Coronavirus, aumenta il costo della farina. Confcommercio "Speculazione inaccettabile"
L'associazione di categoria chiede l'intervento di Assipan
Farina in aumento a causa del Covid-19 dal 5% al 10%, per importi calcolati sul totale delle fatture, a partire dal 2 aprile.
E' questa la sorpresa, tutt'altro che positiva, che alcuni panificatori pisani hanno trovato nell'uovo pasquale. A mettere nero su bianco questi incrementi sulla fornitura di farina, uno dei principali gruppi molitori europei, con una quota del 15% del mercato dei panificatori.
Per poter continuare a garantire la consegna al tuo laboratorio – si legge nella missiva - sino a quando la situazione sarà rientrata nella normalità, siamo costretti a chiedere di concorrere al mantenimento del servizio attivo con una quota per la fornitura in emergenza Covid-19. La quota per fornitura in emergenza Covid-19 verrà applicata a fare data da giovedì 2 aprile 2020 e con una incidenza proporzionata alla dimensione della singola consegna. Per ordini superiori a 1000 euro la maggiorazione sarà del 5%, per quelli compresi tra 1000 e 500 euro l'aumento sarà de l'8% e per ordini inferiori a 100 euro sarà del 10%.
“Abbiamo scritto immediatamente ad Assipan nazionale perché intervenga” – commenta il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli – “Questa modifica unilaterale delle condizioni contrattuali da parte di una delle più importanti aziende del settore lo consideriamo un atto arbitrario e socialmente disdicevole, che ha il difetto di far ricadere indebitamente sulle spalle di artigiani e commercianti il peso di una emergenza che loro per primi stanno affrontando con grande senso di responsabilità e dedizione verto l'intera collettività. E' innegabile che panificatori e rivendite di pane sono snodi fondamentali della catena di contenimento di questa emergenza, in prima linea nel consentire i necessari approvvigionamenti alle persone, senza ulteriori aggravi di costi per la clientela”.
“Ci auguriamo che grazie all'intervento di Assipan si possano scongiurare questi aumenti a scapito di imprenditori che trascorrono la gran parte delle ore a produrre pane e la cui unica preoccupazione non è certo quella di speculare sull'emergenza sanitaria, ma di fornire un servizio adeguato e in linea con le urgenti necessità dei cittadini” – conclude Pieragnoli.