurato dal Duce, suo padre, che in pratica vietava l'ascolto e la proposta radiofonica di musica straniera ed in particolare del Jazz afroamericano, per assurdo proprio in casa sua si ascoltava quotidianamente il miglior Jazz d'OltreOceano, in quanto il fratello maggiore Vittorio era un grande appassionato, tanto da indurlo ad iniziare a suonare Jazz. Venni a scoprire che per riuscire a passare in radio i dischi dei Jazzisti di colore americani, in quel periodo venne trovato l'espediente di “italianizzare” i loro nomi, per cui venivano presentate ad esempio musiche di “Luigi Fortebraccio”, giusto per mascherare il vero nome di Louis Armstrong, e così per tanti altri musicisti Jazz americani. Tantissimi sono stati i giovanissimi musicisti ed i cantanti di talento ma totalmente sconosciuti e senza dischi da proporre che ho “tenuto a battesimo radiofonico” attraverso registrazioni di fortuna fatte nei locali, ed alcuni di loro, come ad esempio la grande vocalist Soul Karima, sono poi giunti al successo nazionale non dimenticando mai la fiducia e l'impegno propositivo che ebbi al loro inizio con la mia “Animajazz”. Oggi, dopo 19 anni di programmazione, arrivato alla puntata n°1000, sono talmente tante le collaborazioni che ho con case discografiche, promoter, uffici stampa, management e musicisti di tutto il mondo, che ricevendo decine di CD al giorno, i tempi d'attesa per la promozione in “Animajazz” sono arrivati a sfiorare i quattro mesi, e la mia passione, il mio entusiasmo ed il pensiero di potermi rendere ancora utile ad un settore musicale di qualità, di grande creatività e fantasia come il Jazz, sono immutate, come quando partii con la prima puntata. Per cui... viva PuntoRadio, viva la musica, viva i programmatori radiofonici appassionati e viva “Animajazz”!