Confesercenti dice no alla stretta sul Pos

Economia
PISA e Provincia
Giovedì, 14 Aprile 2022

L'associazione dei commercianti chiede prima di tutto la modifica delle commissioni

«Prima di un’eventuale ‘stretta sui Pos’, bisognerebbe procedere finalmente al taglio sostanziale delle commissioni pagate dagli esercenti sulla moneta elettronica, più volte promesso ma realizzato solo in minima parte». Non piace a Confesercenti Toscana Nord, con il suo presidente area pisana Luigi Micheletti, il giro di vite del governo sull’obbligo dei Pos che secondo l’associazione finisce per penalizzare i piccoli esercenti.

«Tra progetti di sanzioni, lotterie e obblighi vari, il rischio è sempre lo stesso: concentrare il peso della lotta all’evasione sulle spalle degli esercenti – incalza Micheletti -. E questo mentre le grandi piattaforme internazionali che operano sull'online godono ancora di un regime fiscale favorevole, che permette loro di pagare un quinto rispetto agli altri. Anche perché sui risultati di questo tipo di misure ci sembra lecito avanzare qualche dubbio. Il numero di Pos attivi è cresciuto enormemente negli ultimi anni: nel 2020, ultimo dato disponibile, i Pos attivi sono stati 3,4 milioni, un milione in più dei 2,4 milioni disponibili nel 2017. Un aumento consistente, cui non è corrisposto un equivalente incremento dei proventi della lotta all’evasione. Anche gli obiettivi che si erano fissati con Cashback e Lotteria dello Scontrino sono stati clamorosamente disattesi. Mentre i costi a carico delle attività sono pensantissimi; per fare qualche esempio si parla di 35 euro al mese per il noleggio del Pos, commissioni che arrivano anche a 1,2 euro fino a cifre intorno ai 150 euro per la restituzione del terminale».

Secondo il presidente area pisana il contrasto all’evasione, che danneggia non solo l’erario ma anche le imprese oneste creando intollerabili distorsioni della concorrenza, rimane sacrosanto. «Quello che chiediamo - prosegue Micheletti - è che non venga perseguito con provvedimenti onerosi per le attività. Servono incentivi, non sanzioni, a partire da un taglio significativo dei costi d’utilizzo di carte e bancomat. Siamo favorevoli ad incentivare la moneta elettronica: un vantaggio per tutti, visti i rischi di sicurezza derivanti dalla gestione del contante. È però essenziale individuare un reale e concreto punto di incontro tra le misure di incentivazione alla moneta elettronica e le esigenze delle imprese – conclude Micheletti -, accompagnando tali misure con decise riduzioni delle commissioni applicate per l’accettazione di carte di credito e di debito, da azzerare per importi fino a 50 euro. Va promossa, allo stesso tempo, la competizione tra carte di credito e di debito e i sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti, come quelli next-gen, il cui costo per gli esercenti è già oggi notevolmente inferiore: un dato di fatto che non è più possibile ignorare».

redazione.cascinanotizie