2a passeggiata “arrabbiata” contro i femminicidi e le violenze di genere per le via di Pisa
Promossa da Non Una di Meno
Riporta una nota di Non Una di Mano Pisa.
Non una di Meno organizza un’altra passeggiata “arrabbiata” per le vie del centro, concentramento in Piazza Dante alle ore 19:00
Ogni 8 del mese, l'Osservatorio nazionale di Non Una di Meno aggiorna i numeri dei femminicidi lesbicidi e transcidi compiuti nel nostro Paese. Proprio l'8 di questo mese, per prepararci alla manifestazione nazionale a Roma del 25 novembre contro la violenza maschile sulle donne e di genere, attraverseremo tantissime città in tutta Italia per raccontare ancora una volta la ferocia della violenza sulle nostre vite e rendere evidente la sua natura sistemica a chi tenta di minimizzarla, normalizzarla e silenziarla.
Lo scorso 13 settembre, aderendo alla settimana di mobilitazione nazionale nata dopo un’estate fatta di stupri, femminicidi e violenze di ogni genere, siamo scese in piazza per esprimere la nostra rabbia gridando "ti rissi no" (ti ho detto no).
Abbiamo attraversato le piazze della nostra città prendendo parola sulle molestie e le violenze che subiamo quotidianamente. La fine della passeggiata è avvenuta sul Ponte di Mezzo, dove abbiamo affisso un nastro per oggi donna uccisa nel 2023.
Il giorno seguente quei nastri sventolavano ancora nel chiarore mattutino. Molte le persone che, passando, si sono accostate a leggere, e cogliere, forse, la necessità di nuove riflessioni su tutte quelle morti.
L'indomani quei nastri, quei nomi che rappresentano vite spezzate, sono stati recisi, levati e gettati tra bicchieri vuoti, cicche spente, cartacce e tutto ciò di cui ci sbarazziamo con noncuranza. Nell'arco della stessa giornata Ponte di Mezzo, punto nevralgico della mobilità cittadina, diveniva un autosalone all'aperto, luogo di esposizione privilegiato per un noto marchio automobilistico.
L’8 novembre torneremo nelle strade e nelle piazze pisane della socialità e soprattutto torneremo sul Ponte di Mezzo, perché crediamo che sia un passo necessario per immaginare una città, un sistema e una cultura in cui non ci sia mai più una donna di meno, vittima di femminicidio.