Accoglienza profughi: il Comune di Pisa rientri all’interno del sistema SAI-Sprar
Mozione di Diritti in comune: "Riteniamo necessario un passo indietro del Comune di Pisa"
Riporta un comunicato di Diritti in comune
La città di Pisa rientri all’interno del Sai- Sprar, cioè nella rete nazionale di centri di accoglienza per i profughi, da cui il Comune aveva deciso di uscire nel 2019 con un provvedimento ideologico e irresponsabile.
E’ questo uno dei punti centrali della mozione che abbiamo presentato in Consiglio comunale e che chiederemo di discutere nella seduta di martedì 15 marzo a fronte del dramma di milioni di profughi che scappano dall’Ucraina a seguito della ingiustificabile aggressione da parte della Russia. Una catastrofe umanitaria che sta gettando il mondo intero nell’incubo di una possibile guerra globale.
Per questo è necessario sostenere tutte le iniziative che puntino a un immediato cessate il fuoco e a una de-escalation del conflitto, premesse indispensabili per una soluzione diplomatica e pacifica alla crisi.
Occorre attivare tutti i canali possibili perché, contro l’escalation militare, l’Italia, l’Europa e l’ONU svolgano un ruolo di mediazione e di pace, e affinché vengano sostenute le iniziative della società civile e di tutte le persone di buona volontà per far sentire la voce di chi ripudia la guerra, così come recita l’articolo 11 della Costituzione Italiana, costruendo ponti di pace e non ponti aerei per inviare armi aumentando così il conflitto e in violazione alla nostra stessa carta costituzionale.
In questo quadro l’accoglienza dei profughi di guerra, e dei rifugiati in genere, oltre a configurarsi in Italia come un obbligo giuridico sancito dall’art. 10 della Costituzione, assume oggi il valore oggettivo di una iniziativa di pace, perché si rivolge alle popolazioni civili e agli individui in fuga dal conflitto, cioè a coloro che pagano per primi il prezzo delle operazioni militari.
Le comunità locali possono dunque ribadire la loro ferma contrarietà alla guerra anche garantendo un’adeguata accoglienza a chiunque fugga dall’Ucraina, a chiunque in Russia si rifiuti di sostenere l’avventura bellica avviata dal proprio governo, e in generale a tutti coloro che – in ogni parte del mondo – lasciano i loro paesi per sottrarsi a conflitti armati, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.
Per questo con questa mozione chiediamo in primo luogo al Governo italiano e alle istituzioni internazionali, in particolare alle Nazioni Unite e all’Unione Europea, di attivarsi per garantire un passaggio sicuro agli operatori umanitari presenti in Ucraina, al fine di garantire assistenza alla popolazione coinvolta dal conflitto; e al contempo chiediamo altresì alle istituzioni internazionali e al Governo italiano di attivarsi per la creazione di corridoi umanitari per chi fugge dall’Ucraina;
Salutiamo con favore l’attivazione, da parte dell’Unione Europea, del dispositivo, dimenticato per anni e anni, previsto dalla Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 Luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati, e chiediamo che tale dispositivo venga rapidamente esteso anche ai profughi in fuga da altri teatri di conflitto, a partire da quello libico e siriano.
L’accoglienza dei profughi deve essere strutturata secondo le finalità e i principi enunciati dalla Rete SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), istituita dal Ministero dell’Interno e dall’Anci: dunque come accoglienza “integrata”, che non si limita a fornire un posto letto ma che punta all’autonomia del beneficiario, al suo positivo inserimento nella società, al rispetto della sua dignità e dei suoi diritti.
Per questo riteniamo necessario che il Comune di Pisa aderisca nuovamente alla Rete Sai, facendo un passo indietro rispetto alla Delibera della Giunta Comunale n. 40 del 28 Marzo 2019 che decideva “di non rinnovare (…) l’adesione al progetto Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”.
Questo è un passaggio necessario per predisporre nella nostra città, anche in collaborazione con le associazioni che operano sul nostro territorio, nuovamente una rete di strutture di accoglienza connesse alla Rete Sai, da destinare tanto ai profughi ucraini individuati dalla Direttiva 2001/55/CE e dalla sua applicazione, quanto, più in generale, ai richiedenti asilo e ai beneficiari di protezione internazionale.