Covid, Pisa leader nelle cure precoci con gli anticorpi monoclonali
Grazie alla stretta collaborazione tra medici di medicina generale, infettivologi e filiera sanitaria, Pisa è una delle provincie modello in Toscana e in Italia nella somministrazione degli anticorpi monoclonali per la cura precoce del Covid
Stenta invece la campagna di vaccinazione contro l’influenza a causa dei ritardi nell’approvvigionamento dei vaccini, una situazione che riguarda non solo la provincia di Pisa ma che appare generalizzata a livello extraregionale. Sono questi alcuni degli elementi emersi questa mattina nel corso della conferenza stampa organizzata da FIMMG – Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – sezione Pisa per presentare la nuova piattaforma “Ciao Dottore” che consentirà ai pazienti di prenotare comodamente online la propria seduta vaccinale evitando assembramenti negli studi dei medici aderenti. Alla conferenza stampa sono intervenuti i medici Luca Puccetti, segretario provinciale FIMMG Pisa, Serena Batini e Antonio Zoppi, consiglieri FIMMG, Alessandro Dalle Vedove, responsabile IT di NetMedicaItalia, e Marco Falcone, infettivologo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa.
- VACCINO ANTINFLUENZALE - LA PIATTAFORMA “CIAO DOTTORE”
Attraverso la piattaforma Ciao Dottore i medici di base potranno, tra le altre cose, inserire i calendari delle sedute vaccinali programmate, controllare lo stato vaccinale dei loro pazienti e chi di essi ha patologie croniche indicate per la vaccinazione; gli assistiti, dal canto loro, potranno facilmente collegarsi al sito www.ciaodottore.it prenotarsi evitando così di intasare studi e ambulatori e limitando il rischio di assembramenti e di eventuali focolai Covid.
Sono oltre 150 i medici che, nella provincia di Pisa, hanno aderito a questa piattaforma. “Si tratta di una iniziativa importantissima – commenta Luca Puccetti, segretario FIMMG Pisa -, perché facilita il lavoro di noi medici di base. Non tutti dispongono, purtroppo non per nostro volere o responsabilità, di personale di studio e in questo momento siamo tutti sottoposti a un compito insostenibile: stiamo portando avanti due campagne vaccinali contemporaneamente, quella contro il Covid e quella contro l’influenza. Per supportare i colleghi in questo enorme lavoro – spiega Puccetti – abbiamo quindi voluto dotarli di un supporto informatico che li faciliti. Adesso, a causa del Covid, non possiamo più permetterci le file dentro i nostri ambulatori che si vedevano fino a due anni fa”. “La scelta di collaborare con la società NetMedicaItalia – conclude - è una garanzia anche in termini di privacy e riservatezza”.
Antonio Zoppi, consigliere FIMMG, aggiunge: “Questa piattaforma sarà certamente utile anche nel futuro che sembra ci si stia prospettando. Se il virus Covid resterà endemico, vorrà dire che le campagne vaccinali dovranno essere fatte a più riprese e su importanti numeri di popolazione”. La previsione è che ogni medico di base debba vaccinare mediamente almeno metà dei propri assistiti (che in genere sono intorno ai 1500) ogni 5-6 mesi.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento dei vaccini contro l’influenza, i medici FIMMG confermano: “stiamo avendo pesanti difficoltà e non sono rari i casi di colleghi che hanno dovuto rimandare le sedute vaccinali programmate, anche per trenta persone in un giorno, perché non ci sono vaccini – commenta Serena Batini, consigliera FIMMG -; all’inizio di ottobre avevamo fatto un’ottima programmazione assieme all’Asl, ma stando così le cose non siamo in grado di rispettare i tempi previsti nella conclusione della campagna”. Iniziata alla fine di ottobre, la campagna vaccinale contro l’influenza si sarebbe dovuta chiudere, come nella media degli anni passati, entro novembre; adesso, a causa delle difficoltà nel reperimento dei vaccini, la fine della campagna potrebbe slittare tra dicembre e gennaio.
- ANTICORPI MONOCLONALI – PISA MODELLO IN TOSCANA
“Pisa modello in Italia per il collegamento tra ospedale e territorio e nella capacità di somministrare alti numeri di anticorpi monoclonali”, lo ha detto Marco Falcone, infettivologo dell’AOUP, ad interim sostituto di Francesco Menichetti, primario di Malattie Infettive da poco in pensione. “L’esperienza di Pisa si è rivelata estremamente positiva e quasi unica. Quello che è mancato in generale nella gestione del Covid 19, è stato il collegamento tra territorio e ospedale – ha detto Falcone -; in alcune regioni questo dato è emerso in modo clamoroso; non così a Pisa, dove abbiamo avuto una grandissima collaborazione grazie a una forte rete territoriale sviluppata con i medici di famiglia”.
“L’unica cura efficace nella terapia precoce del Covid – ha precisato Falcone – è quella con gli anticorpi monoclonali: uno stock di anticorpi preformati che il soggetto malato riceve e i cui effetti in termini di tempo sono praticamente immediati. Su questo, a Pisa abbiamo creato una delle più importanti esperienze in Italia, con un modello assolutamente efficace”.
Falcone ha illustrato i dati relativi alle somministrazioni e ai due protocolli in vigore. “Siamo partiti il 9 marzo 2021 con i primi monoclonali a cui nel tempo se ne sono aggiunti altri, da AstraZeneca a Eli Lilly, Roche fino a TLS. Abbiamo in pratica trattato oltre 400 pazienti e rilevato una efficacia nel prevenire morte e ospedalizzazione altissima, se pensiamo che meno del 5% di queste persone – ha detto Falcone – è stata ricoverata o è morta”.
Pisa, Arezzo e Firenze sono le tre sedi che, in Toscana, hanno utilizzato più anticorpi monoclonali AIFA: “Noi a Pisa – precisa Falcone - rispetto agli altri abbiamo portato avanti anche un protocollo di sperimentazione che porta la nostra provincia ai primi posti. Toscana, Lazio e Veneto insieme hanno quasi il 60% di tutti i monoclonali prescritti in Italia e solo la Toscana è al 18%. Con queste terapie abbiamo scongiurato che le persone aggravassero la loro malattia ed evitato in parallelo costosissimi ricoveri”.
“Solo nella zona pisana, la somministrazione di anticorpi monoclonali rappresenta il 20% del totale della Regione Toscana – commenta Luca Puccetti -. Essendo i primi a conoscere la positività dei nostri assistiti, siamo noi che li arruoliamo nei protocolli che, in Ospedale, stanno conducendo i medici di Malattie Infettive”.
I monoclonali in uso in questo momento appartengono a due grandi ‘famiglie’: quelli approvati da AIFA, destinati ai pazienti gravi o con patologie importanti, e quelli relativi a un protocollo sperimentale definito ‘a doppio cieco’, che prevede cioè la somministrazione di placebo a un paziente su 3. Costante in tutti i casi è il monitoraggio.
Sono i medici di base a consigliare ai pazienti la somministrazione di anticorpi monoclonali entro 3 giorni dalla positività al Covid accertata. “Siamo in stretto contatto con Malattie Infettive – spiega Antonio Zoppi -; esiste un numero dedicato che noi medici possiamo chiamare ogni giorno dalle 8 alle 20 per comunicare con un infettivologo e prendere in considerazione la terapia precoce con monoclonali e poi indirizzarvi i nostri pazienti. I risultati sono veramente straordinari”.