Cascina, lo stato dei lavori al Bellotti Bon
L’ordine degli architetti ha partecipato questa mattina a un sopralluogo tecnico per visionare lo stato di avanzamento dei lavori in corso al Teatro Bellotti Bon
Oltre all’amministrazione comunale, erano presenti il progettista Enzo Fontana e la direttrice del restauro Barbara Bersellini. “Per la prima volta dopo tanti anni riusciamo a vedere il teatro senza le impalcature – ha detto il sindaco Michelangelo Betti –. Adesso in fase di restauro c’è il cuore del Bellotti Bon, con i lavori che dovranno rispettare la scure dei tempi dettati dal PNRR. Come amministrazione comunale lo scorso anno abbiamo acquistato anche l’ex cinema Apollo qui a fianco e il consiglio comunale la scorsa settimana ha dato il via libera per l’acquisto delle parti mancanti dell’edificio teatrale per la completa riqualificazione dell’intera area. Dal 2026 si aprirà la fase di analisi e progettazione di quegli spazi per andare poi negli anni a seguire al completamento dell’intervento sul teatro, in maniera tale da averlo libero su quattro lati e ristrutturato in tutte le sue parti. Al posto del cinema apriremo una nuova piazza, mentre il bar e gli uffici al piano superiore saranno a servizio del teatro. Ringrazio l’ordine degli architetti per l’attenzione che ha mostrato verso questo lavoro e i nostri uffici comunali: a livello nazionale negli ultimi dieci anni i dipendenti negli ambienti locali sono calati di circa un quarto e spesso è difficile fare l’ordinario, figuriamoci lo straordinario imposto dal PNRR”.
A illustrare i lavori compiuti è stato l’architetto Enzo Fontana, progettista dell’intervento. “Ringrazio il sindaco, l’amministrazione e l’ingegner Nigro per la grande collaborazione che tutti qui hanno dimostrato verso un progetto complesso. E mi fa molto piacere che ci siano queste occasioni di incontro anche con i colleghi architetti. Questo – ha sottolineato Fontana – non è nato come un teatro ma come arena estiva nel 1874 ad opera della famiglia Bellotti Bon e disegnata dal famoso Luigi Bellincioni per ospitare le programmazioni primaverili ed estive. Non c’era la copertura ma c’era già l’aspetto a ferro di cavallo che rappresentava la platea e una parte del palcoscenico. Mancava anche il foyer, con una sorta di giardino a delimitare l’arena. Questa ebbe un tale successo che l’amministrazione dell’epoca decise di demolire una parte delle mura medievali per accedere più facilmente alla zona”. È solo nei primi anni del Novecento che si provvide alla copertura dello spazio teatrale e del foyer, con il passaggio da Arena a Teatro Bellotti Bon. “Iniziò così a far parte della tradizione dei teatri italiani di quel periodo – ha aggiunto Fontana –, proponendo un programma molto strutturato e più classico. Subito dopo la guerra fu costruito anche il cinema qui a fianco. Adesso, dopo tanti anni di chiusura e abbandono, finalmente siamo riusciti, l’amministrazione in particolare, ad aggiudicarci il finanziamento e ad attivare questa fase di progettazione e di lavori. Anche in altri contesti su cui stiamo lavorando su teatri simili a questo, stiamo cercando di aggiungere degli elementi contemporanei, di aggiungere degli innesti che arricchiscano un po’ sia il programma che l’architettura, pensando che comunque il restauro sia anche l’occasione per dare una nuova opportunità in termini contemporanei sia all’edificio che al sistema funzionale e al legame urbano. Abbiamo aggiunto due elementi sulla torre scenica, che raccogliessero tutta la funzionalità aggiuntiva di cui il teatro aveva bisogno: le scale antincendio e i camerini che non c’erano. Questi due innesti sono abbastanza radicali, saranno rivestiti con degli elementi metallici traforati e diventeranno delle vere e proprie lampade urbane in notturna, una sorta di mini Landmark che consentirà al teatro di avere un’ulteriore visibilità oltre a quella che ha già”.
A chiudere gli interventi è stata Barbara Bersellini, direttrice del restauro. “I non addetti ai lavori che entreranno al Bellotti Bon vedranno la magnificenza di questo teatro ma non potranno immaginare veramente che cosa c’è stato dietro a questo recupero. Io ho una visione romantica come tutti i restauratori - ha sottolineato Bersellini –: la prima volta che sono entrata, c’erano i ponteggi per la messa in sicurezza e non si poteva salire più di tanto. Quando ho visto le immagini delle decorazioni del soffitto, ho capito la magnificenza dell’opera. E magnifici sono anche tutti i particolari, che fanno capire quanto sia stato un teatro molto amato e non solo vissuto. Dettagli che raccontano di una Cascina come luogo di scambio e questo lo possiamo vedere nella maestria con cui sono stati realizzati platea, soffitto, pareti, bassorilievi che sono rimasti sotto l’acqua per tantissimo tempo e con un livello di degrado veramente alto, ma nonostante questo si sono salvati ed è stato possibile un recupero quasi al 100% delle varie situazioni. Ciò dimostra che la qualità di chi ha lavorato all’interno del teatro era molto alta. Anche gli altorilievi hanno una ricchezza di dettaglio, di particolari incredibili: ogni pannello è come se fosse un’opera d’arte. Ci sono scalpellini, pittori, decoratori, quindi ognuno è diverso dall’altro e vuole onorare una lavorazione tipica di Cascina”.
Lavori importanti e certosini che restituiranno a breve un gioiellino di teatro a Cascina e ai cascinesi.
