Cascina, quando Di Pede fa cilecca

Politica
Cascina
Martedì, 2 Febbraio 2021

Un commento alquanto misogino, da parte di un consigliere della destra cascinese, Stefano Di Pede, ad un post della consigliera Cristina Bibolotti "colpevole" di partecipare ad un evento di cultura letteraria

Ci siamo nuovamente, qualcuno che considera la cultura un’appendice inutile, frivolezze di poco conto, se poi frequentata da una donna è quasi un reato.
La storia ci ha consegnato avvocati, giuristi, magistrati dediti alla scrittura: Kafka, Grisham, Turow, Tommaso Moro, oggi in Italia abbiamo Gianrico Carofiglio, Giancarlo De Cataldo, Gianni Simoni.
D’altra parte l’intreccio tra diritto, giustizia e letteratura affonda le radici nell’antica Grecia: dall’Orestea di Eschilo all’Antigone di Sofocle. 
Interessarsi di letteratura, per un giurista, per un “esercente dei diritti e dei doveri”, è quasi un obbligo.
Un noto giudice della Corte Suprema statunitense, Felix Frankfurter affermava: “Per un giurista non è meno importante coltivare le immaginative leggendo poesie, ammirando quadri, ascoltando grande musica. C’è bisogno di coltivare la mente con buone letture…. In modo da sperimentare i magnifici misteri dell’universo”, ed aggiungerei dell’essere umano.

Ognuno secondo le proprie possibilità, fisiche e mentali, può coltivare questa passione, così come facevano i nostri nonni e i nostri padri che nella loro obbligata ignoranza imparavano a memoria la Divina Commedia, si cimentavano nell’ottava rima, inventavano ninne nanne e filastrocche ed avevano l’umiltà della curiosità.

In molti pare abbiano perso queste capacità di elaborare intelligentemente pensieri, di rispondere coerentemente agli stimoli esterni.
Secondo l’Enciclopedia Treccani si definisce intelligenza: “intelligènza (ant. intelligènzia) s. f. [dal lat. intelligentia, der. di intelligĕre «intendere»]. – 1. a. Complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, e lo rendono insieme capace di adattarsi a situazioni nuove e di modificare la situazione stessa quando questa presenta ostacoli all’adattamento; propria dell’uomo, in cui si sviluppa gradualmente a partire dall’infanzia e in cui è accompagnata dalla consapevolezza e dall’autoconsapevolezza.
Ma in fondo si sa per alcuni, speriamo pochi, la cultura è quasi un orpello, quasi di nessuna utilità, non ingrassa mica le catene delle biciclette, reagire secondo gli stimoli esterni non gli risulta facile.
 

luca.doni