Arrivata a Pisa Zahra, la prima studentessa iraniana dei “Corridoi universitari pisani”
In Sapienza è stato presentato il progetto nato su iniziativa dell’Università di Pisa e della Comunità di Sant’Egidio
Ha scritto l'Università di Pisa.
È arrivata pochi giorni fa a Pisa Zahra O., la studentessa iraniana che, grazie al progetto “Corridoi universitari pisani”, potrà frequentare il corso di laurea magistrale in Artificial Intelligence and Data Engineering all’Università di Pisa. La neo-matricola dell’Ateneo pisano è stata accolta nell’Aula Magna del Palazzo della Sapienza dal rettore Riccardo Zucchi e dal prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi, insieme al professor Marco Avvenuti, responsabile scientifico del progetto e presidente del corso di laurea, Lorenza Litrico, responsabile della Comunità di Sant'Egidio di Pisa, e Leonora Rossi, in rappresentanza del Gruppo dei sostenitori. L’evento è stata l’occasione per presentare ufficialmente il progetto “Corridoi universitari pisani”, che ha l’obiettivo di creare opportunità di alta formazione per studenti e studentesse provenienti da paesi in stato di guerra o di conflitto civile, o da paesi in cui si verificano gravi violazioni dei diritti umani. Grazie all’accordo firmato la scorsa estate tra Università di Pisa e Comunità di Sant’Egidio Livorno e Pisa OdV, potranno usufruire di una borsa di studio e frequentare i corsi di laurea magistrale in lingua inglese dell’Università di Pisa.
“Sono onorato di salutare oggi Zahra, prima studentessa che abbiamo potuto accogliere grazie ai Corridoi universitari pisani – commenta il rettore Riccardo Zucchi – È significativo che la prima arrivata con questo progetto provenga dall’Iran, paese culla della civiltà, con una grande tradizione di cultura e conoscenza a cui il mondo occidentale deve molto. Diventa dunque un fatto simbolico che oggi tocchi a noi aiutare queste persone ad accrescere la loro formazione, soprattutto pensando che l'università ha il compito storico di raccogliere il meglio di quello che abbiamo elaborato nella nostra civiltà e di metterlo a disposizione di altre culture. È proprio per questo che l'internazionalizzazione ha un valore strategico: attrarre studenti da altre parti del mondo, soprattutto da questi paesi, serve a trasmettere quello che abbiamo sviluppato e restituire quello che gli altri ci hanno dato in passato".
Zahra ha già una laurea triennale in Computer Science ottenuta all'Università di Teheran. Qui a Pisa sta già frequentando i corsi a Ingegneria dove si è subito integrata e ambientata: "Sono molto grata per l’opportunità che mi è stata data con questa borsa di studio e mi sento molto fortunata ad essere qui. Sono arrivata tre settimane fa e ho ricevuto una straordinaria accoglienza da parte di tutti, professori, staff dell'Ufficio internazionale e Comunità Sant'Egidio. Qui all’Università di Pisa spero di poter accrescere la mia formazione in un campo come quello dell'Intelligenza artificiale, dove mi auguro di dare il mio contributo in un prossimo futuro".
"L'Università di Pisa ha tra le sue caratteristiche quella di essere inclusiva, e in particolare di aiutare gli studenti meritevoli che provengono da paesi con situazioni economiche e politiche difficili – dichiara il prorettore Giovanni Federico Gronchi – Il nostro Ateneo è stato tra i primi ad aderire al Manifesto dell’Università Inclusiva, promosso dall'UNHCR: in quel contesto abbiamo contribuito a creare un canale per studenti rifugiati partecipando al progetto UNICORE. Prendendo spunto da quel progetto e dall'esperienza dei Corridoi Umanitari, promossi dalla Comunità di Sant'Egidio, abbiamo creato i Corridoi Universitari Pisani, che hanno portato a Pisa la studentessa Zahra O. a frequentare un nostro corso di studi in lingua inglese. Ringrazio i promotori e i finanziatori di questa iniziativa, che realizza in pieno le politiche di cooperazione internazionale del nostro Ateneo, e do il benvenuto a Zahra, con l'augurio che il suo soggiorno a Pisa le permetta di realizzare i suoi progetti per il futuro".
“Quello con la Comunità Sant’Egidio è un accordo che nasce dal basso – commenta il professor Marco Avvenuti – Abbiamo unito il loro impegno e capacità nel finanziare e nell’organizzare l’ingresso in Italia di persone in difficoltà tramite i Corridoi umanitari, con la nostra proposta di accogliere studenti da paesi terzi e dare loro la possibilità di frequentare corsi nella nostra università. Ogni anno le nostre lauree magistrali in lingua inglese attirano l’interesse di studenti provenienti da tutto il mondo – continua Avvenuti – Per fare qualche numero, solo per le lauree magistrali in Computer Engineering e in Artificial Intelligence and Data Engineering quest’anno abbiamo avuto più di 2.800 domande da 40 paesi diversi e ammesso 100 candidati. Purtroppo, molti di questi non riescono a venire in Italia per difficoltà economiche o ritardi nell’ottenere il visto dalle nostre ambasciate. Tra loro c’erano cinque studentesse iraniane e, grazie al progetto “Corridoi universitari pisani”, abbiamo potuto dare a una di loro la possibilità di venire in Italia con una borsa di studio. Siamo davvero contenti che Zahra possa studiare da noi”.
“Grazie all’esperienza dei Corridoi umanitari, promossa a livello nazionale dalla Comunità di Sant'Egidio insieme ad altre realtà ecclesiali, dopo lo scoppio della guerra in Siria abbiamo accolto a Pisa cinque famiglie siriane con il supporto di un gruppo spontaneo di persone che, generosamente, ci hanno aiutato a mettere in piedi un'intensa attività di fundraising per sostenere le spese dell’accoglienza e poi soprattutto sono state disponibili ad accompagnarne il percorso di integrazione – ricorda Lorenza Litrico – Quella esperienza ci ha consentito di costituire una rete di persone che ha poi pensato, visti gli accadimenti internazionali e l'incrudelirsi dei conflitti, di avviare insieme un’altra iniziativa territoriale di private sponsorship per il sostegno dello studio universitario di studenti e soprattutto studentesse provenienti da Paesi esteri, in zone di conflitto e in condizioni di fragilità. Grazie ai Corridoi umanitari, oggi sono più di settemila le persone salvate e centinaia di migliaia i comuni cittadini che hanno contribuito a salvarle”.