Confcommercio sbatte la porta e se ne va
Nel mirino di Pieragnoli e della sua associazione questa volta c'è la Provincia di Pisa e i lavori programmati per strade e ponti
«Se la Provincia di Pisa continua ad essere ostaggio dei tecnici, la politica diventa inutile e le imprese finiscono per chiudere». E' perentorio il direttore di ConfcommercioPisa Federico Pieragnoli, che punta il dito contro il presidente della provincia Massimiliano Angori alla luce dell'incontro avvenuto in Camera di Commercio per illustrare il programma dei lavori su strade e ponti per l'anno in corso (►Leggi anche "strade Provinciali: via ai lavori ecco la mappa delle sfaltature):
«Dispiace molto quanto accaduto questa mattina, dice Pieragnoli, ma restare anche un solo minuto di più a quel tavolo sarebbe stato fare torto alle migliaia di imprese del commercio, del turismo e dei servizi di cui siamo portavoce. E il presidente della provincia è doppiamente responsabile, perché ha convocato un incontro in cui tutto praticamente è già stato deciso e poi perché, dopo quanto avvenuto per i lavori a Pontasserchio e Lugnano, si dimostra incapace di arginare lo sconfinamento del dirigente Ristori su di un terreno che riguarda le scelte e l'opportunità di decisioni che coinvolgono migliaia di imprese e cittadini».
Che cosa è accaduto, secondo ConfCommercio, lo spiega lo stesso direttore Pieragnoli: «Abbiamo assistito ad un vero e proprio diktat al limite del beffardo dell'ingegnere Ristori, il quale smentendo platealmente il delegato alla viabilità e infrastrutture della Provincia di Pisa Sergio Di Maio, che con grande intelligenza, senso di responsabilità e attenzione alle esigenze delle imprese, aveva inteso dare avvio ad un percorso di concertazione con le associazioni di categoria sui tempi e sui modi di questi lavori, ha sentenziato che nessuna modifica al programma già stilato dei lavori sarebbe comunque stata accolta. Una dimostrazione di arroganza per noi inaccettabile, tanto più da parte di chi, per ruolo non ha alcuna responsabilità politica ed è indifferente rispetto agli effetti e alle conseguenze di lavori che impatteranno in modo consistente sul tessuto economico e sociale dei nostri territori. Non può essere il signor Ristori a prendere decisioni che ricadono sulle spalle di imprenditori e cittadini e il presidente Angori, che è il vero detentore della governance, dovrebbe una volta per tutte mettere fine a questa deleteria e dannosa deriva burocratica. Se Ristori vuol decidere, si candidi e si faccia eleggere, altrimenti resti al proprio posto, svolgendo la propria attività nei limiti delle funzioni per i quali è pagato con le tasse di imprese e cittadini».
«Un incontro che, considerando l'importanza e l'impatto dei lavori in cantiere, avevamo richiesto già dal mese scorso. Condividiamo la necessità che questi lavori siano fatti, ma certo non ci presteremo al ruolo notarile di ratificatori delle scelte di un dirigente chiunque esso sia», conclude il direttore di Confcommercio.