25 aprile di festa a Pisa e provincia

Cronaca
PISA e Provincia
Martedì, 26 Aprile 2022

Grande partecipazione a Pisa e nella sua provincia per la commemorazione della Liberazione

In tanti, anzi, tantissimi, lunedì 25 aprile, sono scesi in strada per commemorare insieme alle istituzioni il 77° anniversario della Liberazione d'Italia.

Qua di seguito le foto e i commenti pubblicati dai Comuni di Pisa, Cascina, San Giuliano Terme, Pontedera, Vecchiano, Vicopisano e Calci.

PISA

La festa di Liberazione di quest’anno è diversa dalle altre, considerata la guerra alle porte d’Europa che non si vedeva dai tempi della fine del Secondo conflitto mondiale e che ricordiamo proprio con la giornata del 25 aprile .

Il dramma in corso in Ucraina a causa della guerra ci ha riportati tutti ai terribili giorni vissuti dai nostri nonni e genitori che si trovarono a vivere settimane e mesi sotto i bombardamenti. Bambini, donne, persone anziane, malate, costrette a lasciare le loro case e cercare riparo ovunque sia possibile. Al tempo venivano chiamati sfollati, oggi li chiamiamo profughi ma la sostanza del dramma non cambia.
Oggi, come allora, sappiamo che la libertà non va data per scontata e che la pace e la democrazia vanno costruite ogni giorno, tutti insieme.

CASCINA

Il discorso del sindaco Michelangelo Betti. Oggi festeggiamo un 25 Aprile diverso e meno rituale rispetto ad altri anni, ma, in effetti, le celebrazioni hanno sempre aspetti che portano ad attualizzarne vicende e messaggio. Il sindaco è avvertito come la guida di una comunità e per questo non ha solo la responsabilità di indicare una strada nel governo e nell’amministrazione del territorio, ma rappresenta anche una voce sul modo di interpretare il tempo che viviamo e le prospettive che ci vogliamo dare.

In apertura voglio per prima cosa ringraziare i rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni di volontariato e delle associazioni ex-combattentistiche presenti.

Oggi ci troviamo per celebrare il 77esimo anniversario della Liberazione dal fascismo, coi suoi 20 anni di dittatura, e dalle azioni nazi-fasciste, che in Italia insanguinarono la parte finale della seconda guerra mondiale. Ci troviamo per ricordare i morti di una guerra e per festeggiare la libertà ritrovata. O forse trovata pienamente per la prima volta, dato che la fine del conflitto portò, nel 1946, al suffragio universale. Il primo, vero, suffragio universale. Un punto di partenza chiaro, dopo gli anni delle camicie nere. Un punto di partenza pressoché evidente per chi era uscito dal conflitto bellico e da venti anni di dittatura. Analisi revisioniste hanno via via teso a voler intorbidire questo quadro. Negli ultimi anni anche da alcuni settori della politica si è teso a voler distinguere tra la dittatura fascista e il nazismo tedesco, con la prima macchiata dal patto stretto col secondo. Un patto talvolta descritto come un ‘inconsapevole patto col diavolo’. Purtroppo, come facilmente rintracciabile nei libri di storia, il patto fu tra sodali. Il patto, che passò dalle leggi razziali del 1938, affondava le sue radici in una visione comune della società, basata su logiche discriminatorie e sulla violenza. Una violenza partita sin dall’inizio degli anni ’20 con le azioni delle squadracce, anche nel nostro territorio. Episodi tragici che in questi mesi ci hanno portato a ricordare il centesimo anniversario degli assassini di Luigi Benvenuti, Archimede Bartoli e Comasco Comaschi. La scia di sangue e di repressione delle libertà si estese e si ampliò per oltre due decenni fino al tragico collasso, che lasciò un Paese fatto di macerie. Dopo la dittatura e la guerra c’era un Paese da ricostruire, fisicamente e moralmente. Ci possono essere fiumi di parole, ma le vicende della storia restano e presentano un messaggio preciso.

Risulta evidente che senza i partigiani l'Italia sarebbe stata solo una nazione legata ai nazisti. Risulta evidente che senza gli angloamericani e i sovietici, la guerra in Europa avrebbe probabilmente avuto un esito diverso. E risulta infine evidente che i Paesi e gli eserciti che sostennero la Resistenza dettero armi ai partigiani che combattevano contro i nazifascisti.

La memoria storica non dovrebbe però essere un’eredità inerte e spesso infatti le vicende del passato sono state utilizzate come chiave di lettura del presente. Negli ultimi due anni la ri-attualizzazione si è incentrata sulla lotta comune alla pandemia. Una lotta che richiedeva l’unità del Paese e della comunità nazionale per far sì che le misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 fossero efficaci. A meno di un mese dalla chiusura del biennio di emergenza sanitaria l’orizzonte è però già cambiato e la guerra in Ucraina porta a una nuova riflessione per il nostro 25 Aprile.

Per due anni abbiamo detto che la pandemia aveva portato a riscoprire una scala dei valori che pareva dimenticata e aveva fatto riscoprire quel che è fondamentale per la nostra società. Apparentemente tutti ritenevano necessari investimenti in istruzione, sanità e ricerca. Spero che queste necessità non siano già dimenticate, anche se il dibattito delle ultime settimane mi dà qualche preoccupazione.

Il tema della ri-attualizzazione del messaggio torna anche in queste settimane e con maggior chiarezza. La storia non ritorna identica, ma resta chiara la differenza tra chi invade e chi viene invaso e non possiamo che sentire il dovere di aiutare, e non solo moralmente, chi perde la propria libertà. Per quasi 80 anni gli equilibri del mondo, seppur precari, avevano dinamiche in certa misura prevedibili, con percorsi di tensione ma anche di risoluzione. Oggi abbiamo di fronte una crisi dagli esiti potenzialmente imprevedibili, descritta minuto per minuto. Una narrazione che a volte pare così ossessiva da risultare disorientante.

Per quasi 80 anni la guerra, senza sparire dal mondo, ci era rimasta lontana, ma in questo 2022 la nostra festa della Liberazione non può che divenire anche un appello per fermare il conflitto in Ucraina e per riaffermare il nostro impegno per la pace. L’assetto internazionale uscito dalla seconda guerra mondiale, e con cui ci eravamo abituati a convivere, pare destinato a essere superato dalle trasformazioni che arrivano dai cambiamenti economici e sociali a livello globale.

In questo quadro l’Unione Europea deve riuscire a crescere e acquisire un ruolo nuovo. Come l’UE ha favorito la risposta continentale alla pandemia, oggi c’è la necessità di una posizione comune dell’Unione sulla guerra ai propri confini. C’è la necessità di una politica estera comune e di una difesa comune, che peraltro darebbe anche la possibilità di una riduzione della spesa in ambito militare, aumentando l’efficienza e la capacità di azione.

Andando a concludere questa breve riflessione sul 25 Aprile, sul fondamento storico e sul valore attuale di questa data, non si può non evidenziare come il Paese ritrovò unità nella lotta per la libertà. Nell’ultimo biennio abbiamo ritrovato la stessa unità contro la pandemia e oggi dobbiamo trovare l’unità su scelte che riportino la pace in Ucraina.

In questo segno di unità, viva il 25 Aprile, viva l’Italia libera, viva la pace.

SAN GIULIANO TERME

Le celebrazioni del 25 aprile 2022 a San Giuliano Terme

Ecco gli interventi dedicati alla Festa di Liberazione 2022 che il Comune di San Giuliano Terme ha organizzato sul territorio (l'intervento congiunto dell'amministrazione comunale, l'intervento della vicesindaca con delega alla memoria storica Lucia Scatena e il discorso conclusivo del sindaco Sergio Di Maio).

In allegato alcune foto dei quattro luoghi scelti dal Comune, mentre i contributi da parte di istituzioni e associazioni sono recuperabili sui canali social: Sacrario della Romagna (video / foto)- Parco della Rimembranza di Pontasserchio - scuola "Nazario Sauro" e ceppo dei partigiani in via Simonelli a Campo - via Barachini, monumento alla Resistenza e Cisternone ad Asciano.

PONTEDERA

Oltre 200 persone hanno preso parte alla cerimonia del 25 Aprile, che si è svolta stamani in piazza Garibaldi a Pontedera. Presenti le autorità civili e militari, diverse associazioni, tanti cittadini e una nutrita rappresentanza di studenti delle scuole del territorio

Il sindaco Matteo Franconi, nel suo intervento, ha sottolineato come "Il 25 aprile rappresenta sia la data fondativa della nostra democrazia che la ricomposizione dell’unità di un paese che rompeva le catene di un giogo anche culturale. La Resistenza fu condotta unitariamente da orientamenti e partiti diversi ma con una visione totalmente alternativa al nazifascismo per difendere il valore delle libertà, per affermare l’idea di una società nuova".

"Dalla Resistenza è nato il capolavoro della nostra Costituzione democratica, una Costituzione che ripudia la guerra come atto di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie", ha aggiunto Franconi.
"Si tratta di un principio fondamentale, di una bussola irrinunciabile che deve continuare a guidarci anche oggi nel gestire l’incendio appiccato alle regole della comunità internazionale dalla guerra in Ucraina; un incendio destinato a propagare i propri effetti se lasciassimo soltanto alla legittima resistenza di un popolo aggredito il compito di domarlo. Perchè non basta avere chiare le ragioni dell'aggredito ed i torti dell'aggressore, non basta esprimere solidarietà e dare sostegno a chi decide di non volersi arrendere di fronte alla prepotenza; dobbiamo ostinarci a cercare nel reticolo ampio degli interessi in campo una strada diplomatica su cui lastricare i presupposti della pace, l'unico orizzonte che il mondo deve permettersi di prefigurarsi.
E' per questo che dal nostro 25 aprile deve alzarsi alto un appello alla pace, deve pulsare nella pancia della pubblica opinione l'urgenza prioritaria di interrompere le ostilità, deve soffiare il coraggio di chi non accetta i massacri sui civili e condanna "senza se e senza ma "ogni sopraffazione totalitaria e qualsiasi rigurgito imperialista."

La cerimonia, che ha visto anche l'intervento del presidente della sezione Anpi di Pontedera Alberto Tardini, è stata arricchita dalle letture svolte da alcuni ragazzi e dal contributo degli allievi dell'indirizzo musicale dell'Istituto comprensivo Pacinotti.

VECCHIANO

"La Liberazione fu veramente come la crisi acuta di un morbo che finalmente si spezzava dentro il nostro petto, come lo strappo risoluto con cui il popolo italiano riuscì con le sue stesse mani a svellere dal suo cuore un groviglio di serpi che per venti anni lo aveva soffocato" (Piero Calamandrei)

Buona Festa della Liberazione a tutti e a tutte!

VICOPISANO

Celebrazioni del 25 aprile e della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo in tutto il territorio, alla presenza del Vicesindaco, con delega alla Memoria, Andrea Taccola, del resto della Giunta e dell’Amministrazione Comunale, di ANPI Vicopisano, di Aned Pisa Livorno, dell’associazione culturale Amos e di altre associazioni del territorio.

La cittadinanza ha partecipato numerosa, nonostante il maltempo. Dopo due anni di stop poter festeggiare di nuovo la Liberazione in presenza, con ancora più senso di comunità, e ricordare insieme chi ha dato la vita e ha sacrificato molto, se non tutto, per darci libertà e democrazia, i valori fondanti della nostra società civile, è stato particolarmente emozionante.

CALCI

Ha scritto il sindaco Massimiliano Ghimenti. CALCI, OLTRE 100 PERSONE CELEBRANO IL 77° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE - Tanta partecipazione, per una cerimonia finalmente aperta al pubblico dopo due anni di restrizioni legate alla pandemia. Importante la presenza di tanti giovani. Significative le riflessioni emerse dalla staffetta delle letture organizzata dall'ANPI di Calci.

A Calci gli 'anticorpi' contro negazionismo e neofascismo sono davvero belli forti.

Nel mio intervento ho voluto sottolineare l'importanza di attualizzare il messaggio della memoria per saper leggere il presente vicino e lontano da noi. Soprattutto nel lavorare con i più giovani. Inoltre ho rivolto un pensiero particolare alla resistenza Ucraina, che in queste ore sta lottando contro la criminale aggressione russa.

ORA E SEMPRE, RESISTENZA!

redazione.cascinanotizie