Area ex- Cisam, Legambiente: “Serve una bonifica delle scorie radioattive presenti, troppi pericoli”
L’associazione ambientalista chiede che "il bosco di gran pregio naturalistico sia restituito al Parco e alla cittadinanza, piuttosto che essere utilizzato per una base militare"
Riporta la nota di Legambiente Pisa.
L’eventuale realizzazione di una base militare nel bosco di San Piero a Grado, dove è presente un reattore nucleare dismesso continua ad allarmare. Legambiente ha prodotto nel 2021 uno studio in occasione del dibattito relativo alla collocazione del deposito nazionale per scorie di bassa e media radioattività (https://www.legambientepisa.it/?s=deposito+scorie).
Il reattore ancora presente nel bosco era dedicato alla ricerca a fini militari (quindi di dimensioni e potenza inferiore di oltre mille volte rispetto ai reattori per la produzione di energia elettrica). È stato attivo dal 1963 al 1980 e da alcuni decenni è spento, ma, come tutti i reattori nucleari, deve essere smantellato. L’acqua della piscina che conteneva il nocciolo del reattore è stata diluita e versata nel canale dei Navicelli una decina di anni fa (www.legambientepisa.it/temidocumenti/energia/energia-nucleare/acque-radioattive-del-reattore-cresam/)
“Qualunque sia la destinazione dell’area, resta da smaltire l’edificio che conteneva il reattore e, presumibilmente, parte delle attrezzature e degli strumenti utilizzati. Sono inoltre ancora presenti in loco le scorie radioattive prodotte. Sono operazioni delicate, costose e necessarie. In un progetto di utilizzo dell’area per una base militare (o per qualunque altro scopo), bisogna considerare i relativi costi, di cui sinora non è stata fatta una valutazione,” dichiara Eleonora Mizzoni, presidente di Legambiente Pisa.
“Se il rischio collegato a un eventuale terremoto che distrugga l’edificio del reattore è probabilmente non rilevante, comunque non nullo e non legato alla presenza di una base militare, non possiamo ignorare il problema della collocazione delle scorie. Sono ancora in loco? Dove metterle?” aggiunge Yuri Galletti, vicepresidente. “In Italia non è ancora stato individuato il deposito nazionale per le scorie a bassa e media radioattività, anche perché nessuno lo vuole vicino a casa. Tanto meno per le scorie potenzialmente ad alta attività come quelle provenienti da un reattore. Prima di utilizzare l’area bisogna sapere quale sarà la sorte delle scorie”.
Legambiente si augura che il sito sia bonificato e che un bosco di gran pregio naturalistico sia restituito al Parco e alla cittadinanza, invece che essere destinato a una base militare.