Cascina, divieto di parola all’ANPI
Consiglio Comunale aperto a Cascina in occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, l’Anpi chiede la parola, gli viene negata
UNA RIFLESSIONE
Brutta pagina, non certo nuova per Cascina, quella scritta il 27 gennaio 2020. Il Consiglio Comunale è l’istituzione rappresentante di tutti i cittadini, far intervenire l’ANPI alla seduta significava rivolgersi a tutti da parte di una associazione che ben prima dell’istituzione del Giorno della memoria ha incessantemente e costantemente portato avanti lil ricordo di quei tragici eventi: iniziative che non hanno mai avuto sosta negli ultimi cinquanta anni almeno, treni della memoria, testimonianze dirette di chi ha vissuto quelle inenarrabili esperienze portate nelle scuole affinché i giovani abbiano memoria e non si dimentichi.
Ora c’è la “Giornata della Memoria”, non si può più far finta di niente.
Ssoprattutto coloro che da destra mai avevano speso una parola in tal senso, mai si erano adoperati per non dimenticare, o meglio hanno sempre continuato, per decenni, a “giustificare” il fascismo e gli errori di quei venti anni di dittatura, considerando le “leggi razziali” un errore, una battuta d’arresto nell’insieme delle cose buone fatte. E poi c’è da capire come si possa celebrare la Giornata della Memoria e poi partecipare o accettare inviti a iniziative di gruppi come “Lealtà Azione” o chiedere di intitolare strade/piazze a Giorgio Almirante (pur nel rispetto del personaggio politico). Ultima considerazione, l'ANPi non doveva lasciare l'aula per rispetto nei confronti degli ospiti esterni invitati.
L'ANTEFATTO
Come già scritto, il Presidente dell’Anpi di Cascina, Franco Tagliaboschi, scrive alla presidente del Consiglio Comunale di parlare durante la seduta aperta per il Giorno della Memoria. Si riuniscono i capigruppo in consiglio e viene deciso di dare la parola ad altre associazioni ma non all’Anpi.
LA CRONACA DEL 27 GENNAIO
Sala del Consiglio Comunale con la zona riservata al pubblico piena di persone, la maggior parte iscritti all’Anpi con il fazzoletto dell’associazione sulle spalle, compreso i tre consiglieri del PD (Marrucci, Guainai e Pucci). Consiglieri presenti: Loconsole (M5S), i tre del PD, Funel, Gabbriellini, Truglio, Profeti, Tavanti Chiaverini (Lega Nord), Chiellini e Petri (Forza Italia), , Lago (Fratelli d’Italia), Viegi e Poli (PSI-PSE Progetto Cascina),
Poco prima che la Meini desse inizio alla seduta, si alza Tagliaboschi e chiede nuovamente di poter prendere la parola durante la seduta. La presidente del Consiglio un po’ risentita chiede che la scelta deve spettare alla conferenza dei capogruppo e prende la parola Lago di Fratelli d’Italia, affermando che la decisione era già stata presa, che la richiesta è pretestuosa e non rispettosa dell’istituzione e segno di una volontà divisiva nel giorno invece in cui si deve essere tutti uniti e che già in passato l’Anpi aveva utilizzato questi appuntamenti per fare propaganda.
Al termine dell’intervento gli animi si scaldano e il pubblico rumoreggia e ci scappa anche un “buffone”, al quale replica il consigliere Funel, avvicinandosi alla zona riservata al pubblico dicendo che non si deve offendere. Poco dopo si vedono arrivare anche i carabinieri, oltre a due rappresentanti della Polizia Municipale.
A questo punto si sospende la seduta e si riuniscono i capogruppo. Al rientro la Meini conferma la scelta già stabilita. L'ANPI non può intervenire. A “scusante” ricorda che all’Associazione ha già avuto la disponibilità di strutture comunali per svolgere altre iniziative (la Gipsoteca e una sala della Città del Teatro per iniziative sulla Shoa con gli studenti) e che quindi non c’è nessuna preclusione verso di loro ma il Consiglio Comunale ha fatto la scelta di dare la parola ad altre associazioni.
Franco Tagliaboschi si alza e annuncia che l’Anpi avrebbe lasciato l’aula del Consiglio per protesta, iscritti e simpatizzanti dell’associazione lo seguono ed uscendo intonano “Bella Ciao”.
A questo punto inizia la seduta parlano: Guido Guastalla della Comunità Ebraica di Livorno, un rappresentante della Comunità Ebraica di Pisa, Massimo Fornaciari dell’ANED Pisa e un rappresentante dell’associazione Lapis di Cascina. A seguire gli interventi dei vari esponenti dei gruppi consiliari.
LE REAZIONI POLITICHE
Cascina, no a intervento ANPI durante Consiglio sulla Memoria.
Nardini (PD): "Indegno. Ennesima ritorsione politica dell'Amministrazione Ceccardi-Rollo-Cosentini"
L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia rappresenta le donne e gli uomini della Resistenza che ci liberarono dal giogo nazifascita, l'ideologia criminale che avvallò anche in Italia la persecuzione e la deportazione sistematica degli ebrei. È pertanto indegno che all'ANPI sia stata negata la parola nel Consiglio Comunale di Cascina proprio durante le celebrazioni della Giornata della Memoria delle vittime della Shoah. La spinta cinica di esclusione e di ritorsione politica che ha sempre caratterizzato l'Amministrazione Ceccardi-Rollo-Cosentini è arrivata a tanto, come se si trattasse di partiti avversari, in una giornata che dovrebbe invece unire nella memoria e nell'impegno civile l'intero Paese, senza nessuna distinzione o divisione.
Giovanni Greco coordinatore CascinaOltre
Giornata della Memoria: la Lega nega il diritto di parola all'Anpi CascinaOltre "chi nega la parola all'Anpi si comporta come chi ha negato la libertà di espressione"
CascinaOltre è schifata dal comportamento della Presidente del consiglio comunale Meini, che, non concedendo il diritto di parola all'Anpi, ha infangato il senso stesso del Giorno della Memoria. Negare la parola vuol dire calpestare il senso stesso dei valori della Resistenza. L'assurdo è stato toccato quando Meini ha chiesto rispetto per il Consiglio Comunale. Il rispetto si guadagna prima con l'educazione e poi portando per primi rispetto ad una comunità che dovrebbe rappresentare. La comunità cascinese ha subito l'ennesima ferita, ma per fortuna il tempo della Lega a Cascina sta per finire.
PD Cascina
Consiglio sulla memoria, un'altra pagina nera
A che serve un consiglio comunale aperto sul Giorno della Memoria se non viene concessa parola alle associazioni che tutelano la memoria? L’amministrazione a trazione leghista chiude il proprio mandato allo stesso modo in cui lo aveva iniziato: limitando la libertà di espressione. Si tratta soprattutto di un segnale di paura, che spinge gli amministratori a non concedere sale comunali ad associazioni o, come in questo ultimo caso, a non dare possibilità di intervento all’Anpi.
L’Associazione nazionale partigiani d’Italia si è vista negare questa possibilità, malgrado i responsabili avessero inviato una domanda scritta e fatto richiesta all’inizio della seduta consiliare. Come al solito la maggioranza e la presidente del consiglio comunale si appelleranno alla loro interpretazione del regolamento. Una toppa per coprire quella che appare come una palese mancanza di volontà di garantire il confronto democratico, il rispetto della realtà storica e, a voler essere benevoli, la mancanza di capacità gestione di un appuntamento di approfondimento e riflessione.
Dopo l’uscita dell’Anpi dall’aula consiliare, il gruppo del Partito Democratico è rimasto in sala per il rispetto verso le istituzioni e verso l’ordine del giorno del consiglio, dedicato unicamente alla memoria. L’ultima “Giornata della memoria” di questo mandato amministrativo sarà però ricordata per l’intervento mancato dell’Anpi e per lo schieramento di forze dell’ordine a difesa di un municipio che la Lega ha, di fatto, reso vuoto.