Arezzo-Livorno rinviata, ma che Serie C è questa?
Arezzo-Livorno è stata rinviata a data da destinarsi. Una decisione in stile "Abodi" che adotto lo stesso provvedimento per Ternana-Pisa, anche se ci sono dei distinguo non di poco conto fra le due vicende, in primis quello della temporalità. Il Pisa era alla prima giornata di campionato, non aveva ancora affrontato nessuna squadra e la classifica segnava zero per tutti. In questo caso invece siamo di fronte ad un campionato che ha già oltrepassato il giro di boa e vede al centro della vicenda non una squadra qualsiasi ma la prima della classe, capolista che osserverà quindi un nuovo turno di riposo, che cade a puntino per una squadra in crisi di risultati e di infortunati.
Il Livorno al posto di una partita fuori casa che è anche un derby contro una buona squadra che avrebbe potuto metterlo in difficoltà, riprenderà il suo cammino il 3 marzo, fra le mura amiche e contro una squadra assai modesta come il Cuneo, certo non è la stessa cosa, certo è una bella boccata di ossigeno per una squadra che dopo un girone di andata entusiasmante ha smarrito se stessa e necessita di ritrovarsi e ricompattarsi.
Parlare di campionato falsato è certamente eccessivo, per lo meno ancora non è il caso di paventare questo spettro, certo è da ribadire, come già abbiamo fatto qualche mese fa (leggi qui) allo scoppiare del caso Vicenza, come questa serie C sia ormai una categoria attaccata al respiratore, portarla avanti in queste condizioni è accanimento terapeutico, ma coloro che dovrebbero intervenire in questo momento sono in altre faccende affaccentadati, leggi guerre personali per una poltrona più o meno pregiata in FIGC, da disinteressarsene o quasi, a cominciare dal burattinario della Lega Pro, quel Gabriele Gravina, che sta riuscendo in una mission-impossible: far rimpiangere il suo predecessore Mario Macalli.
Gravina in due anni e mezzo di gestione della terza serie calcistica ha distrutto tutto quello che si poteva distruggere, ha annichilito il ruolo dei tifosi, con date ed orari di partite assurdi in nome di un accordo con una piattaforma TV Web che porta ai club il classico piatto di lenticchie e poi non è neanche in grando di garantire le dirette al 100%, ha svilito la qualità dei campionati portando avanti cocciutamente il format delle 20 squadre, salvo non riuscirci sempre, con il risultato di avere gironi con appena la metà delle squadre di categoria ed il resto squadre di serie D, prestate al professionismo, ma che del profesionisto hanno poco o niente, a cominciare dagli stadi: i casi Prato e Arzachena, costretti a giocare a decine di km dalla propria casa sono sotto gli occhi di tutti. Ha infine mortificato il ruolo stesso dei campionati allargando i playoff addirittura alle prime 10 classificate, creando un mostro post-season che alla fine è una grande lotteria che premierà non il migliore ma chi in quel momento ha la buona stella dalla sua parte.
A fronte di tutto questo evidentemente ha prestato poca cura ai veri casi spinosi se è vero come è vero, che mai come quest'anno si susseguono uno dopo l'altro i casi di società in crisi con i pagamenti degli stipendi, travolte dai debiti e che rischiano di non finire i campionati. Se lo faranno sarà soltanto perchè nelle pieghe legislative esistono gli escamotage, per avviare gestioni provvisorie che permettono di non perdere il titolo sportivo ed arrivare a fine stagione.
E far arrivare a fine stagione tutte le squadre, pare ormai essere l'obiettivo principale di Gravina e della sua Lega, salvare la faccia per poter concorrere alla poltrona più ambita, quella di Presidente Federale, ma la terza serie merita di più di dirigenti che pensano soltanto a farla vivacchiare nel nome delle proprie ambizioni personali.