Aumentano gli affidi eterofamiliari, i dati dalla SdS pisana
Trentatrè affidi eterofamiliari nei primi 10 mesi del 2019 nella zona pisana, che riguardano prevalentemente minori nella fascia d’età 7-14. Un dato in aumento rispetto al 2018, quando gli affidi erano stati 24
(di cui 8 stranieri) e rispetto al 2017 quando erano sono stati 32 (di cui 15 stranieri). Sono i dati illustrati nel corso della giornata di studio e riflessione “Mutamenti sociali nel sistema famigliare. Nuove sfide per l’affido”, che si è svolta ieri sabato 30 novembre alle Officine Garibaldi. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’Associazione Famiglia Aperta e la Società della Salute della Zona Pisana, con lo scopo di rilanciare e focalizzare l’attenzione sull’affido familiare, a partire dalla normativa vigente, tenendo conto delle prospettive e delle innovazioni che i cambiamenti sociali e culturali pongono a questa forma di solidarietà.
Le persone interessate si possono rivolgere al Servizio Sociale o alle Associazioni presenti sul territorio che si occupano di affidamento per avere le prime informazioni. Per dare la propria disponibilità come affidatari occorre rivolgersi al Servizio Sociale competente per territorio, al fine di intraprendere un percorso formativo finalizzato all’acquisizione di una maggiore consapevolezza sulla possibilità concreta di diventare protagonista dell’affidamento, nel corso del quale verificare la reale fondatezza delle proprie aspirazioni. I cittadini che possono dare la disponibilità ad accogliere un minore in affidamento familiare possono essere: coppie sposate, con o senza figli, coppie non sposate, con o senza figli, persone singole. Non sono previsti limiti di età e neppure è prevista una differenza di età minima o massima tra gli affidatari e il minore affidato. Nell’attesa dell’abbinamento, che può richiedere un tempo più o meno lungo e non facilmente quantificabile, gli aspiranti affidatari ritenuti idonei verranno inseriti in un percorso di formazione.
La formazione può essere effettuata prima, durante e dopo la fase della conoscenza e valutazione delle persone che vogliono accogliere. Questa fase deve essere condotta dall’assistente sociale e dallo psicologo e, dove presente, dall’educatore.