Cascina via dal progetto migranti SPRAR, ecco cosa significa

Politica
Cascina
Sabato, 5 Novembre 2016

"Abbiamo deciso di interrompere il progetto SPRAR, per il quale occorre il nullaosta del sindaco, a differenza dei progetti di prima accoglienza sui quali effettivamente l'Ente non ha alcun potere, per dire basta ad un eccesso di presenza di immigrati sul nostro territorio“. Così parlò, ad alcune testate giornalistiche,  la Sindaca di Cascina Susanna Ceccardi dando così alla gente di Cascina due notizie: la prima è l'ammissione di non poter gestire l'immigrazione. Dopo aver ripetuto come un mantra,durante e dopo la compagna elettorale, che nel comune di Cascina gli immigrati non arriveranno più, adesso ecco la rivelazione: "sui progetti di prima accoglienza, l'Ente (il comune n.d.r.) non ha alcun potere" . La seconda notizia che la Sindaca ci rivela è l'uscita del suo comune dal progetto SPRAR, acronimo di  Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati che costituisce una rete di centri di accoglienza non primaria destinata ai richiedenti, ma sopratutto ai titolari (chi la richiesta di asilo l'ha vista riconosciuta ufficialmente) di protezione internazionale.

Lo SPRAR non è quindi un centro di prima accoglienza, non ha niente a che vedere con i CDA o i CARA che vediamo superaffollati in tv, non dà quindi un'assistenza immediata alle persone che arrivano sul territorio italiano ma offre aiuto a coloro che sono già titolari di una forma di protezione internazionale (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria). Quindi assiste persone già conosciute identificate e note allo Stato, niente a che vedere con chi entra clandestinamente nel nostro paese.

Lo SPRAR è stato istituito ai sensi dell’art. 32 l. n. 189/2002, e in seguito a un protocollo d’intesa del 2001 stipulato dal Ministero dell’Interno, dall’ANCI e dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNHCR), che hanno cercato di razionalizzare i programmi di accoglienza in precedenza gestiti a livello locale. L’intera rete è coordinata e monitorata da un Servizio Centrale, gestito dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), in seguito ad una convenzione stipulata con il Ministero dell’Interno.

Il Sistema è attualmente finanziato attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (FNPSA) anche se nel corso del tempo ha potuto contare su diverse fonti di finanziamento straordinarie. Nel 2011, ad esempio, secondo i dati del Servizio Centrale, ai 3000 posti finanziati attraverso il FNPSA, si sono aggiunti altri 979 posti, finanziati dalla Protezione Civile (816 posti) e dalle risorse provenienti dall’8 per mille (163). Lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali che accedono ai finanziamenti del FNPSA. Il ministero dell’Interno, tramite il servizio centrale, infatti emana ogni tre anni un bando per l’assegnazione dei posti finanziati. I singoli enti locali interessati, congiuntamente ad organizzazioni del terzo settore presenti sul territorio, precedentemente selezionate a livello locale, partecipano a tale bando presentendo il proprio progetto. I progetti possono essere ritenuti “idonei” e finanziati o “non idonei”. In alcuni casi i progetti vengono ritenuti “idonei” ma per mancanza di fondi, non vengono attivati. I progetti ritenuti “idonei e non finanziati” possono però essere attivati in un secondo momento, qualora vengano rinvenuti nuovi fondi.

Cosa cambia in pratica per Cascina ed i Cascinesi adesso che la Sindaca Ceccardi ha ritenuto opportuno (senza una discussione in consiglio comunale) di uscire dal progetto SPRAR? Verranno allontanati 14 rifugiati che trovavano sistemazione nel Comune di Cascina. 14 persone che su un totale di 45.000 residenti fanno lo 0,031% delle persone presenti in tutto il territorio cascinesi. Questo ovviamente non significa che non ci saranno più immigrati, il Prefetto può sempre decidere, come ha già fatto nel recente passato di convogliare a Cascina gli immigrati in attesa di giudizio riguardo alla richiesta di asilo politico. Paradossalmente adesso, con i posti liberati sul territorio dalla Sindaca, Cascina potrebbe aver visto andare via 14 persone, note e conosciute come profughi di guerra e con la richiesta di asilo in tasca, per vedersene arrivare altrettanti (o più), che l'asilo ancora non lo hanno attenuto e che sono sconosciuti del tutto o quasi allo stato italiano.

Nell foto un migrante impegnato nel corso di Italiano organizzato dal Comune di Neviano nell'ambito del progetto SPRAR

 

massimo.corsini