Covid: situazione difficile. Da metà gennaio meno contagi con Omicron

Cronaca
PISA e Provincia
Martedì, 11 Gennaio 2022

Ampio spaccato in compagnia del virologo Marco Falcone. "Nessuna evidenza della variante Deltacron, a Pisa circa il 90% dei ricoveri è di non vaccinati". Le armi a disposizione non si limitano ai vaccini. Le previsioni: "Il virus non scompare, in futuro avremo l'anno diviso in due stagioni, in autunno/inverno dovremo fare fronte alle infezioni"

La quarta ondata da Covid-19 sta toccando il suo apice e già da metà gennaio, la variante Omicron avrà effetti meno evidenti. Questa la previsione dell'infettivologo Marco Falcone, professore associato di Malattie infettive dell'Università di Pisa, responsabile dell’ambulatorio monoclonali e cure per i pazienti non ospedalizzati, ospite questa mattina di Punto Radio.

"Siamo in una fase abbastanza ‘impegnativa’ - spiega Falcone - il numero dei contagi è molto alto. Da inizio pandemia non avevamo mai avuto un'ondata con questi dati".

Due i punti di vista alternativi sulla situazione attuale. "Se guardiamo al bicchiere mezzo vuoto, questa situazione, inevitabilmente, impone nuovi provvedimenti. Per favorire, se non un arresto, almeno una diminuzione delle occasioni di contagio. Guardando al bicchiere mezzo pieno, invece, la percentuale di nuovi ricoverati, rispetto al numero altissimo di contagi, è molto bassa. E il nostro sistema sanitario, anche se sotto pressione, sta sicuramente tenendo".

Il sistema tiene e con il subentro della variante Omicron, nel prossimo futuro migliorerà.

"Quando capiremo esattamente i dati delle due varianti - prosegue Falcone - e quando la variante Omicron avrà soppiantato la Delta, più aggressiva per i non vaccinati, come in Inghilterra, avremo un basso numero di ricoveri e decessi nonostante l’altissimo numero di ricoveri".

Chiara la posizione del professor Falcone su Deltacron: "Al momento non abbiamo evidenze di altre varianti, è possibile - sottolinea - che la Deltacron (quella scoperta a Cipro ndr) sia una sorta di bufala".

La variante Omicron può essere accumunata ad una normale influenza? “Non è un’ipotesi campata in aria - dice Falcone -. Si potrebbe andare verso la cosiddetta endemizzazione del virus, con ondate annuali simili a quelle influenzali. Tuttavia, serve molta cautela, il virus è sempre lo stesso: il Sars Cov-2. È una variante, ma è sempre quello. Per i vaccinati doppia dose e ancora di più su quelli tripla dose, questa variante sembra avere degli effetti clinici simili più ad un’influenza o a un raffreddore. Ma non sappiamo esattamente se Omicron sia un po' più buona o se siano gli effetti delle vaccinazioni ad aiutare, ad avere ridotto gli effetti di questa variante".

La battaglia al virus può certamente contare anche su altre armi oltre ai vaccini: monoclonali e antivirali orali.

"I monoclonali rimangono il presidio più importante per efficacia, ma in Europa, come in Italia, ce ne sono pochi. Con la variante Omicron solo uno è attivo. Siamo in attesa di nuove forniture. Gli antivirali orali, la famosa compressa, sono sicuramente il futuro, perché si prestano alle cure domiciliari. Ma il primo antivirale orale arrivato ha dei tassi di efficacia non eccezionali, anche se riduce del 30/40% la possibilità di ospedalizzazione e di polmonite grave. Tra un mese ne arriverà un altro, forse più efficace. Le compresse anti-Covid, se si dimostreranno efficaci, saranno un'arma in più sul trattamento precoce dell’infezione, prima che il malato arrivi in ospedale".

Il professor Marco Falcone ha un messaggio per i cittadini: “Questa è un'infezione nuova cui la scienza si è approcciata da zero, ottenendo dei risultati velocissimi. Non tutte le soluzioni provate si sono dimostrate giuste, non tutto ancora è conosciuto. Ciò che posso dire con certezza è che questa campagna vaccinale ha avuto il merito di ridurre al minimo il rischio che i malati anziani, fragili, andassero incontro a morte. Il tutto è dimostrato dal fatto che il grosso dei ricoverati in terapia intensiva, oltre il 70%, a Pisa circa il 90% dei ricoveri è tra i non vaccinati".

Quello che ci attende, è un mondo diverso da quello pre pandemia. "Il virus - conclude Falcone - non scompare, ma diventerà un'infezione meno preoccupante e grave di quello che è stata. Al momento a Pisa abbiamo un numero abbastanza alto di posti letto occupati, la speranza è che il trend si modifichi. Le feste hanno rappresentato l'occasione per il virus di diffondersi. Dalla metà i dati dell'infezione miglioreranno".

"La prossima estate sarà simile a quella dello scorso anno. In futuro vivremo anni divisi in due stagioni, l’autunno/inverno più difficile, in cui dovremo far fronte al virus e la primavera/’estate, quando negli spazi aperti il virus si diffonderà meno".

carlo.palotti