Buti, consiglio comunale straordinario sulla sanità

Politica
Buti
Venerdì, 4 Marzo 2016

Un consiglio comunale aperto, quello tenuto ieri sera a Buti nella cornice dell'ex cinema Vittoria di Cascine, che non ha potuto che evidenziare alcuni punti sensibili e nervi scoperti sullo stato attuale, ma soprattutto su quello futuro della sanità Toscana.

Una sessione fortemente richiesta dall'opposizione per informare la cittadinanza sui temi che coinvolgono obbligatoriamente la totalità della popolazione residente in un comune periferico e di dimensioni ridotte come quello di Buti, e che su delle tematiche per definizione “bipartisan” come quelle della sanità pubblica, e che rischia di coinvolgere al più presto, non appena la legge regionale entrerà in pieno vigore, le altre amministrazioni che con Buti condividono la stretta dipendenza di quanto deciso e legiferato in Regione.

Queste le motivazioni, condivise dal sindaco Alessio Lari ma non altrettanto da altri membri della maggioranza, come la consigliera comunale Garosi che ad inizio seduta, dopo la lettura di una relazione condivisa con la ASL Valdera sui due casi di “legionella” emersi nei giorni scorsi (notizia riportata da Cascina Notizie con assoluto tempismo e che trovate qui), si è domandata, coinvolgendo i presenti al quesito, “Quale possa essere l'interesse di Buti e dei suoi cittadini ad un argomento di rilevanza regionale e non locale”.

Pronta la risposta dell'opposizione, che ovviamente non si è fatta sfuggire le incongruenze della consigliera, caduta in fallo dapprima con l'erronea definizione dei toni usati nel rendere noti i casi di legionella di Buti (“certa stampa che usa toni isterici e allarmistici” ha detto la Garosi), in seguito quando ha più volte descritto Pierluigi Bersani, personalmente in disaccordo con la nuova legge toscana sulla sanità, con un ingeneroso “Bersani non è niente”, definizione che denota una palese mancanza di riconoscenza e di memoria storica nei confronti di un personaggio di spessore assoluto che fino a pochi anni fa ricopriva la carica di segretario nazionale del suo partito e che la Garosi stessa non mancò di sostenere a spada tratta nella sfida per la poltrona di segretario che lo vide perdente contro Matteo Renzi.

Le difficoltà dell'amministrazione comunale nel difendere la propria tesi secondo la quale “per Buti non cambierà niente” sono emerse a fronte degli interventi del Dott. Giuseppe Ricci (ex funzionario della ASL di Arezzo), del Dott. Andrea Quartini (medico e capogruppo del M5S in consiglio regionale) e di Stefano Mugnai (capogruppo di Forza Italia).

I tagli sulla sanità regionale, definiti dai consiglieri Andrea Pieroni e Alessandra Nardini del PD come “necessarie ottimizzazioni delle risorse”, coinvolgeranno i comuni toscani e con loro la popolazione, a maggior ragione in territoti come quello di Buti, dove non esistono presidi ospedalieri e la cittadinanza è sempre più caratterizzata da un innaturale innalzamento dell'età media.

Le ricadute più immediate saranno facilmente immaginabili, almeno secondo Paolo Bandecca, capogruppo della lista “Spigai per cambiare”:

“Si prolungheranno a dismisura i tempi delle liste di attesa, sia per consulti di medicina generale, per consulenze specifiche, e per gli interventi ordinari e di routine – dice Bandecca – Andrebbe rivista la sperimentazione delle convenzioni tra strutture pubbliche e private, in modo di garantire la copertura a più persone possibile, con particolare attenzione alle categorie più disagiate (anziani, soggetti non indipendenti) e sensibili (malati cronici, bambini). Se prima non si pagava il ticket sanitario, adesso lo paghiamo eccome – prosegue Bandecca – i “tagli al personale riguarderanno si le prestazioni diagnostiche che quelle chirurgiche, e ritengo che sia superfluo addossare le lacune della sanità alle inveterata abitudine (tutta italiana e quantomento “curiosa”, per la verità) di ricorrere al Pronto Soccorso al minimo allarme medico, come una febbre alta o un mal di denti acuto”. Bandecca e i suoi colleghi in merito hanno delle proposte, in altri comuni già attuate o quantomeno previste: “Per snellire l'intasamento del Pronto Soccorso andrebbero creati dei presidi in grado di fornire dei servizi di base, come le prime cure in caso di incidente domestico – conclude – Da parte nostra abbiamo apprezzato che l'amministrazione abbia acconsentito che il caso della Sanità Toscana possa esser stato trattato in questo consiglio “aperto” perchè, come dimostrato dalla proficua discussione di stasera, la sanità interessa tutti, non ha colore, bandire e ideologie”.

massimo.corsini