Base di Coltano: no di Italia Nostra e Coldiretti Pisa
Il progetto del Governo diventa sempre più divisivo
Da una parte la sensazione di assedio al Parco Naturale, dall'altra, il no secco al consumo di nuovo suolo, sempre a discapito dell'agricoltura.
Italia Nostra e Coldiretti Pisa entrano a piedi uniti nel dibattito innescato dal progetto del Governo relativo al nuovo insediamanto militare messo a progetto a Coltano.
ITALIA NOSTRA , SEZIONE DI PISA
NUOVA BASE DEI CARABINIERI NELLA TENUTA DI COLTANO – IL PARCO NATURALE ASSEDIATO DI
MIGLIARINO-SAN ROSSORE-MASSACIUCCOLI
Abbiamo appreso in questi giorni dalla stampa del progetto di una nuova base dei Carabinieri all’interno del perimetro del Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli (Parco regionale MSRM). Dai pochi dettagli trapelati sulla stampa sembrerebbe che il sito scelto sia posto all’interno delle aree agricole di sviluppo della Tenuta di Coltano su un terreno già parzialmente occupato in maniera impropria dalla base radar militare abbandonata dagli anni 90.
Mentre un recupero (o demolizione) degli edifici esistenti sarebbe cosa opportuna, come opportuno e anzi doveroso sarebbe il recupero della vicina Stazione Radio Marconi ridotta ormai a rudere (invece di essere conservata con cura quale monumento della storia della scienza italiana!), ed opportuno sarebbe anche il riutilizzo dei molti fabbricati di pregio inutilizzati di Coltano (scuderie villa medicea, ex-scuola Diaz, etc.), del tutto inopportuno a noi pare evidentemente invece la costruzione di ingenti volumetrie (si parla addirittura
di più di 400mila metri cubi!) in una area di bonifica, per di più all’interno di un Parco regionale, e senza avere nemmeno consultato, come pare, le amministrazioni comunali e del Parco.
Il Parco Naturale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, alla cui costituzione tanto ha contribuito la sezione di Pisa di Italia Nostra - che anzi per prima lo propose in un convegno di studi nel 1965, per salvare la distruzione della pineta di Migliarino - è un “Parco delle Tenute” che preserva la bellezza di quel che resta delle zone non urbanizzate delle pianure della foce dell’Arno e del Serchio, mettendo insieme, partendo da nord: la macchia lucchese, il Padule di Massaciuccoli e la Tenuta Borbone a nord del Canale Bufalina, la Tenuta di Migliarino, il padule meridionale di Massaciuccoli e la Fattoria di Vecchiano a nord del Serchio, la Tenuta di San Rossore tra l’Arno ed il Serchio, le tenute di Tombolo e Arnovecchio e le tenute di Coltano e Castagnolo tra l’Arno e lo Scolmatore, nonché l’Area Marina Protetta Secche della Meloria.
E’ un Parco naturale assediato dall’esterno (il mostruoso progetto “Darsena Europa” di espansione del porto di Livorno minaccia gravemente l’erosione delle sue coste ad ovest e mette a rischio l’area Marina protetta della Meloria, il suo confine sud già pesantemente alterato subirà ulteriori pesanti trasformazioni infrastrutturali tra l’area industriale di Livorno e Guasticce, il suo confine est è deturpato da infelici trasformazioni urbanistiche di terreni agrari quali quelli di Ospedaletto e Montacchiello, il suo confine nord è assediato dall’urbanizzazione della Versilia, etc..) ma è un Parco naturale anche già gravemente “minato” dall’interno, con vastissime aree utilizzate dalla base militare di Camp Darby (il cui recente intervento di nuove barriere ha comportato la distruzione di centinaia di piante del bosco), dal centro ricerche militari C.R.E.S.A.M.(CAMEN), dal poligono di tiro, dalla autostrada che lo taglia longitudinalmente, dall’urbanizzazione di ampie aree delle sue zone di costa.
Riteniamo pertanto del tutto inopportuna e anzi nefasta la costruzione di un così grande volumetria di nuovi fabbricati all’interno del Parco. Ben venga il riutilizzo e ri-funzionalizzazione delle innumerevoli strutture esistenti e abbandonate (nella Tenuta di San Rossore, nella Tenuta di Tombolo, nella Tenuta di Coltano), bene anche il presidio dei Carabinieri se questo può servire ad un maggior controllo e sicurezza di un territorio naturale vasto, fragile e dove purtroppo non mancano situazioni di degrado. Ma senza consumo di suolo. Dovrebbe essere così dovunque ormai, ma in un Parco naturale, polmone verde in mezzo all’urbanizzazione selvaggia della pianura è un fatto ancora più grave.
Il Presidente della sezione di Pisa di Italia Nostra
Gabriele Del Guerra
COLTANO: COLDIRETTI PISA, NO A CONSUMO DI NUOVO SUOLO SOTTRATTO AD AGRICOLTURA
In provincia di Pisa consumati tra il 2019 ed il 2020 altri 46 ettari di suolo. I dati allarmanti di Coldiretti.
Basta sottrarre terreno all’agricoltura e alla produzione di cibo. No a nuovo consumo di suolo. A prendere posizione è Coldiretti Pisa contraria a qualsiasi progetto, militare, civile o di altra destinazione, che divori altro suolo alle imprese agricole. Suolo che, secondo la principale organizzazione agricola, dovrebbe essere salvaguardato e valorizzato per produrre tutte quelle materie prime agricole da cui oggi dipendiamo dall’estero contribuendo inoltre alla crescente fragilità del territorio di fronte ai cambiamenti climatici. Proprio Coldiretti in occasione della Giornata della Terra aveva lanciato un preoccupante trend: il consumo di suolo si è mangiato negli ultimi quattordici anni 180 mila quintali di prodotti agricoli che avrebbero potuto essere coltivati e raccolti nelle campagne toscane per una perdita stimata di 3,6 milioni di euro. Lo spazio destinato all’agricoltura si è ridotto irreversibilmente tra il 2012 ed il 2020 nella nostra regione di circa 600 ettari così come le superfici naturali per circa 2.600 ettari mentre, al contrario, hanno continuato ad espandersi le aree urbane con un incremento di 3.270 ettari secondo l’Ispra per un totale di suolo consumato di 141 mila ettari pari al 6,17% dell’intera superficie regionale.
Un processo che non ha risparmiato la provincia di Pisa dove, secondo l’elaborazione di Coldiretti sulla base dei dati Ispra, sono stati consumati 46 nuovi ettari tra il 2019 ed il 2020 che portano la percentuale di suolo occupato da cemento, edifici, capannoni e strade al 6,98% (media regionale del 6,12%). Complessivamente sono 17 mila gli ettari che non potranno più essere utilizzati. “Coldiretti oggi non prende posizione contro il progetto della base militare a Coltano ma contro qualsiasi progetto destinato ad erodere altro suolo all’attività agricola sia esso civile o di altra natura. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa, nonché Coldiretti Toscana – L’ultima generazione è responsabile della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto in maniera purtroppo irreversibile la superficie agricola utilizzabile; superficie che è irrimediabilmente persa”.
Coldiretti suggerisce di “recuperare e rigenerare edifici ed aree che sono già edificate”: “Non è la direzione giusta perché il futuro ci impone di cambiare traiettoria. – conclude Filippi – Ogni metro di suolo sottratto alla produzione di cibo, all’agricoltura, alla biodiversità, è un metro in più che ci allontana da un futuro di sostenibilità e sovranità alimentare”.
Martedì 19 aprile, durante la puntata di In strada con Punto Radio, siamo stati a Coltano per ascoltare le parole dei residenti, ma anche del presidente del Parco di San Rossorre Bani e di altri interlocutori.
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