Addio a Sabatino Nardini, lo scultore nato contadino e diventato famoso in tutto il mondo

Cronaca
Cascina
Domenica, 5 Gennaio 2020

Nato nel 1930 e deceduto il 2 gennaio 2020, zambrigiano, riceviamo e pubblichiamo la lettera che ripercorre la sua vita inviataci dai suoi familiari

"Si è spento giovedì 2 gennaio 2020, lo scultore Sabatino Nardini. Era ricoverato in terapia intensiva presso l’ospedale di Cisanello, a causa di un collasso, da circa tre settimane.

Nardini era un artista magari sconosciuto ai più ma molto famoso nell’ambiente della scultura.

Alcune sue opere sono tuttora esposte in Argentina come la riproduzione del Davide di Michelangelo a grandezza gigantesca, o nelle più importanti gallerie di Firenze, Roma e tante altre città italiane.

Nato in una famiglia contadina nel 1930 presso il paese di Santo Pietro Belvedere, frequenta solo le scuole elementari, dedicandosi nei tempi morti dell’attività contadina ad intarsiare il legno per diletto. Notate alcune sue statuine, esposte in una fiera di paese, da un cittadino pisano, viene chiesto alla sua famiglia di mandarlo a lavorare presso la galleria Barsanti a Pisa. Dopo un iniziale scetticismo della numerosa famiglia natale, Sabatino comincia a lavorare e ad imparare il difficile mestiere di scultore. Negli anni successivi si trasferisce con tutta la famiglia a San Giorgio per essere più vicino al luogo di lavoro, per poi stabilirsi definitivamente a Zambra alcuni anni dopo e ormai maturo artista.

Collabora così con importanti gallerie italiane e viene conosciuto da importanti professori che gli commissionano lavori e opere.

Per tutta la sua vita ha creato e donato i suoi manufatti a conoscenti, amici e familiari che hanno potuto conoscere, oltre la sua bravura, le sue spiccate doti umane che lo hanno contraddistinto fino agli ultimi giorni.

Non ha mai smesso di creare capolavori dentro il suo laboratorio, vero e proprio gioiello di un’antica arte che ormai troviamo sempre più raramente. La sua tecnica che gli permetteva di creare statue anche di dimensioni piccole, passando dall’alabastro, al legno, all’onice fino a raggiungere il suo amore per ogni tipo di marmo. Chi lo ha conosciuto e visto lavorare conosce la sua maestria.

Pietrasanta, Pisa, Volterra, Roma, Firenze e tante altre città, sono colme dei suoi capolavori, a volte anche in cimiteri per celebrare defunti con statue a grandezza naturale. Generoso nell’insegnare ai molti allievi che si sono succeduti negli anni, mai geloso del suo sapere ma sempre prodigo di consigli e amante dell’arte.

La nostra comunità  cascinese, perde così un artista che viene dai familiari tutti, dagli amici e dai conoscenti, grati a questo uomo di averli portati con sé  in questo viaggio dentro l’Arte con la A maiuscola".

 

redazione.cascinanotizie