Biancoforno: "Mai leso alcun diritto dei lavoratori"

Cronaca
Calcinaia
Giovedì, 23 Maggio 2024

► AGGIORNAMENTO DI VENERDI' 24 MAGGIO. LEGGI ANCHE:  Vertenza Biancoforno. "Se l’azienda non ritirerà la querela alla sindacalista Merola sarà scontro"

 


Conferenza stampa dell'azienda di Fornacette leader del settore dolciario. Luca Lami: "La querela sporta contro Cesarina Merola è precedente alla manifestazione del 14 maggio, personale e non nei confronti del suo ruolo di sindacalista". Il 4 giugno nuovo incontro tra azienda e sindacati

Quella tra Biancoforno e Natasha (all’anagrafe Cesarina ndr) Merola, sindacalista e segretaria provinciale Flai Cgil, è una questione aperta, passata per vie giudiziarie, ma strettamente privata.

A dirlo, durante una conferenza stampa convocata presso la sede dell’azienda dolciaria di Fornacette, giovedì 23 maggio, è Luca Lami, proprietario insieme al fratello Franco, della Biancoforno SpA.

Tre, in totale, i punti fondamentali su cui Biancoforno ha voluto fare chiarezza, soprattutto dopo la manifestazione-presidio indetta dalla Flai Cgil martedì 14 maggio, davanti ai cancelli dell’azienda di Fornacette.

Il primo è relativo al diritto di assemblea dei lavoratori: “Una vicenda – spiega Luca Lami – che si trascina in tribunale dal 2017“.

Da quando alla richiesta di spazi per le assemblee avanzate dai lavoratori, la Biancoforno, su indicazione del responsabile aziendale alla sicurezza, non poté garantire alcun luogo deputato allo scopo interno alla sede di Fornacette.

“Questo – ha specificato Luca Lami – poiché non avremmo potuto garantire le condizioni di sicurezza richieste o locali adeguati. Non per mancata volontà. Comunicammo il fatto al sindacato, invitandolo a verificare la questione in azienda, ma il sindacato ritenne di intraprendere la via giudiziaria. Il tribunale nominò un Ctu (consulente tecnico d’ufficio ndr), che assieme a tutti gli ingegneri delle parti in causa, ispezionò l’azienda, confermando che l’azienda non aveva un luogo adatto a poter ospitare le assemblee dei lavoratori. Sulla relazione espressa dal Ctu, Biancoforno ha poi vinto sia il primo che il secondo grado di giudizio. Restiamo in attesa della Cassazione, per capire alla fine chi ha ragione e chi ha torto”.

“Da parte di Biancoforno – insiste Luca Lami -, all’epoca, fu data disponibilità ad affittare a nostre spese la locale Casa del Popolo (ma più di recente i locali messi a disposizione erano quelli della sala convegni della Fornace appena ristrutturati ndr). Dal 2017, quindi, gli operai hanno la possibilità di partecipare alle assemblee nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori. Con tanto di servizio navetta. Come previsto dal contratto collettivo nazionale. Perciò riteniamo di non aver mai leso alcun diritto costituzionale”.

Il secondo punto affrontato durante la conferenza stampa, si riferisce invece agli orari di lavoro.

“La nostra è un’azienda dolciaria – dice Luca Lami – ogni giorno, la produzione, ha un inizio e una fine. I dipendenti conoscono la loro fascia di orario di entrata, settimana per settimana, e all’interno di quella fascia di orario, può verificarsi un’oscillazione di orario di più o meno un’ora”.

Sugli orari di lavoro erano stati forti le contestazioni della Flai Cgil, che tramite Natasha Merola, durante la manifestazione del 14 maggio, aveva chiesto “orari di lavoro certi”.

“Sull’orario di uscita dei dipendenti – continua Lami – rispondo con i numeri. In media, sono 5,7 ore al mese di sforamento a dipendente. 60 ore l’anno. Questa è la media del superamento delle 172 ore mensili (40 settimanali ndr). Il contratto nazionale prevede 88 ore di flessibilità e 80 di straordinario. Noi non arriviamo neppure a 70 ore di sforamento all’anno di media. Al momento, anche se speriamo di arrivare quanto prima ad averlo, Biancoforno non attua la flessibilità, poiché non ha l’accordo. Le ore di lavoro oltre l’orario previsto, comunque e come dovuto, sono pagate nel mese di competenza come straordinario (il 45% in più ndr)”.

Biancoforno da 34 anni è leader nel settore dolciario industriale, con poco meno di 200 dipendenti (196 ndr) assunti direttamente a tempo indeterminato (più circa 25 interinali esterni ndr), con un export del 36-37% verso Paesi europei (Germania e Regno Unito in primis) ed extra europei, ed un fatturato nel 2023 di circa 55 milioni di euro.

In conclusione Luca Lami, per Biancoforno SpA, ha parlato nello specifico del terzo aspetto legato alla vicenda scoppiata lo scorso 14 maggio, a seguito della manifestazione Flai Cgil davanti ai cancelli dell’azienda e alla querela presentata nei confronti di Natasha (Cesarina ndr) Merola.

“Una querela – insiste Lami – strettamente legata alla persona e non al suo ruolo di sindacalista. In qualsiasi rapporto tra persone il rispetto individuale dovrebbe essere garantito a tutti, a prescindere. Poi il confronto sui tempi può anche essere aspro, può anche portare ad una contestazione. Assolutamente sì. Siamo una democrazia compiuta. Il rispetto delle persone, però, non dovrebbe mai mancare”.

Luca Lami allora entra più nello specifico: “Io e mio fratello Franco – dice – abbiamo ricevuto dalla signora Cesarina Merola svariati messaggi con offese pesantissime a livello personale. L’ultimo episodio dei quali risale alla fine dello scorso febbraio. Mentre il 13 di marzo 2024, mi è stato recapitato in forma anonima un plico contenente una chiavetta usb con all’interno un file audio, che ho portato ai Carabinieri”.

La querela sporta Da Biancoforno SpA lo scorso 13 marzo sarebbe quindi relativa ad una questione tra privati e non riconducibile alla manifestazione-presidio del 23 maggio.

Spiega ancora Luca Lami: “Nell’audio, diffuso anche nelle chat interne all’azienda, erano riportare offese gravissime nei nostri confronti, inaccettabili. In altre occasioni abbiamo lasciato correre, questa volta no. Ed è su quelle offese personali mosse a noi da Cesarina Merola che abbiamo presentato querela ai Carabinieri. Una questione strettamente privata, tra me e mio fratello Franco e la signora Cesarina Merola. L’attività sindacale non c’entra assolutamente nulla. Poi starà alla magistratura decidere se c’è diffamazione o meno”.

Secondo Biancoforno, quindi, due piani distinti, quello sindacale e quello del rapporto personale tra Merola e l’azienda, sarebbero stati mischiati.

“Il 10 maggio scorso, tra la Biancoforno e la Flai, c’è stato un incontro. Presenti la signora Merola, il rappresentate Flai regionale, oltre alla nostra rappresentanza aziendale e al dottor Alessandro Glisenti di Unionfood. Chiuso l’incontro, l’appuntamento dato tra le parti era al 4 giugno 2024. Sabato 11 maggio, alle 20.13 abbiamo ricevuto una pec dalla Flai con convocazione di una assemblea retribuita di tre ore. Come sempre abbiamo provveduto a prenotare la sala, abbiamo convocato le Rsa e abbiamo dato la nostra piena disponibilità. Poi c’è stata la manifestazione di martedì 14 maggio ed è scoppiato il caso. Ma la querela a Cesarina Merola era stata sporta precedentemente”.

Il 4 giugno l’azienda Biancoforno si incontrerà con i sindacati. “Spero che in quella data - dice infine Luca Lami - si potrà parlare in un clima disteso. Da parte nostra siamo disponibilissimi ad affrontare i problemi che saranno posti sul tavolo. Ritengo che siano minori rispetto a tante altre realtà industriali e che la Biancoforno sia un ottimo luogo di lavoro. Credo, comunque, che le problematiche potranno essere affrontate serenamente, per il bene di tutti. Soprattutto per poter continuare a lavorare al meglio, come abbiamo fatto per 34 anni”.

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carlo.palotti