Cobas Scuola Pisa: "Distinguere le occupazioni dalle vandalizzazioni"
Da una parte è emersa la "consapevolezza politica perduta", dall'altra il "nichilismo individualista"
È certo che l’occupazione di una scuola, non sia necessariamente, inevitabilmente, anche una aggressione vandalica.
Dopo i fatti di cronaca registrati presso alcuni Istituti scolastici superiori occupati di Pisa e Cascina, il dubbio, però, può anche palesarsi, soprattutto se spinto dalla mala informazione dei media e delle diverse parti politiche.
I Cobas Scuola di Pisa, entrano nel merito della questione, e pubblicano un comunicato che vuole “distinguere le occupazioni dalle vandalizzazioni”.
Un comunicato, che allo stesso tempo, premia il lavoro profuso dei Collettivi studenteschi, “che ha prodotto una piattaforma ampia e articolata, toccando sia tematiche scolastiche che più generali” e si abbatte sulla natura nichilista ed individualista, “piena di rabbia”, dei vandali.
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Ha scritto Cobas Scuola Pisa.
MOVIMENTO STUDENTESCO: DISTINGUERE LE OCCUPAZIONI DALLE VANDALIZZAZIONI
Le occupazioni di alcune scuole della città nelle settimane scorse - che hanno seguito la mobilitazione e la manifestazione cittadina unitaria promossa da studenti associazioni sindacati di base contro la manovra finanziaria e l'economia di guerra - sono state considerate positivamente dai Cobas Scuola di Pisa.
Nelle settimane che hanno preceduto la giornata di sciopero del 29 novembre, nella stessa giornata di manifestazione cittadina e nelle contestuali assemblee studentesche è emerso un nuovo spirito combattivo e una consapevolezza politica perduti da molto tempo.
La scelta delle occupazioni si è dunque sviluppata nel solco di quella crescita e maturazione politica del movimento studentesco, e nello specifico dei Collettivi, che ha prodotto una piattaforma ampia e articolata, toccando sia tematiche scolastiche che più generali.
Altre occupazioni che sono seguite non hanno mostrato la stessa maturità e capacità di gestione, ma hanno piuttosto fatto emergere gli spiriti selvaggi e vandalistici di una generazione sempre più marginalizzata, piena di rabbia e improntata al nichilismo individualista.
Le immagini che circolano da alcune scuole di Pisa e Cascina non mostrano alcun progetto politico o di costruzione di una opposizione sociale, quanto piuttosto un abissale vuoto culturale e di prospettiva.
Gli unici riferimenti "ideologici", se vogliamo definirli così, sono al nazifascismo (svastiche sui muri o sui pavimenti) e al Fascismo o a Mussolini. Certo non ci aspettiamo, da chi pensa che questi siano simboli da propagandare, un confronto civile, ma riteniamo fondamentale comprendere le differenze politico-culturali tra le componenti studentesche.
Perciò vogliamo evidenziare che le occupazioni possono significare la riappropriazione, e la conseguente cura, degli spazi scolastici di tutti studenti e studentesse, perché le scuole sono beni comuni che vanno gestiti collettivamente contro l'idea aziendalista dominante.
Riteniamo pertanto necessario distinguere e non confondere le modalità di azione di coloro che hanno scelto l'occupazione come lotta basandosi su analisi e proposte politiche elaborate e condivise, da quella di chi insegue l'azione spontaneistica, senza controllo, troppo spesso virata in atti vandalici contro il patrimonio comune della scuola pubblica.