Ciccio Auletta lancia l'allarme: "Ingiustificabile e spropositato aumento della tassa per i rifiuti"
Una città in comune: "Per il 2025 una stangata da 39 milioni di euro"
L'allarme arriva da Una città in comune e si estende a tutti i cittadini di Pisa.
Nel 2025, secondo la lista di opposizione in consiglio comunale guidata da Ciccio Auletta, la tassa dei rifiuti (Tari) subirà uno "ingiustificabile e spropositato aumento".
Una città in comune, sull'argomento, presenterà una proposta di attuazione di una strategia "rifiuti zero".
"Nei prossimi giorni - ha scritto Una città in comune – Rifondazione Comunista Pisa - il Consiglio comunale discuterà il Bilancio 2025. Per l’anno nuovo la proposta della Giunta Conti è un pesantissimo aumento della Tari. Le aliquote saranno definite nel dettaglio entro il mese di aprile, ma la cornice del nuovo ingiustificabile e spropositato aumento della tassa per i rifiuti è definita.
Infatti, il Piano economico finanziario del servizio dei rifiuti, validato dall’Autorità ATO Costa ed approvato dal Comune di Pisa, prevede che il gettito dovrà salire a 38.916.784 euro, con un aumento di 4.761.353,00 euro rispetto al 2024, il cui esercizio assestato ammontava a 34.155.413. Nel 2023 il gettito era stato di 32.960.962 milioni di euro: in 2 anni assistiamo quindi ad un aumento della Tari di 6 milioni di euro (quasi il 20%), che graveranno tutti sulle tasche della cittadinanza in un momento di crisi sociale sempre più pesante. E senza che sia previsto, in base ai documenti fino ad oggi forniti, alcun miglioramento del servizio, né sulla raccolta né sullo smaltimento dei rifiuti.
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria stangata, per di più senza alcuna trasparenza sui costi che effettivamente si pagano e sulle ragioni di questo ulteriore aumento. Da anni ci battiamo per una modifica del sistema di calcolo nazionale della TARI redatto dalla Arera, ma non possiamo non mettere in evidenza le responsabilità sempre più pesanti della Giunta Conti sul modello di gestione di rifiuti.
I numeri sulla gestione dell’amministrazione comunale di centrodestra sono impietosi: una raccolta differenziata ferma a percentuali assolutamente insufficienti (65%) e un conseguente costo del servizio, e quindi della tariffa della TARI, schizzato al livello più alto d’Italia. In 6 anni nessun passo avanti sulla introduzione della tariffazione puntuale (si paga in base a quanti e quali rifiuti si producono), che noi chiediamo dal 2013, come ormai avviene ovunque.
Ma non solo. A questo si aggiunge la scellerata e controproducente decisione di abbandonare il porta a porta e ritornare ai cassonetti in città: una strategia fallimentare, perchè il costo del servizio di raccolta è solo una delle voci che determinano il costo complessivo; una parte fondamentale la giocano i costi di smaltimento che dipendono dalla quantità e dalla qualità del rifiuto. Quindi risparmiare sulla raccolta è un vantaggio del tutto effimero.
I dati lo dicono chiaramente, basterebbe studiarli: la procedura più efficace si è rivelata quella del porta a porta, investendo sulla qualità e sulle tutele per i lavoratori e le lavoratrici che lo svolgono, con tariffazione puntuale insieme con una vera e propria strategia per i rifiuti zero, che proporremo in occasione della discussione del bilancio preventivo con emendamenti ed ordini del giorno.
Serve un vero e proprio un piano cittadino per l’economia circolare per diminuire la produzione di rifiuti alla fonte, il consumo di materiali, di cibo e di acqua e attuare la strategia “rifiuti zero”. Ecco le nostre proposte per portare, oltre ai benefici ambientali, ad abbassare dei costi di smaltimento:
1) Monitorare e migliorare il sistema di raccolta porta a porta, per migliorare la qualità del rifiuto che si può recuperare e diminuire il rifiuto indifferenziato;
2) introdurre la tariffazione puntuale dei rifiuti: chi inquina di più paga di più;
3) incentivare il compostaggio domestico, quantificare il rifiuto prodotto pro capite, dare incentivi sulla TARI per chi riduce la produzione di rifiuti;
4) agire per ridurre il costo della TARI, soprattutto per le categorie economicamente più deboli e per le attività non commerciali come le associazioni non-profit;
5) elaborare e attuare un piano cittadino contro lo spreco alimentare, inserito nel Piano del cibo locale, coinvolgendo soggetti privati (es. ristorazione, la distribuzione al dettaglio e la Grande Distribuzione) e pubblici (es. mense scolastiche; Azienda ospedaliera pisana; mense DSU, CNR, Sant’Anna e Normale);
6) realizzare programmi di formazione nelle scuole sulla riduzione della produzione di rifiuti;
7) fare accordi con altri grandi enti, con gli operatori economici (in particolare commercio, ristorazione, alberghi) e con la grande distribuzione per migliorare la raccolta differenziata e per incentivare la vendita dei prodotti sfusi.
Solo una politica coordinata e mirata a livello cittadino, che coinvolga tutti i grandi produttori di rifiuti, che miri alla riduzione alla fonte dei rifiuti e che migliori e renda uniforme la gestione della raccolta differenziata può portare Pisa ad essere finalmente una città virtuosa.