Corteo di Non Una Di Meno per l'8 marzo, partenza davanti al carcere Don Bosco
Un 8 marzo di manifestazioni in tutta Italia, Non Una Di Meno ha organizzato un corteo partecipatissimo anche a Pisa
Questo il comunicato integrale
Sabato 8 marzo a Pisa, insieme ad oltre 60 città italiane, Non Una Di Meno ha lottato, boicottato, scioperato dal lavoro produttivo, riproduttivo, di consumo, dai generi e contro la guerra.
La mattina azioni diffuse hanno evidenziato il lavoro esternalizzato e precario legato ai musei, all’università e al commercio cittadino. L’ultima azione della mattinata è stata la sanzione fuxia della Leonardo spa, fabbrica di armi e mezzi bellici utilizzati in tanti scenari di guerra, partecipata statale e promotrice di una cultura militarista che sta portando a l'espandersi degli scenari di conflitto.
Il pomeriggio il corteo si è concentrato davanti al carcere Don Bosco denunciando le condizioni di detenzione nel nostro paese, degradanti e prive di ogni prospettiva trasformativa per le persone. Qui realtà cittadine e singole persone hanno condiviso le loro esperienze di sciopero.
Migliaia di persone hanno attraversato la città al grido “Insieme siam partite, insieme torneremo. Non una di meno!”. Il corteo ha avuto tra le tappe: la Questura per denunciare il razzismo istituzionalizzato; l’INAIL su cui sono stati attaccati i dati del vergognoso gender pay gap, delle discriminazione sul lavoro e sui colloqui iniziali; alla Prefettura contro la guerra e l’escalation bellica globale.
Su ponte di Mezzo è stata ribadito, nell’80° dalla Liberazione, che il femminismo è antifascista contro i suprematismi fascisti e le prospettive liberali. In Corso Italia è stato volantinato alle lavoratrici, si è sanzionato H&M e Zara contro l’industria globale della fast fashion e del suo inquinamento e alzare la nostra voce contro l’omologazione dei nostri corpi, contro l’imposizione di un modello che non ci appartiene.
Tra piazza Vittorio Emanuele e viale Gramsci si è evidenziata la militarizzazione e la gentrificazione della città che espelle chi non consuma e crea solitudine e insicurezza sociale. Le colonne del porticato di viale Gramsci si sono colorate dei messaggi di NUDM su quale sia la reale sicurezza che le donne vorrebbero, contro il DDL sicurezza che produce solo emarginazione e repressione.
Nella piazza finale alla stazione contro il DDL si è acceso un fuoco in cui bruciare simbolicamente questo sistema basato su privilegi e oppressioni per affermare, una volta ancora, che “ci vogliamo vive, ci vogliamo libere”. Un fuoco in cui distruggere simbolicamente tutto ciò che struttura e sostiene questo sistema, trasformandolo in cenere.