Cascina, l'Assessore Parrini chiarisce la vicenda dei cani randagi
Nei giorni scorsi si sono succedute notizie su un possibile trasferimento dei cani in carico al Comune di Cascina dal canile sanitario "Soffio di Vento" di Pisa ad un altro "canile rifugio" a Lajatico. Notizie riportavano le versioni dei diretti protagonisti (volontari, associazioni di volontariato, ecc.), mancava però la versione ufficiale del Comune di Cascina che in pratica, con il comunicato che pubblichiamo, praticamente smentisce tutte le affermazioni lette in questi giorni e da un quadro completo della situazione che si è venuta a creare.
«Nei giorni scorsi la stampa locale ha pubblicato alcuni articoli sulla questione del trasferimento dei cani in carico al Comune di Cascina dal canile intercomunale "Soffio di vento" di Pisa al canile "La valle incantata" di Lajatico. Ritengo necessario fare chiarezza e, soprattutto, dare voce ai fatti, alle norme ed agli atti, senza dare letture politiche o ideologiche che, almeno sui cani, devono essere messe da parte. Il trasferimento è stato deciso sia per tutelare il benessere degli animali, sia per ragioni economiche».
«Stiamo ai fatti. Lo scorso novembre la Asl ci informa che a seguito di verifiche sulla struttura "Soffio di vento", il canile risulta in possesso del solo nulla osta di “canile sanitario”, dove cioè i cani possono rimanere per un periodo di osservazione, al massimo 60 giorni. Oltre tale periodo di tempo gli animali devono essere trasferiti in un "canile rifugio" accreditato, situato nel territorio della Regione Toscana. Pertanto le dichiarazioni dei volontari del canile "Soffio di vento" riportate sulla stampa palesano una gestione dei cani difforme dalle regole stabilite e descrivono in maniera distorta, come "politica", una nostra decisione presa invece sulla scorta di norme, atti e fatti concreti».
«La gestione dei cani randagi nei comuni dell'area pisana è disciplinata da una convenzione che individua nel comune di Pisa l'ente capofila. L'accreditamento della struttura "Soffio di vento" come “canile rifugio” è un adempimento a carico del Comune di Pisa, cui però non è mai stato dato corso. Inoltre, recentemente, il Comune di Pisa ha fatto presente: che l’iter per il rinnovo della convenzione non è stato ancora concluso; che il contratto con la cooperativa Ponteverde, che opera nel canile, è decaduto; la difficoltà amministrativa per l’avvio della procedura di gara per l’assegnazione della gestione del canile; la possibilità di un aggravio delle spese di compartecipazione (sino ad oggi Cascina, pagava 44.803,23 euro all'anno, pari ad una quota di compartecipazione del 22,23%)».
«Di fronte a questa situazione, l'Amministrazione Comunale ha deciso di non autorizzare il Comune di Pisa a dare avvio alla procedura di gara per l'affidamento del servizio di gestione del canile fino all'avvenuta sottoscrizione della convenzione e all'adeguamento della struttura a “Canile rifugio”. Nel frattempo, a titolo sperimentale, i nostri cani sono stati trasferiti in una struttura "rifugio" accreditata, dove troveranno tutte le condizioni necessarie a garantire il loro benessere».
«Per concludere ricordo a tutti che nell'aprile scorso il Comune di Crespina-Lorenzana ha comunicato di non voler più aderire alla convenzione, evidentemente per le nostre stesse ragioni, e nessuno si è sognato di dire che era stata una scelta politica. Non vedo perché invece oggi, a questa Amministrazione, debba essere riservato un trattamento diverso». (Michele Parrini, assessore all'ambiente di Cascina).