Cascina ha celebrato la Liberazione con il presidente Giani
Il Comune: "Una cerimonia sentita, partecipata e che guarda già al prossimo anno"
Cascina ha celebrato la sua Liberazione con la consueta deposizione della corona al Monumento ai Caduti e con la consegna degli attestati della cittadinanza italiana per coloro che l’hanno ottenuta nell’ultimo anno. Due momenti attesi e sentiti, con decine di persone intervenute in piazza. “Il 79° anniversario della Liberazione di Cascina per noi rappresenta un primo punto di riflessione in vista delle celebrazioni degli 80 anni – ha detto il sindaco Michelangelo Betti –. Cascina, come Pisa, fu liberata il 2 settembre, ma festeggiamo due giorni dopo perché è il giorno in cui i cascinesi tornarono a casa dallo sfollamento in collina. Fu una festa che si collocò alla fine di un’estate terribile, con una campagna del terrore messa in atto dai nazifascisti fin dal giugno, con uccisioni sommarie ed altre più mirate che portarono morte e disperazione in tutte le frazioni”.
Il sindaco ha anche annunciato l’intenzione di realizzare una pubblicazione che raccolga in un solo volume la memoria di tutte le uccisioni di cascinesi per mano dei nazifascisti, che oggi si trovano sparse in vari testi. “Come amministrazione abbiamo intenzione di consegnare ai cascinesi un ricordo storico compiuto, con un testo che lo accompagni e con una riflessione sui fatti che hanno caratterizzato l’estate del ’44, ma anche quelli degli anni precedenti, antecedenti anche alla marcia su Roma. Dopo 20 anni di dittatura fascista, però, in quelle settimane nacque di nuovo un orgoglio nazionale che guardava verso la Repubblica e la democrazia. Quando il referendum del 2 giugno ci consegnò la Repubblica, a Cascina avevamo già un Comune amministrato ed eletto nel marzo precedente”.
Storie locali che si intrecciano alla storia nazionale, da mettere nero su bianco per non disperderle. “Oggi ricordiamo una storia che ha portato l’Italia ad essere libera, democratica e antifascista e che ha fatto nascere la Repubblica. I testimoni diretti ormai sono sempre meno, per cui è nostro compito non disperdere quella storia locale che ha contribuito a fare la storia nazionale. Non possiamo far altro – ha concluso il sindaco Betti – che prendere l’occasione per fare questo lavoro di approfondimento e ricerca storica, in modo da lasciarlo a futura memoria e andando a ricordare ogni singolo caduto del nostro territorio”.
Dopo il primo cittadino cascinese, hanno preso la parola Bruno Possenti (presidente Anpi provinciale), Massimiliano Angori (presidente della Provincia di Pisa) e, in chiusura, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che ha ringraziato l’amministrazione per l’invito. Presenti anche l'assessora regionale alla memoria Alessandra Nardini e alcuni rappresentanti delle amministrazioni comunali pisane. “Cascina ha avuto un ruolo davvero molto importante nella Resistenza e nella Liberazione – ha detto Giani – e mi preme essere sempre qua presente. Dietro la liberazione di Cascina, c’è una spinta che ci consente di riflettere oggi su fatti storici, attualizzandoli e trasmettendoli come messaggi. Quel 4 settembre del ’44 fu il frutto di un percorso che in Toscana ha impegnato sì gli anglo-americani, ma che ha visto i partigiani protagonisti e con un ruolo attivo nel far capitolare i tedeschi. Come successo a Firenze, dove per primi in città entrano proprio i partigiani. Oggi, come ieri, è importante non disperdere la memoria di ciò che furono le barbarie perpetrate dai nazifascisti”.
Infine la consegna delle cittadinanze con le foto di rito e il ricordo, da parte del sindaco Betti, di come a Cascina siano presenti oltre 100 nazionalità diverse, “segno di una grande apertura che il nostro territorio ha ed ha sempre avuto, sia per collocazione geografica che per storia”.