Costretti alla firma in caserma anche con il Pisa a porte chiuse
L'appello dei gruppi organizzati del tifo nerazzurro. "Situazione surreale"
Costretti all'obbligo di firma in caserma anche nel periodo post Covid-19, quando il Pisa gioca a porte chiuse per l'emergenza sanitaria in corso.
Con una nota a firma dei gruppi organizzati, la Curva Nord Maurizio Alberti di Pisa scende al fianco dei tifosi sotto Daspo.
"Una situazione - da loro definita - surreale". "In merito alla quale - continua la nota - vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica e tutta la città".
Scrivono i gruppi organizzati della Curva Nord Maurizio Alberti
Scriviamo queste righe per rendere noto l'ennesimo surreale episodio di repressione che stiamo vivendo, a livello di Curva Nord.
In un momento dove l'attenzione dovrebbe andare a ben altro, fra pandemia e crisi economica, chi di dovere non vuol mollare la presa su alcuni ragazzi che devono continuare non solo a scontare il Daspo, ma anche a firmare quando gioca il Pisa. Avete letto bene. Il calcio è a porte chiuse, e alla partita non si può andare, ma c'è chi deve recarsi a firmare (tre volte, se si gioca in casa) per dimostrare che non è ad un evento sportivo, cui comunque non potrebbe accedere. Né lui né altri, se non i pochi accreditati delle Società.
I nostri compagni non possono andare allo stadio, ma non possono neppure prendersi una giornata libera con la famiglia, perché c'è l'assembramento in Questura da onorare.
Una situazione già definita surreale, in merito alla quale vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica e tutta la città, perché questa vergogna non passi sotto silenzio e sia conosciuta da tutti. In tempi di pandemia, e di difficoltà in ogni campo della vita e della società civile, l'Ultras, non solo a Pisa, ma in tutta Italia, rimane soggetto da colpire.
Non chiediamo sconti o favori. Chiediamo onestà di giudizio e che si sospendano almeno le firme dei Daspo fin quando non sarà consentito ai tifosi di tornare ad affollare curve e gradinate.