Covid-19. Paolo Malacarne: situazione stabilizzata, reparti aperti ai familiari e un appello per Natale
Il primario di anestesia e rianimazione di Cisanello rassicura gli ascoltatori di Punto Radio. Durante il suo intervento a Primo Piano arriva anche l'invito alle cure in ospedale rivolto ai pazienti "ordinari", mentre in vista delle festività richiama tutti al buon senso
Terminato da pochi minuti il turno di notte, Paolo Malacarne, primario del reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale pisano di Cisanello, interviene a Primo Piano e rassicura gli ascoltatori di Punto Radio: "La situazione si è stabilizzata - spiega - non ci sono più le attese di ore per i malati Covid registrate qualche settimana fa. Il numero dei posti letto è adeguato. Attualmente dei 42 posti letto in terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid, ne sono occupati circa 35. Pian piano il numero dei posti letto è stato adeguato, mentre il numero dei pazienti in arrivo si è stabilizzato e forse, dopo le misure adottate e le restrizioni, inizia a diminuire. Poi, considerato che la seconda ondata aveva preso avvio intorno al 10 ottobre, i malati Covid iniziano ad un uscire".
Messo un freno all'emergenza sanitaria da Covid-19, i problemi restano per i malati "ordinari": "Ora - prosegue Malacarne - i problemi sono per i malati non Covid, ordinari, poiché molti posti letto sono stati convertiti. I malati non Covid, in questa seconda ondata, non sono rimasti tutti a casa e siamo riusciti a far sì che continuasse l'attività ordinaria. Ci sono dei problemi, come dei ritardi, negli interventi non Covid. Quelli così detti "ordinari", ma che poi così ordinari non sono. Vallo a raccontare, ad esempio, a quello che ha dolore e deve mettere una protesi all'anca".
Il professor Paolo Malacarne rassicura anche sui possibili contagi da Covid per chi frequenta l'ospedale, ed invita i malati cronici a farsi visitare. "Il timore di venire in ospedale e prendersi il Covid - continua - non rispondete alla realtà dei fatti. Chi viene in ospedale oggi non ha un rischio maggiore di contrarre il virus rispetto ad uno che va a fare la spesa. C'erano stati dei casi di persone che si erano contagiate venendo all'ospedale, ma non dentro all'ospedale, magari fuori". Le preoccupazioni su questo argomento, nascono dal passato. "Tutto nasce dalla prima esperienza del Covid, quando gli ospedali furono chiusi dando l'impressione di essersi trasformati in lazzaretto. Forse è rimasta questa immagine, questa impressione. Però, dopo la prima ondata, abbiamo riscontrato che molte persone non venute in ospedale con problemi cronici, si sono ritrovate con tantissimi problemi a luglio e agosto. L'aumento di mortalità per ictus e infarto, infatti, è dovuto proprio a questo".
In conclusione d'intervento, il primario di anestesia e rianimazione di Cisanello parla dell'apertura dei reparti ai familiari dei pazienti Covid: "La terapia un ambiente iper protetto e il familiare è guardato a vista. Il rischio, per il familiare, è pressoché pari zero. Chi non apre la terapia intensiva ai familiari, lo fa per pigrizia mentale e carenze organizzative. Non c'è nessuna ordinanza che vieta l'accesso dei familiari ai reparti Covid, si parla in generale di fragilità del malato. Noi ci assumiamo la responsabilità che quei malati siano fragili e facciamo entrare i parenti".
L'ultimo pensiero è per le prossime festività e sulla possibilità o meno di frequentare i propri parenti. "Il giorno di Natale sono di guardia tutto il giorno (scherza). Credo che la guida di noi tutti debba essere il buon senso. Faccio un esempio. Io sarò di guardia, ma mia moglie (vivono a San Giuliano Terme ndr) magari passerà la giornata con mia suocera che vive a Pisa. Ecco non ci vedo nulla di male. Diverso, invece, sarebbe che chiamasse a casa anche i figli, i parenti e altre persone".