Attenti al lupo: vivono sul Monte Pisano e fanno strage di animali
Dopo la nota dei comuni di Calci e Cascina sulle norme di comportamento in caso di avvistamento o contatto, vi raccontiamo una storia di convivenza forzata tra uomo e lupo
Vivono tra noi, o forse, e meglio, siamo noi, che viviamo tra loro, in mezzo ai loro territori di caccia.
I lupi sono tornati in Italia, in Toscana e da qualche tempo, sempre più spesso, anche sul Monte Pisano che osserva dall'alto la provincia di Pisa e quella di Lucca
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La storia che raccontiamo, circa il ritorno del lupo sui nostri territori, è collocata temporalmente a cavallo dei due anni, quando in una proprietà di Stiava, nel comune di Massarosa, in provincia di Lucca, in una notte, tre capi di differente taglia (due pecore e una capra), furono sbranate proprio dai lupi.
Tra Stiava e Filettole, nel comune di Vecchiano, a due passi dal Monte Pisano, corrono solo 12 chilometri di territorio semi-montano e boschivo, poco abitato, una sorta di strada preferenziale per animali come i lupi, spinti sempre più vicino ai centri abitati e capaci di spostamenti incredibili, soprattutto se in fase di migrazione (50-100 km al giorno ndr).
"Gestisco questa proprietà a Stiava - racconta Nico Baroni, agronomo di Vicopisano -. All'interno è divisa in una grande oliveta e lato monte, da un bosco. La proprietà, lato valle, è recintata, mentre sopra, finito il bosco, no. È molto grande, circa 18 ettari. La nostra idea era quella di inserire all’interno della proprietà delle pecore in modo da gestire le erbe dell’oliveta in modo sostenibile”.
Il bosco lato monte, quindi, avrebbe dovuto servire da barriera naturale, giusta per il contenimento delle pecore lasciate libere di brucare all’interno della grande proprietà. La presenza del lupo, comunque, era già data per certa.
“A dire il vero – prosegue Nico Baroni – avevamo anche messo in conto che qualche capo potesse finire sbranato, non era una possibilità così remota. Ciò che ci ha più colpito, invece, sono state le modalità e i tempi dell’attacco”.
Dopo un periodo di adattamento in stalla, le prime due pecore furono infatti immesse nella proprietà intorno alla metà di dicembre 2021. Seguite poco dopo da una capra.
“Neppure due settimane dopo – spiega Baroni – il custode della proprietà, quello che ogni giorno è presente per la gestione quotidiana del fondo, intorno alle 8 del 27 gennaio, ha trovato una capra smembrata, una pecora uccisa ma lasciata intatta, e un’altra pecora del tutto scomparsa. A terra erano rimasti sangue e organi vari, mentre della seconda pecora non abbiamo ritrovato altre tracce”.
Il fatto è stato denunciato ai Carabinieri, mentre le carcasse rimaste sono state smaltite tramite l’Asl locale.
“Le indagini si sono fermate lì - conclude Nico Baroni - alla denuncia da noi inoltrata alle autorità competenti. Il dubbio, a questo punto, non è tanto sulla natura dei predatori, anche se restano alcune perplessità, c’è chi ancora parla di cani inselvatichiti. Quello che ci ha più colpiti è stata la velocità dell’attacco, avvenuto pochissimi giorni dopo le immissioni in libertà dei capi e forse, ancora di più, la sua letalità. Pari al 100% dei capi uccisi”.